Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Musica e Scacchi (fra Rudolf H.Willmers ed Ennio Morricone)

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(Riccardo M.)
Sapete chi è l’italiano più importante che gioca a scacchi? Ebbene, è una persona che troverete nelle attuali classifiche FSI con a fianco la dicitura “2N – 1700”. Ce lo rivelò Roberto Messa in un articolo di alcuni anni fa, menzionando una sua intervista del 1991 ad Ennio Morricone per la rivista “Torre & Cavallo”: “Penso che Ennio Morricone sia l’italiano più importante che gioca a scacchi e dobbiamo ringraziarlo per aver creato e donato l’inno delle Olimpiadi degli Scacchi svoltesi a Torino nel 2006”.

[Nell’immagine di apertura, Rudolf H. Willmers in una litografia di Eduard Kaiser]

Lo scorso 22 giugno ho avuto il piacere e la fortuna di assistere all’eccezionale concerto tenuto alle Terme di Caracalla dal nostro grande compositore, novantunenne. Sarà stato per lo spettacolare scenario serale delle Terme, sarà stato per il coinvolgimento emotivo e i tanti ricordi ai quali ci legano le meravigliose composizioni di Ennio Morricone, sarà stato per la straordinaria abilità di tutti i musicisti e dei componenti del coro (erano più di 200!), ma davvero l’emozione di vivere quei momenti, lunghi e intensi come e più di quelli di una importante partita a scacchi, è stata forte e resterà indimenticabile. Grazie, Grande Maestro Ennio!

Terme di Caracalla, Roma, 22 giugno 2019

Alla domanda di Roberto in quella citata intervista (“Cosa sono gli scacchi?”) Ennio Morricone rispose: “Gli scacchi sono una cosa importante. Gli scacchi sono molto più di un semplice passatempo …. sono una filosofia…. sono uno specchio della lotta della vita. Ci si può specchiare in essi e capire aspetti del proprio carattere. Possono essere un mezzo per entrare dentro noi stessi…”

Musicisti che hanno apprezzato gli scacchi, o che hanno giocato a scacchi, o addirittura che sono stati forti o fortissimi giocatori, ce ne sono un’infinità, abbastanza per scrivere un libro sull’argomento. Potremmo senz’altro dire che nessun’altra arte o scienza ha avuto tante affinità e contatti con gli scacchi come la Musica. Basti pensare al campione ucraino Mark Taimanov (1926-2016, bravissimo pianista), oppure al francese François-André Danican Philidor (1726-1795), oppure al compositore tedesco Felix Mendelssohn (1809-1847), per limitarsi ai primi nomi che mi vengono alla mente.

Ma cosa è che lega così tanto la musica agli scacchi? Beh, nulla di meglio, in proposito, per cercar di comprendere, delle parole di un altro musicista/giocatore di scacchi, ovvero Sergej Prokofiev (1891-1953), anche lui ucraino, uno che una volta riuscì a battere persino il grande Capablanca:

Musicisti e scacchisti vengono attratti da strutture intellettuali simili, per le quali adoperano le stesse parole: armonia di movimenti, composizioni e studi, il tempo, l’annotazione, l’attacco. Il buon giocatore “sente” una posizione di scacchi come una melodia ed è attratto egualmente dal piacere estetico di una partitura musicale e di una partita di un grande Maestro (altro termine in comune fra musica e scacchi)»”.
Eh, già: la parola “Maestro”, grande o meno, appartiene infatti ad entrambi: Musica e Scacchi.

Oggi sulle nostre pagine è però il turno di un nome fra i meno conosciuti: Rudolf Heinrich Willmers.

Willmers nacque a Copenaghen il 31 ottobre del 1821. A 13 anni si trasferì in Germania per studiare. A Lipsia nel 1836 conobbe Robert Schumann, del quale divenne amico e col quale rimase in corrispondenza per molti anni. Il pianoforte e le composizioni erano la sua prima passione e fin da giovane (quando qualcuno lo paragonava persino a Liszt) tenne concerti un po’ ovunque in Germania, Austria e Norvegia, ma anche a Parigi e a Londra, sempre assai acclamato. Più tardi andò a vivere a Vienna, con un intermezzo a Berlino, dove, fra il 1864 e il 1866, fu professore di pianoforte al Conservatorio di Stern (Stern’schen Konservatorium).

Tra i suoi lavori più noti, oltre a vari pezzi per pianoforte, ci sono le opere: “Deutsche Cantate”, “Ode an die Frieden” e “Fest-Cantate“, sui testi dell’autore Joseph Oswald Gallisch.

A Vienna Willmers seppe trovare il tempo e l’abilità per la sua seconda passione: gli scacchi. A Vienna fu tra i fondatori, nel 1857, del Wiener Schachgesellschaft, un club che successivamente, fusosi con altro, sarebbe divenuto il Wiener Schachklub, che agli inizi del ‘900 fu uno dei più famosi circoli al mondo.

Negli scacchi Willmers si dedicò quasi esclusivamente alla composizione di problemi. Sempre nel 1857 un suo problema di matto in quattro mosse vinse il primo premio del concorso problemistico del “First American Chess Congress” di New York, precedendo nomi assai più noti come quelli di Konrad Bayer, che si classificò secondo, e di Samuel Loyd, che fu terzo.

Ecco la composizione di Willmers vincitrice del premio:

(R.H.Willmers, matto in 4, 1857, 1° premio)

Potete guardare poco più avanti la soluzione.

Un simpatico aneddoto su Rudolph Willmers lo si trova nelle pagine di “Musicians and Chess“, del sito dell’Università di Edimburgo.

Pare che, mentre un giorno a Copenaghen stava suonando al piano il “Carnevale di Vienna” di Schumann, si sia improvvisamente fermato per scrivere qualcosa sul polsino della propria camicia, dopo di che riprese tranquillamente a suonare. Qualcuno naturalmente, terminato il concerto, gli chiese spiegazione di quel gesto; lui rispose che da una settimana stava cercando la soluzione di un difficile problema di scacchi e tale soluzione gli balenò d’incanto proprio mentre suonava: “Dovevo per forza appuntarmela subito, per liberare la mente e potermi così concentrare interamente sulla musica“.

Diavolo di un Willmers, compositore di musiche e di problemi di scacchi!

Successivamente al 1866 si hanno, purtroppo, poche o nessuna notizia di Rudolph H. Willmers. In verità sembra che l’aver abbandonato il prestigioso posto di professore al Conservatorio di Stern in Berlino e il suo ritorno a Vienna nello stesso anno siano stati la conseguenza di una malattia che lo colse e progressivamente lo piegò fino alla pazzia e alla morte, che sopraggiunse il 24 agosto del 1878, all’età di 57 anni.


Soluzione del problema sopra riportato:

1. Cc6 ! (che minaccia 2. Dxe7 matto)

se 1… Cxc6 2. Dxd7+ Rxf6 3. Df5 matto
se 1… dxc6 2. Cd5! cxd5 3. Dxd5+ Rf6 4. Df5 matto
se 1… Rxf6 2. Dxe7+ Rg6 3. Dg7 matto
se 1… Rd6 2. Ce8+ Rxc6 ( su 2 …Rc5 seguirebbe 3.Da5+,Rxc6  4.Db5 matto) 3. Dxb8 Cb6 (altrimenti segue 4.Db5 matto) 4. Dc7 matto

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