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I luoghi degli scacchi: Napoli

(Claudio S.)
La Tombola napoletana, la Smorfia, Fuorigrotta, le carte … siamo nella città del gioco e della scommessa, città che è impazzita per i grandi giocatori fino a farne dei personaggi mitici, basti pensare a Diego Armando Maradona.

Chi ricorda il soldato Hermann, protagonista della “Dama di Picche” di Puskin? Nella Pietroburgo dell’800 Hermann, ossessionato dal gioco d’azzardo e reso pazzo, fu condotto all’omicidio e poi al suicidio. Memorabile ne è l’opera, con musiche di Tchaikovsky, che ebbi il piacere di vedere tanti anni fa proprio al Teatro San Carlo di Napoli, con una splendida Raina Kabaivanska. Tuttavia, dalla pazzia per gli scacchi Napoli, città della rappresentazione e della fantasia, patria di Totò, di De Filippo e di Troisi, della pizza e di Pulcinella, è stata, mi perdoni il Marotti, appena sfiorata.
Non chiedetemi i motivi, adesso non ho il tempo di pensarci perché, stasera qui davanti al Vesuvio, ho da preparare e gustare un bel piatto di “salsicce e friarelli”. Sì, i friarelli, verdura esclusiva della campagna napoletana, simili ai broccoli ma più amari, da cucinare in padella con aglio, peperoncino e abbondante olio. E domani, ovviamente, tutti a puntare sul 22, “o pazzo”!


Primo maestro napoletano dei tempi moderni fu Davide Marotti, che a diciassette anni, nel 1900, era già il più forte giocatore cittadino. Nel 1913 Tarrasch visitò Napoli, e vi tenne una simultanea di sedici partite, con il solo Marotti capace di strappargli mezzo punto. Marotti divenne nel 1921 il primo campione italiano, vincendo a Viareggio. Decise di difendere in casa, a Napoli, il suo titolo dalla sfida del marchese Stefano Rosselli del Turco.

Davide Marotti

L’incontro si disputò nell’aprile del 1923, e vide il crollo di Marotti nelle ultime quattro partite.

Nel 1927 Napoli ospitò un piccolo torneo magistrale.

A Napoli si giocò nel 1937 un campionato italiano incerto e spettacolare. Nell’ultimo turno Castaldi sconfisse Sacconi, evitando così uno spareggio a quattro. Il non più giovane Marotti trovò ancora le energie per disputare un buon torneo, e riuscì a fermare la corsa di alcuni dei favoriti.

Il campionato italiano del 1964 venne dominato dal romano Giustolisi, che superò di ben due punti il maestro internazionale napoletano Giorgio Porreca.
Porreca, personaggio che ha lasciato un segno indelebile nella storia degli scacchi nazionali, ha contribuito alla formazione di una nuova generazione di ragazzi napoletani, attivi con ottimi risultati negli anni settanta-ottanta, composta da Giacomo Vallifuoco, Ernesto Jannaccone e Mario Cocozza.

Nel 1977 due maestri sovietici (futuri GM) giocarono a Napoli un torneo con eliminatorie e finali.

Napoli 1977: 1°Toth 2/3, 2°-3°Cosulich e Magerramov 1,5, 4°Bagirov 1 (Vallifuoco, Scafarelli, Porreca e Martorelli)

Agnano, un’area del comune di Napoli che prende il nome da un vulcano quiescente, ospitò il Campionato Italiano del 1981. Dopo undici turni Bela Toth precedette di un punto Tatai.

Agnano, Campionato Italiano 1981: 1°Toth 8,5/11, 2°Tatai 7,5, 3°-4°Taruffi e Vallifuoco Giac. 6,5, 5°-11°Bruno, Cocchi, Sibilio, Sanna, Ceschia, Messa e Arlandi 6, 12°Passerotti 5,5, 13°-15°Martorelli, Trabattoni e Jannaccone 5, 16°-17° Ianniello e Rupeni 4, 18°-20°Bonfà, Sartori S. e Pantaleoni 3,5

Dalla fine degli anni cinquanta, Napoli ha ospitato numerosi festival e tornei magistrali, vinti da maestri del calibro di Porreca, Mariotti, Toth, Cocozza, Vallifuoco, Mrdja, Aleksic, Tozer, Ortega e Laketic.


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