Il matto in otto non c’era!
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(Topatsius)
In precedenti articoli questo Blog vi ha mostrato alcune stranezze di Samuel Loyd. Sono finiti gli aggettivi per descrivere il personaggio. Loyd, oltre ad essere un eccezionale e originale (questi due li avevamo già usati) problemista, era pure un giocatore, lo sapete? Però come giocatore non raccolse mai tanti punti … e se i punti che raccolse sono come questo che segue, beh, allora diciamo che ne ha raccolti pure troppi!
Guardate questa posizione:
Qui il bravissimo Sam non ha esitato ad annunciare con solennità un matto in 8 mosse, e lo mostrò immediatamente e con soddisfazione al suo avversario.
Sensazionale! Come poteva Golmayo dubitare dell’analisi di un Sam Loyd? Abbandonò sulla parola.
La sera stessa, riguardando la partita, l’avvocato spagnolo Celso Golmayo y Zùpide, che poi non era l’ultimo arrivato (affrontò in match persino Steinitz e Lasker), si accorse amaramente che quei punti esclamativi adoperati nella dimostrazione da Loyd erano piuttosto eccessivi e che lui si era troppo fatto impressionare dal nome e dalle famose capacità combinatorie dell’avversario.

Credo che nella storia del nostro gioco di casi simili a questo ne potremmo trovare parecchi. Ne è responsabile quello che comunemente si chiama “timore reverenziale”.
Se Golmayo avesse visto più lucidamente la combinazione, si sarebbe forse subito accorto che alla 33… Dc1+ poteva far seguito 34. Ra2 e che la lotta poteva continuare ancora con qualche speranza di sopravvivenza da parte del Nero.
Fu forse un bluff? No, non pensiamo che il bravo Samuel l’abbia fatto apposta. Come dice quel proverbio? “E’ assai facile convincersi di ciò che si spera”.
Del resto Sam Loyd non era infallibile e qualche suo problema è stato persino demolito. Cosa che teoricamente potrebbe accadere anche a questo post.