Uno Scacchista

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6 febbraio 1924: nasce la ‘Difesa di Merano’

(Riccardo Moneta)
La posizione base della “Difesa di Merano” è quella che vedete nel diagramma qui sopra e che proviene dai tratti: 1.d4 d5 2.c4 e6 3.♘c3 ♘f6 4.♘f3 c6 5.e3 ♘bd7 6.♗d3 dxc4 7.♗xc4 b5.
Il torneo internazionale di Merano del 1924 ha segnato la nascita ufficiale dell’omonima Difesa, che è una variante del Gambetto di Donna rifiutato.

In verità non credo proprio che la città di Merano e il buon Akiba Rubinstein avessero voluto scippare la paternità della variante alla città olandese di Ostenda e al maestro polacco, connazionale di Akiba, Julius Perlis, che secondo gli storici la giocò per primo nel torneo di Ostenda 1906. E dal 1906 al 1924 la variante apparve più di una volta, sia pure in alcuni casi con inversione di mosse, nelle partite Schlechter-Leonhardt (Copenhagen1907), Teichmann-Berger (Karlsbad 1907), Vidmar-Duz Chotimirsky (San Pietroburgo 1909), Kostic-Duras (Karlsbad 1911) e Capablanca-Bernstein (Mosca 1914).

Fu forse l’importanza assegnata a quella partita di Merano, che poteva restare decisiva per la classifica e che si rivelò molto interessante, a decretare la nascita ufficiale della “Difesa di Merano”. Rubinstein, che probabilmente aveva preparato quella linea di gioco conoscendo le già citate partite, aveva i pezzi neri contro il capoclassifica Ernst Gruenfeld e aveva la necessità di vincere se voleva tentare di agguantare l’austriaco.

Gli obiettivi di questa variante con cui il Nero decide di affrontare il Gambetto del Bianco sono sostanzialmente tre: risolvere il principale problema del Nero nel Gambetto di Donna, ovvero lo sviluppo dell’Alfiere c8, attaccare rapidamente (ancor prima di arroccare) il centro del Bianco con la spinta in ‘c5’, mettere sotto controllo le case centrali posizionando l’Alfiere di Donna in b7 e i Cavalli in f6 e d7. A tutto ciò il Bianco dovrebbe a sua volta opporre un gioco attivo, basato preferibilmente sulla spinta del pedone ‘e’ e sull’attacco dei pezzi sul Re nemico, il che non è accaduto nella partita in questione.

Vediamo appunto com’è continuata questa bella partita della quale oggi ricorre il centenario.

Gruenfeld-Rubinstein
Merano, 6 febbraio 1924

Akiba Rubinstein, 1880-1961

Ed ora apro una piccola parentesi extrascacchistica. Gli errori non di rado giungono in coppia. Perché? Una ricerca, pubblicata nel 2017 sul Journal of Neuroscience, tentava una spiegazione: dopo aver commesso un errore il nostro cervello cadrebbe in una specie di “pausa”, come se avesse bisogno di qualche momento per assorbire la lezione, respirare e reagire. Talvolta però non ci accorgiamo che non c’è questo tempo, perché è come se il cervello andasse per alcuni secondi o minuti “offline” oppure stesse tornando indietro col ragionamento cercando di capire i motivi dell’errore e come subito porvi rimedio: ed ecco che, distratti da ciò che immediatamente bisognerebbe fare, in questi frangenti aumenta di molto la possibilità di cadere di nuovo in fallo.

Quell’articolo concludeva con queste parole: “… il segreto per limitare gli sbagli è uno solo e vale la pena tentare di adottarlo: fermarsi un attimo e riprendere fiato”. Facile a dirsi, più difficile metterlo in pratica, in specie negli scacchi e ancor più quando si è in Zeitnot.

Qui alla ventottesima mossa l’austriaco avrebbe dovuto accontentarsi di rientrare a casa (indietreggiando con la Torre, in ‘e1’ oppure in ‘e2’), il fatto è che, appunto sotto tensione per il precedente errore, non si è avveduto della successiva mossa del Nero:


Nonostante questa bruciante sconfitta, unica nel torneo, Ernst Gruenfeld dominò in quel di Merano 1924, ottenendo 10,5 punti nelle restanti 12 partite e staccando di ben 2 punti Spielmann e di 3 lo stesso Rubinstein.

Ernst Gruenfeld, 1893-1962

Akiba Rubinstein a Merano fu attardato dalle sue due sconfitte contro i rappresentanti ungheresi, ovvero il temibile Sándor Takács, che poi sarebbe stato vincitore dei tornei di Budapest 1925 e di Hastings 1928-29, e il quasi sconosciuto Gyula Patay, un giocatore che fu attivo per un breve tempo fra il 1923 e il 1926. I due italiani presenti, Rosselli del Turco e Miliani, si classificarono rispettivamente al penultimo ed ultimo posto.

Insomma, Merano 1924 seppe entrare nella storia delle Aperture. Ed ebbe anche un altro merito, quello di aver organizzato contemporaneamente anche un torneo femminile, evento assai raro all’epoca e che vide la vittoria delle due rappresentanti inglesi Miss Charlotte Cotton e Miss Edith Martha Holloway. Il torneo fu anche pubblicizzato quale “Campionato europeo femminile”, benché non ufficiale.

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