Pál Benkő (1928-2019)
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(Uberto D.)
Ieri, 26 agosto, è morto Pál Benkő, famoso Grande Maestro di origini ungheresi poi naturalizzato statunitense. Benkő è parte della storia del nostro gioco del secolo scorso, con la sua passione per gli scacchi, sia giocati sia nella composizione studistica e problemistica, e lascia in eredità una variante di apertura della Difesa Benoni che porta il suo nome.
[Pál Benkő al Torneo dei Candidati del 1959 (Foto da Associated Press)]
Ha avuto una lunga vita Benkő, 91 anni, durante la quale ha vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale e provato sulla sua pelle l’oppressione del regime sovietico, che nel 1951 lo imprigionò dopo un tentativo di fuga in Occidente durante un torneo di scacchi a Berlino Est. Scampato alla morte di stenti solo grazie all’amnistia del 1953 in occasione della morte di Stalin, Benkő riuscirà poi a emigrare negli Stati Uniti nel 1957 dopo aver visto la sua nazione occupata e la rivoluzione ungherese repressa nel 1956.
La sua carriera scacchistica ha preso il volo con il terzo posto nell’interzonale del 1958 a Portorose. Il torneo dei Candidati del 1959, giocato a Bled, Zagabria e Belgrado, lo vide giungere solo ultimo, ma si tolse l’enorme soddisfazione di battere Smyslov in quella che lui stesso definì “la partita della vita”.
Fu di nuovo uno dei Candidati al titolo mondiale qualificandosi nel 1962 all’Interzonale di Stoccolma. La sua rincorsa al titolo finì poi nel 1970, quando, anche se qualificato all’Interzonale di Palma di Maiorca, rinunciò a favore di Fischer che, come sappiamo, fece buon uso della cortesia, arrivando fino in fondo e diventando Campione del mondo nel 1972.
Eccovi una sua vittoria ottenuta giocando il “suo” Gambetto Benkő, che è stato ed è ancora nel repertorio di molti campioni per il suo dinamismo e le possibilità di gioco attivo che offre al Nero.
Benkő vinse 8 volte il Campionato Open USA, senza mai riuscire a vincere, però, il Campionato ufficiale. Fu solo dopo il 1989 ed il crollo dell’Unione Sovietica che riuscì a tornare in Ungheria, pur rimanendo a vivere negli USA e a collaborare con molte riviste scacchistiche, in particolare Chess Life, per la quale tenne una rubrica sui finali dal 1972 al 2013.
Solo pochi giorni fa Susan Polgar aveva pubblicato una sua foto con Pál Benkő, sempre sorridente.
It was great to reminisce about our many chess experiences/stories. He & his wife shared with me about his difficult youth, including how he escaped from the then Communist Hungary in 1957. Benko is a wealth of knowledge, huge chess lover & one of the best Chess Composers.🇭🇺♟🇺🇸 pic.twitter.com/acjZUNNoBv
— Susan Polgar (@SusanPolgar) August 20, 2019
Negli anni ho visto molti dei suoi problemi, specialmente quelli “grafici”, ovvero con i pezzi disposti a formare lettere, numeri o figure geometriche, ma io voglio ricordare il Grande Maestro con un problema di una originalità e difficoltà estreme: provate a risolverlo, sapendo che Bobby Fischer ci perse una scommessa proprio contro Benkő.
Il Bianco muove e matta in 3 mosse
Buon viaggio, Maestro.