Uno Scacchista

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Scacchi: cambiano le regole del gioco da gennaio 2024?

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(Riccardo M.)
Era ora! Dopo secoli siamo arrivati alla svolta: cambieranno fra non molto tempo le regole del gioco degli scacchi. Sono stati disputati dei tornei sperimentali e sembra che l’esito sia stato positivo oltre ogni aspettativa. Pertanto nel 2024 si partirà con i “Nuovi Scacchi”, anche se ancora nessuno l’ha comunicato ufficialmente.

Il motivo della rivoluzione in arrivo negli scacchi è facilmente immaginabile: i tornei dei migliori GM, ma non solo quelli, sono ormai avviliti e annichiliti dalle patte; in apertura è quasi scomparso il divertimento, è quasi sparita l’inventiva, non c’è più gioco ma solo tanta teoria e tante analisi casalinghe col computer. E tanta noia (almeno per chi non è un giocatore da una certa classifica in su in grado di apprezzare sottigliezze e scelte). Era ormai giunto il momento di trovare una soluzione radicale.

Ma come si cambia? Ecco, qui è il punto: in passato più volte sono state fatte varie proposte, che coinvolgevano gli stessi pezzi, il loro movimento, magari con l’aggiunta di altri pezzi, oppure con l’aggiunta di più caselle. Ebbene, no, niente di tutto ciò per fortuna: pezzi e scacchiera saranno sempre quelli, resterà intatto il nucleo del gioco e i suoi strumenti. I cambiamenti principali saranno invece tre:

All’arrocco si replica con due mosse consecutive

Questa novità è la più consistente e più sostanziale. Come noto, l’arrocco è  un’accortezza eminentemente difensiva, con la quale si cerca di mettere al coperto il Re, togliendolo dalle case calde del centro della scacchiera.

Cosa si è pensato di fare quindi per rendere le partite più vive e limitare il ricorso all’arrocco? In un primo momento si è andati diretti verso la stessa abolizione dell’arrocco; questa idea appartiene a Kramnik, che ne parlò in una interessante intervista pubblicata da ChessBase il 5.12.2019, dove definì il nuovo gioco da lui proposto “Chess no-castling” e affermando che ci aveva pensato fin dal 2001. “Ma non necessariamente questi scacchi debbono sostituire quelli regolari” precisava il campione russo. Non è la prima volta che un ex campione del mondo propone nuove regole per il gioco: la medesima cosa accadde, ad esempio, a Capablanca e a Fischer. Condivisibile è il pensiero di Kramnik quando dice che “è diminuito nel tempo l’interesse per gli scacchi di alto livello”. “L’arrocco è una mossa assurda” aggiunge Kramnik. Qui sarei meno d’accordo. Ma perché? L’arrocco è parte della storia del nostro gioco, ed è una figura bella anche dal punto di vista estetico (tra l’altro la mossa vide la luce proprio in Italia verso la fine del XV° secolo, prima non esisteva).

No, questa di Kramnik non è la soluzione ideale. I programmi si adeguerebbero rapidamente ad una regola che preveda in fin dei conti “una possibilità in meno”, si eliminerebbe una variabile del gioco. Gli scacchi hanno necessità non di una regola che li semplifichi, eliminando una mossa, ma di regole che ne accentuino l’interesse attraverso alcune nuove articolate complicazioni che spezzino l’attuale preponderanza della teoria delle aperture.

Cos’è l’arrocco? E’ lo spostamento di due pezzi: Re e una Torre. Quindi la nuova regola ha giustamente previsto che, qualora uno dei due contendenti decida di arroccare, all’arrocco stesso il suo avversario obbligatoriamente replicherà a sua volta spostando, uno dopo l’altro, due pezzi (ovvero un pezzo e un pedone, ovvero due pedoni). Una “doppia mossa” di conseguenza (come doppia mossa è l’arrocco), ovviamente con alcune limitazioni, ad iniziare da quella che nessuna di queste due mosse potrà essere uno scacco o una presa per finire a quella che determina, quale case possibili di arrivo del secondo pezzo mosso, solamente una fra quelle delle prime quattro traverse del giocatore. Entra in ballo, insomma, stavolta sì, una vera variabile in più, piuttosto complessa (com’è facilmente immaginabile) e imprevedibile nei suoi molteplici sviluppi e nella sua rilevanza.

Pedone in ottava: promozione a due pezzi anziché ad uno solo

Anche questa novità è allineata all’obiettivo di rendere le partite più interessanti e combattute, grazie alla possibilità di assistere a più combinazioni e sacrifici tendenti alla promozione del pedone. Oggi, ad esempio, è di solito inutile che sacrifichiamo una Donna per poi promuovere a Donna. Ma domani, se sappiamo di poter promuovere a (per esempio) Donna+Torre o a Donna+Cavallo, sacrificheremo più volentieri la nostra Regina. Anche il secondo pezzo da scegliere per la promozione non dovrà necessariamente essere un pezzo precedentemente catturato. La casa dove verrà lasciato il secondo pezzo non sarà ovviamente quella di arrivo in ottava del pedone, ma quella di partenza iniziale di quel pedone oppure, a scelta del giocatore, quella precedente alla promozione del pedone (pertanto una casa della settima traversa). In pratica, arrivando col mio pedone bianco in b8 dalla casa b7, potrò lasciare una Donna bianca in b8 ed un altro pezzo bianco, di mia scelta, in b7 oppure (se quel pedone si era mosso da b2) in b2.

Prima mossa al nero

Apparentemente non è una novità rivoluzionaria, per quanto sia la più strana. Si tratterà soltanto di abituarsi ad inizi di partita tipo questi qua:

1.e5 e4 2.Cf6 Cc3 3.Ab4 oppure 1.e5 e4 2.f5 (il gambetto di Re!).

Sarà il Nero a tentare di conservare/incrementare l’ipotetico vantaggio del tratto, vantaggio che quindi non toccherà più a chi ha il Re sulla sua metà di destra della scacchiera, ma a chi lo ha sulla sua metà di sinistra.


Queste sono le tre nuove regole principali, ce ne saranno di minori che qualcuno un giorno vi illustrerà. Alcune novità vi saranno anche intorno ai tempi di gioco.

Cosa ne dite? Siete preparati? Siete scandalizzati? Siete incuriositi? Siete entusiasmati? Siete incavolati? Siete indispettiti? Siete meravigliati? Siete indifferenti? Siete dubbiosi?

Calma allora e rimettetevi a sedere davanti alla vostre scacchiere (elettroniche e non). Calmatevi perché ho solo scherzato. Lo avevate già capito, dai! Ma dietro ogni scherzo c’è qualche verità e qualche non stucchevole ricerca di novità, e c’è soprattutto il sentire l’esigenza di muovere le cose, di cambiare, di provare, di sperimentare, di scovare il nascosto e scavare nel buio. Eraclito affermava che al mondo non c’è nulla d’immutabile tranne l’esigenza di cambiare il mondo. Paulo Coelho sosteneva che il cammino migliore da percorrere lo intravediamo spesso, ma si finisce quasi sempre per scegliere quello al quale siamo abituati. Sì, è proprio l’abitudine il massimo ostacolo all’evoluzione: l’abitudine è come una camicia di forza che nemmeno ci accorgiamo di portare e che sovente ci impedisce di migliorare. E l’abitudine è sempre figlia dell’inerzia, la quale, secondo Schopenhauer, “intende risparmiare all’intelletto la fatica e la difficoltà, nonché il pericolo, di nuove scelte”. Prepariamoci invece ai cambiamenti, guardiamo in avanti e non rimaniamo attaccati alle nostre abitudini …

E allora? Non ci saranno, quasi certamente, nuove regole dal primo gennaio 2024, ma è possibile che prima della fine di questo decennio o del prossimo decennio o di un altro futuro decennio qualcosa di rivoluzionario accadrà davvero, se si vogliono salvare gli scacchi e l’interesse intorno agli scacchi. Su quest’ultimo punto non ho affatto scherzato (come non scherzava Kramnik). E, chissà, non è detto che qualcuno dei tre suggerimenti qui sopra descritti (o qualcosa di simile) non vada sul serio un giorno ad affermarsi. Ne sarei ben contento.


(l’immagine sotto il titolo e nel corpo del post è di Milanka Dimic)    

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6 thoughts on “Scacchi: cambiano le regole del gioco da gennaio 2024?

  1. sono inorridito! se facessero cambiamenti del genere smetterei subito di giocare.
    Posso accettare solo piccoli cambiamenti tipo il controllo del tempo o cose del genere per il resto credo proprio di no.
    fischer aveva fatto l’incremento del tempo, cosa ottima
    capablanca che cosa? hai un articolo da leggere?
    mi piacerebbe invece un maggior inserimento nei tornei tra donne e uomini, forse qualche evento open già lo fanno, con formule adeguate col tempo si alzerebbe il livello delle donne per essere più competitive con gli uomini,
    non so la situazione a riguardo…
    ciao!

    1. Perdonami il ritardo nella risposta, Danilo. Sì, l’articolo da leggere sulle proposte di Capablanca (ed altro) è nel cassetto e verrà pubblicato qui appena possibile. Grazie. Ciao!

  2. Fortunatamente credo invece che gli scacchi non cambieranno. L’unica modifica accettabile per me sono gli scacchi alla Fischer. O quella senza arrocco. Le altre sono improponibili.

    1. Gli scacchi Fischer 960 sono già una realtà (e per fortuna) alternativa agli scacchi classici, magari li soppianteranno definitivamente un giorno, solo il tempo ce lo dirà, e i grandi top player attualmente ci stanno già andando a nozze, vedi il divertentissimo match Carlsen – Nakamura di qualche mese fa

  3. Sono contrario a modificare le regole degli scacchi, per due motivi principali: da un lato, le numerose patte si hanno in maniera frequente (>95%) soltanto ad alti livelli e poi il gioco ha tantissime possibilità anche con le regole attuali. Inoltre, non dimentichiamo che tutti i libri di scacchi scritti fino ad oggi sarebbero inutili e tutti i giocatori dovrebbero imparare, praticamente, un nuovo gioco. Tecnicamente, quindi, queste regole creerebbero una variante degli scacchi (come gli scacchi960) ma non si possono considerare proposte di modifica del gioco. Ricordiamo, infine, che una delle caratteristiche degli scacchi sono proprio le sue regole, ormai ben definite, da oltre 300 anni e che i motori ad alti livelli riescono comunque ancora a vincere e il gioco non è stato matematicamente risolto.

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