Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

La prossima sfida mondiale sarà: Capablanca-Alekhine

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(Riccardo M.)
Amici miei, è quasi il momento. Mancano poche settimane alla super-sfida del secolo, quella tra il portacolori cubano e delle Americhe José Raul Capablanca, campione in carica, e il russo Alessandro Alekhine. Qui al nostro Circolo fioccano le scommesse.

Proprio oggi è arrivato finalmente il portalettere a consegnarci l’atteso ultimo numero del quindicinale “l’Italia Scacchistica” (a proposito, cari lettori, abbonatevi anche voi, ne vale davvero la pena, il costo è di sole lire 40,50 per l’Italia e Colonie!).

Non si vedeva l’ora di leggere le osservazioni e i pronostici degli esperti. Eccole. Ce ne offre lettura direttamente il nostro amato Presidente del circolo, Ludovico Marasca Conte di Tricarico-Loewenburg e Cavaliere dell’Ordine di Cisneros.

Chi sarà il vincitore di Buenos Aires 1927?

“Sono due stili che s’incontrano. Da una parte Capablanca che viene paragonato ad una macchina perfetta che non sbaglia, né può sbagliare, padrone dei suoi nervi, che giuoca con una tecnica implacabile, precisa e sicura. D’altra parte si riconosce la genialità di Alekhine la cui immaginazione combattiva è nel medesimo tempo prodigiosa e meravigliosa. Il loro incontro diventa l’incontro di due metodi e di due epoche: la lotta della tecnica contro il genio, del talento metodico contro l’intuizione spontanea, dello stile classico moderno contro lo stile ipermoderno. George Renaud, il brillante scrittore della colonna di scacchi de “L’Eclaireur du soir”, non crede però che i due campioni abbiano in realtà le qualità opposte che a loro si attribuiscono: se ciò fosse l’esito del match non sarebbe dubbio: la fantasia alata si spezzerebbe contro la logica implacabile ed Alekhine non avrebbe possibilità di vincere neppure una partita; tale del resto è l’opinione dichiarata categoricamente da Spielmann in una sua intervista. In realtà, dice Renaud, se la maestria di Capablanca è innegabile, si dimentica semplicemente che anche Alekhine ha vinto delle splendide partite in uno stile puramente di posizione e con una chiarezza comparabile a quella del maestro cubano e che Capablanca ha similmente vinto molte partite paragonabili, per le loro combinazioni brillanti, alle migliori partite di Alekhine.

Una cosa però resta e Renaud ne conviene, che Capablanca ha uno stile chiaro, mentre Alekhine ama le complicazioni e le combinazioni a lunga scadenza: ma l’uno e l’altro hanno un senso di comprensione straordinaria della posizione e la possibilità di combinare profondamente e di lontano. E’ questione solo quindi di temperamento se l’uno preferisce le posizioni semplici e l’altro le complesse. Renaud ammette pure la grande calma di Capablanca, ma dice che Alekhine in più tornei ne ha dimostrata una altrettanto grande. Inoltre, mentre si obietta che Alekhine non potrà mai piazzare contro Capablanca le sue belle combinazioni familiari, Renaud dice che nulla ci autorizza a credere che egli tenterà una simile intrapresa. Da tutto questo noi arguiamo che Capablanca sarà il sicuro vincitore del match, per quanto forse di due o tre sole partite di vantaggio”.

Capablanca-Alekhine 1913
Alekhine sta per abbandonare contro Capablanca in un loro incontro del 1913

Sappiamo come negli anni Venti e successivi gli italiani le azzeccassero tutte, le previsioni, o meglio le previsioni e le mosse….

E pertanto è finita come doveva finire, nonostante i Conti di Tricarico-Loewenburg (usciti dalla fantasia dell’autore) e le parole (queste sì, reali, benché non firmate) de “L’Italia Scacchistica” (pag. 286 e seguenti).

Alekhine vinse la prima partita, poi perse la numero 3 e la 7 ma ribaltò il punteggio con la doppietta nella 11 e 12; poi, dopo otto patte, vinse la 21, perse la 29 e domò definitivamente il rivale superandolo nella 32 e 34. Insomma, 6 vittorie a 3 con 25 patte, l’esatto contrario di quanto previsto dalla nostra storica e benemerita rivista.

Qualcosa di quel commento non piacque a qualche lettore, ad esempio a quello che deve aver scritto una letteraccia al “Il Domani del Piemonte”, e al quale l’I.S. (Oscar Blum) così replicava due numeri dopo (1° dicembre): “il nostro articolo … è stato vivamente e sgarbatamente preso di mira da un anonimo polemista ne “Il Domani del Piemonte” n. 50. Abbiamo mandata alla direzione del settimanale una nostra risposta comfutando gli spropositi ed equivoci dell’ignoto aggressore …”

A metà match, quando Alekhine era avanti per 3 vittorie a 2, leggiamo su “L’Italia Scacchistica” questa impressione in un lungo articolo a firma del dr. Oscar Blum: “Come mai il campione del mondo ha perduto tante partite? … Egli perde poiché la sua tecnica lo abbandona lì dove si tratta di mettere le conoscenze tecniche al servizio di una idea. Egli non soccombe alla più grande forza di giuoco del suo avversario, bensì alla superiorità dello spirito combattivo di Alekhine”.

Chissà se il lettore de “Il Domani del Piemonte” sarà di nuovo tornato alla carica?

Capablanca-Alekhine 1927 (fake)
Una foto “ricostruita” del match del 1927

Nel supplemento (4 dicembre) al numero 23 l’I.S. prende infine atto del risultato finale e il Blum scrive: “Noi, dopo la prima partita della sfida non abbiamo menomamente dubitato della vittoria finale del maestro russo. Il lato debole di Capablanca era sempre per l’appunto la sua scarsa combattività. Estrema prudenza, grande forza di calcolo puramente intellettuale, laboriosa conoscenza della teoria erano le doti che gli hanno assicurato la riuscita. Alekhine ha qualche cosa di più: il lampo del genio, la visione suprema della vittoria, che lo rende audace, vigoroso e temerario. Chi può guadagnare senza volere arrischiare? Chi può sostenere il combattimento senza mettersi in pericolo? Capablanca volendo andare con tutte le precauzioni possibili, era, appunto per questo suo desiderio, inferiore ad Alekhine…. Alekhine è un conquistatore …. Nel più profondo dell’anima s’indovinava invero la fiamma divorante della passione e dell’orgoglio scacchistico …”.

E va bene così, non c’è da meravigliarsi troppo, per ovvii motivi.

Peccato però che Alekhine non abbia mai voluto concedere la rivincita a Capablanca. Sarà forse perché aveva deciso di non più “arrischiare”, di non mettersi più “in pericolo”?

E chissà quali osservazioni e quali pronostici, in caso di rivincita, ci sarebbe capitato di leggere su l’Italia Scacchistica!

 

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2 thoughts on “La prossima sfida mondiale sarà: Capablanca-Alekhine

  1. Dei due molto più simpatico Capablanca, cui piaceva giocare a tennis, bere rum, fumare sigari Avana e correre appresso alle sottane. Tale stile di vita un po’ sregolato contrastava con quello semplice, quasi “francescano”, del suo gioco.
    P.S. Nella foto del 1913 non è il sosia di Dustin Hoffman?

  2. Molto meno simpatico Alekhine, con la sua aria da intellettuale snob, da nobile controrivoluzionario, da signor “tu mi stufi”. Però, come giocava!

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