Gennady Kuzmin (19/1/1946 – 28/2/2020)
6 min read
(Riccardo M.)
La notizia della scomparsa del Grande Maestro Gennady Pavlovich Kuzmin è arrivata in redazione venerdì sera, 28 febbraio. Così, da questo tweet della FIDE:
“Sad news – GM Gennady Kuzmin passed away at the age of 74. He was a well-known player (three times Ukrainian champion!) and coach (trained Lagno and Ponomariov). Our deepest condolences to his family and friends”.
In verità la notizia non era esattamente inattesa, visto che sapevamo da tempo delle cattive condizioni di salute di Gennady. Ma è stata ugualmente una serata amara, se penso a cosa hanno rappresentato per me alcuni nomi dei protagonisti degli scacchi mondiali del ventesimo secolo. Fra questi in primis Kuzmin. Perché? Perché io mi accostai agli scacchi solo nel 1972, in occasione del celebre match Fischer-Spassky, e tra i personaggi “numero 3” di quell’anno per me c’era (non meravigliatevi) proprio Kuzmin.
Finito il mondiale, infatti, rimasi a lungo catturato dagli scacchi e dagli avvenimenti nazionali e internazionali di quegli anni: quale avvenimento avrebbe potuto, più del Campionato di scacchi dell’URSS, coinvolgere un neo-appassionato europeo come me? E quel campionato fu equilibratissimo e lottato e si concluse con il successo di Tal, il 2° posto di Tukmakov e il 3°-5° posto pari-merito di tre nomi: Savon, Mukhin e, appunto, Kuzmin. Kuzmin e Savon vinsero poi su Mukhin uno spareggio valido per la qualificazione al Torneo Interzonale di Leningrado 1973. Non c’era internet, a quel tempo, e certe news arrivavano anche dopo parecchi giorni a noi scaccofili, che le leggevamo grazie alle meritorie rubriche dei vari Mario Monticelli, Adolivio Capece e PAR (Roberto Palombi) sui quotidiani nazionali prim’ancora che arrivassero sulle pagine de “Italia Scacchistica” o “Scacco!”.
Nell’Interzonale di Leningrado (vinsero Karpov e Korchnoi), Kuzmin giunse solo 7°, pur sempre avanti a campioni quali Taimanov e Tal.
E poi rividi Kuzmin al Memorial Capablanca di Cienfuegos, nel 1973, quando conseguì il titolo di G.M. grazie al suo buon terzo posto alle spalle di Smyslov ed Uhlmann. E a fine anno lo seguii di nuovo impegnato nella finale del Campionato sovietico, a Mosca, vinta da Spassky: qui fu ottimo 2°, a pari merito con campioni quali Karpov, Petrosian, Korchnoi e Polugaevsky. E poi venne il successo ad Hastings 1973-74, alla pari con Szabo, Tal e Timman.
Questi ultimi due risultati dimostrarono eloquentemente il grande valore del giocatore di Mariinsk, località dove era nato il 19 gennaio del 1946.
Avete letto bene, sì, Mariinsk (in qualche sito è scritto Lugansk). Mariinsk è in Ucraina, pertanto il sovietico Kuzmin era quasi un “sovietico di serie B”. Cosa significa questo? Che lui, pur facendo parte, grazie al suo elevatissimo Elo, della squadra nazionale sovietica che vinse il campionato europeo a squadre nel 1972 e poi le Olimpiadi di Nizza nel 1974, doveva sempre sentirsi pronto a farsi scavalcare a causa di qualche inevitabile e odiosa “mossa politica”.
E la cosa accadde davvero, spiacevolmente, nel 1976, quando, pur essendo Kuzmin per punteggio Elo uno dei primi dieci giocatori al mondo (se non ricordo male intorno ai 2615 punti, davvero tanto per quel tempo), si vide penalizzato dalla ingiusta decisione della sua Federazione di escluderlo dall’Interzonale di Biel per lasciare il posto ad uno degli immarcescibili e ben raccomandati “vecchi” russi: Smyslov.
Quell’anno Gennady Kuzmin venne anche a giocare in Italia, grazie all’impegno memorabile di Enrico Paoli che per la prima volta riuscì a portare un sovietico al Torneo di Reggio Emilia (27 dicembre ’76-6 gennaio ’77), consentendo al suo torneo di fare il salto di qualità decisivo. Così scriveva Paoli sulla “Italia Scacchistica”: “Com’era nelle previsioni, il trentenne sovietico Kuzmin si è imposto sugli altri partecipanti, non senza però parecchie difficoltà, specialmente dopo l’inaspettata sconfitta subita al primo turno ad opera dello svedese Akvist”.
La delusione per la mancata partecipazione all’Interzonale (e qualcuno scrisse perfino che Kuzmin si sarebbe ritirato!) ha certamente pesato parecchio sulle ambizioni del giocatore: non dev’essere stata un caso né quella sconfitta da Akvist né la successiva perdita di alcune posizioni nelle classifiche Elo mondiali: riuscì di nuovo a qualificarsi per un Interzonale, quello del 1979 a Riga, ma qui non brillò affatto, giungendo appena 8°-10°; i suoi anni migliori erano ormai alle spalle e da quel momento la sua attività di giocatore passò un po’ in secondo piano, mentre emergeva quella, altrettanto e forse più di successo, di coach/allenatore.
Come giocatore, tuttavia, vorrei ricordare ancora, anzitutto, i suoi esordi, con la vittoria al Campionato nazionale giovanile del 1963 e la prima finale di Campionato assoluto raggiunta nel 1965. Nella sua maturità ottenne ancora dei buoni risultati: fu 2° a Budapest e Kiev nel 1978, 2° a Polanica Zdroj nel 1977 (dietro Hort e davanti a Gulko) e nel 1984, 3° a Lvov nel 1978 (dietro Balashov e Vaganjan), 1° a Dortmund nel 1981, a Bangalore nel 1988 e a Bad Worishofen nel 1986 (un grande Open con 205 partecipanti), 2° a Tallinn nel 1985 (dietro Dolmatov) e a Tashkent nel 1987.
In tutto partecipò ben 11 volte alla finale del Campionato nazionale sovietico, fra il 1965 e il 1991. Indubbiamente i suoi anni più brillanti restano quelli fra il 1972 e il 1974. In particolare alle Olimpiadi di Nizza ’74, dove l’URSS (Karpov, Korchnoi, Petrosian, Spassky e Tal) vinse l’oro, Kuzmin diede un apporto decisivo come “seconda riserva”, con 10 partite vinte, 5 patte e nessuna sconfitta (12,5 punti su 15!).
Il livello di gioco di Kuzmin è intuibile anche da qualche altro dato. Ad esempio, fra il 1965 e il 1978 affrontò 8 volte Viktor Korchnoj, col risultato di 3 vittorie ad una e 4 patte, e 11 volte Taimanov, col risultato di 2 vittorie per parte e 7 patte; e 5 volte Smyslov, col risultato di 2 vittorie a zero e 3 patte; e 5 volte Petrosian , col risultato di una vittoria per parte e 3 patte; e 9 volte Tukmakov, col risultato di 4 vittorie ad una e 4 patte. Non male, no?
E la sua lunga attività di coach? Per 13 anni, dal 1980 al 1993, Kuzmin seguì la campionessa del mondo Maia Chiburdanidze, e al tempo della loro collaborazione Maia vinse/difese il titolo per ben 3 volte. Negli anni ’90 fu anche il capitano della squadra nazionale femminile dell’Ucraina. Poi è stato allenatore di altri bei giovani talenti dello scacchismo ucraino, quali Andrei Sokolov, Katerina Lagno e, soprattutto, di Ruslan Ponomariov, il più giovane campione del mondo della storia, per finire, dal 2000, con Alexander Areshchenko.


Fino alla fine Kuzmin è stato impegnato a Lugansk, città dell’Ucraina meridionale dove viveva, nell’insegnamento ai giovani, ai quali ha sempre cercato di trasmettere il suo stile e i suoi principi, lui che era un giocatore universale, abile sia in difesa sia in attacco: “cercate una buona posizione per i vostri pezzi e cercate di limitare l’azione dei pezzi avversari, e ricordate di giocare sempre attivamente, anche quando dovete difendervi”.
Ho chiesto al nostro Sergio Mariotti se lo avesse conosciuto nei suoi anni migliori. “Sì, ci giocai, ma solo una volta, nel 1977 a Leningrado in occasione del 60° anniversario della “Rivoluzione di Ottobre”. Ricordo però che non ci fermammo a commentare la partita e lui mi diede l’impressione di essere una persona molto semplice e riservata“.
Gennady Pavlovich Kuzmin si è spento a Lugansk il 28 febbraio del 2020. Aveva 74 anni. Possa riposare in pace.