World senior team championship in Ρόδος
6 min read
(Riccardo M.)
Nella magnifica isola greca di Rodi sono in corso di svolgimento i Campionati mondiali di scacchi a squadre senior (15 – 25 aprile), ospitati dalle sale dell’Hotel Olympic Palace. 26 team partecipano all’over 50 e 27 all’over 65.
Non sono rappresentate soltanto squadre nazionali, dal momento che vediamo al via Atene, Oslo e Offenbach (+50), Vienna, San Pietroburgo, Stiftung, Norresundby e Turku (+65). Nel “+50” sono iscritte anche tre team interamente femminili (Russia, Germania e Lettonia), un altro femminile è nel “+65” (Mongolia).
Rodi è notissima, oltre che per le sue splendide spiagge, anche per il suo “Colosso” (*). Chi sarà il “colosso scacchistico” di questo mondiale per team? Inquadriamone alcuni e partiamo dal “+50”.
Primo per rating è il team degli Stati Uniti, capitanato da Alexander Shabalov e super-favorito in quanto unico team oltre i 2500 Elo di media: 2521. In quarta scacchiera ritroviamo un Grande Maestro che ha il record di aver rappresentato (finora) ben tre nazioni: è Jaan Ehlvest, giocatore sovietico alle Olimpiadi del 1988, estone in quelle fra il 1992 e il 2004, trasferitosi negli Stati Uniti nel 2006.
Certo che gli statunitensi paiono quasi una squadra di Mosca o di Leningrado, dal momento che leggiamo anche i nomi di Shabalov, Novikov e Yermolinsky!
Questo è Jaan Ehlvest, raffigurato in una copertina di “Deutsche Schachzeitung” di una trentina di anni fa.
Seconda per rating è una temibile Armenia, che in prima scacchiera presenta uno dei più forti e brillanti GM al mondo negli anni fra il 1982 e il 1988: Raphael Vaganian. In Italia ricordiamo in particolare Raphael per essere stato due volte il vincitore del torneo di Reggio Emilia (1992/93 e 1994/95). E poi c’è Arshak Petrosian, che è pure noto per essere il suocero di Peter Leko, il quale ne ha sposato la figlia Sofia.
Terza per rating è la formazione di Islanda-1, che sulle prime due scacchiere ha Olafsson (ma è Helgi e non l’ex presidente FIDE Friðrik) e l’attivissimo Johann Hjartarson che abbiamo visto sconfitto da Firouzja nell’ultimo decisivo turno del torneo di Reykjavik di pochi giorni fa.
Quarto è il team di Inghilterra-1 e quinto quello di Israele, nelle cui fila troviamo quello che è considerato il più forte giocatore sordo al mondo: il GM Yehuda Gruenfeld.

Sesta per rating (2437) è l’Italia del capitano Sergio Mariotti, la nostra prestigiosa firma, un’Italia che schiera anche Godena, Garcia Palermo, Bellia e Bruno. Può fare molto bene!

Ecco Sergio durante una lezione (romana e non greca) di qualche settimana fa:
Fra le donne presenti qui a Rodi in “+50” ci sono almeno due “colossi” (*). La prima è la settantunenne russa Elena Fatalibekova, che (non dimentichiamolo) è la figlia della campionessa mondiale Olga Rubtsova (1909-1994) e che ha conquistato già 4 volte (2000-2001-2004-2019 qualche giorno fa) il massimo titolo mondiale individuale senior. E l’altro colosso è la sua connazionale ottantunenne (18.4.1938!) Valentina Kozlovskaya, vedova del GM Igor Bondarevsky, già campionessa olimpica a L’Avana 1966 e campionessa mondiale senior nel 1996. Complimenti alle signore russe (anche perché si sono iscritte al “+50”!).
Qualche accenno al “+65”, di livello piuttosto inferiore e dove la Russia pare imbattibile già in partenza, forte delle sue prime tre super-affidabili scacchiere Sveshnikov (69 anni)-Balashov (70)-Rashkovsky (73). Qui soltanto altre tre compagini possono vantare un Elo-medio oltre i 2.300, ovvero la Germania di Rainer Knaak, la Francia di Vaisser (nato 70 anni fa ad Alma Ata e già 4 volte campione mondiale senior individuale) e l’Israele di Birnboim.
Qualche anziano si meraviglia ancora di veder giocare insieme Sveshnikov e Rashkovsky, che un tempo erano acerrimi rivali. Ma questo è il bello degli scacchi! Lo stesso Evgeny, in un’intervista a Chess News di alcuni anni fa, ci dà la semplice spiegazione: “…. But people change, perhaps, he became better. For example with Rashkovsky we were certainly not friends, but time has passed, and now we have become veterans, I get along well with him. We have changed, have become not so aggressive”.
(“…. Ma le persone cambiano, e forse diventano migliori. Per esempio, con Rashkovsky non eravamo certamente amici, ma il tempo è passato, e ora siamo diventati veterani, vado d’accordo con lui. Siamo cambiati, non siamo più così aggressivi”).
Del grande Evgeny Ellinovich Sveshnikov, russo di origini lèttoni, classe 1950, non è invece cambiato troppo il gioco, dal momento che, mentre scrivo, lo vedo con la coda dell’occhio impostare e poi concludere oggi (4° turno) una bella e precisa partita contro il forte GM tedesco Knaak.
Seguirò poi con piacere, nell’equipe “+65” di Finlandia, uno dei personaggi più interessanti degli anni ’70, che risponde al nome di Heikki Markku Julius Westerinen (compirà 75 anni il prossimo 27 aprile), da sempre un gran combattente e che è stato il primo GM nella storia finlandese. Westerinen è anche noto per aver subìto, a Tallinn nel 1969, in una partita contro Paul Keres, ben 38 scacchi consecutivi, un record per allora e che non so se sia stato successivamente battuto.

Altro personaggio da menzionare è il MF gallese Iolo Ceredig Jones (classe 1947), che ha tutti i crismi (non solo l’Elo) per fare ovunque da portabandiera in un team col nome del Galles, e non soltanto per aver partecipato col Galles a ben 14 edizioni olimpiche di fila: infatti sembra che Iolo sia stato l’unico ad aver scritto, a quattro mani con il padre (il poeta e saggista Thomas Llewellyn Jones, 1915-2009), un libro di scacchi in lingua gallese (o “cambrian”), una lingua che ormai è ignota ad almeno i due terzi della stessa popolazione del Galles. Il libro s’intitola “A chwaraei di wyddbwyll?”, ovverosia: “E hai giocato a scacchi?”
Qualche ultima curiosità. In quei decenni dello scorso secolo successivi alla guerra mondiale gli scacchi furono, tra le altre cose, uno dei passatempi preferiti nell’ambito di famiglie abbastanza numerose. Bastava una scacchiera ed il più era fatto: tutti i bambini erano lì, in casa, a divertirsi. E alcuni di quei “ex bambini” sono oggi a Rodi e certamente continuano a divertirsi.
Sulle prime due scacchiere del Canada ci sono ad esempio i fratelli Paul Ross (IM classe 1964) e David Ross (FM classe 1962). Prima scacchiera dell’Irlanda è invece il MF John Delaney (classe 1962), che stavolta deve certamente aver lasciato a casa i suoi 8 (!) tra sorelle e fratelli (Ann, Caroline, Maeve, Fiona, Paul, Martin, Noel e Brian), dei quali così scriveva anni fa:
“I come from a house full of chess players. We were not so rich and chess has provided a gateway to many later achievements. There were 9 kids, who all played chess. It was a perfect way for our mother to keep us indoors, and away from “trouble”. And with 9 kids, you had a complete junior chess club meeting daily… The Delaney flag is now held aloft by Killian (Paul’s son) and Rory (Ann’s son). I think they could try to hold it a bit higher! A few other Delaneys are en route to the chess scene…”.
Come dice Sveshnikov: cambiano i tempi, cambiano le abitudini, cambiano i protagonisti. Restano gli scacchi, i nostri scacchi, junior o senior non ha importanza. L’importante è divertirsi e cercare sempre di diventare migliori, e non soltanto nel gioco.
(*) “Il Colosso di Rodi” era una gigantesca statua costruita nel 280 a.C. e distrutta da un terremoto nel 226 a.C. Era posta nel porto di Rodi e raffigurava il dio Sole (Helios). Veniva considerata come una delle “sette meraviglie” del mondo antico.