Eh, noi donne, noi donne …
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(Rita Gramignani)
Se il 2022 è l’anno delle donne negli scacchi, allora ci sono anch’io: Rita Gramignani. (*) Eccomi qua con un post per UnoScacchista, un bel Blog che con tanto merito ha sempre parlato di donne (giocatrici e non solo) nell’ambito degli scacchi.
Ricordo di aver letto su queste pagine di Clarice Benini, di Jacqueline Piatigorsky, e poi di Adele Belcher, Nurgyul Salimova, Aleksandra Goryachkina, Elina Danielian, Nona Gaprindashvili, Dana Reizniece-Ozola, Edelvisa Iarusci, Viktorija Cmilyte, Alina Bivol, Clara Benedict, Ilaria Olivo, Ellen Gilbert, Alice Tonini, Arianne Caoili, Nana Dzagnidze, Koneru Humpy, Olga Badelka, Anna Muzychuk e perfino di … Rita Gramignani! (… e sicuramente altre che non ricordo). Bravi, bravissimi.
Sì, il 2022 è l’anno delle donne negli scacchi. “Si muove qualcosa?” si chiedono gli amici di UnoScacchista.
Che differenze vedo io con l’anno 1973 (quasi mezzo secolo fa!), quando vincevo il mio primo Campionato Italiano? Non grandi differenze, mi pare, purtroppo, almeno qui in Italia. Ai recenti Campionati italiani giovanili di Terrasini c’erano un Torneo Open ed uno femminile. Al primo si sono iscritti 628 giocatori (ma tutti uomini, non una sola donna!) e al secondo 181 giocatrici. Un buon numero complessivo, sì, ma le donne … ma le donne … Il problema della scarsa partecipazione femminile e del sempre relativo valore dello scacchismo femminile italiano è ancora lì sul tavolo, ormai da una vita, irrisolto.
Cosa dire al riguardo? Io ho sempre giocato volentieri in manifestazioni ‘open’ e credo che sia nel giusto chi dice che, in specie a livello giovanile, si dovrebbero vedere sempre meno tornei esclusivamente femminili.
Potrei anche azzardare una proposta in più, una mia specifica proposta, ovvero quella di rendere obbligatorio in tutte le manifestazioni a squadre, comprese le Olimpiadi (!), l’inserimento, nel quartetto di ogni squadra partecipante, di almeno una rappresentante femminile. Judith Polgar iniziò così: lei aveva sempre un posto nella squadra ‘maschile’ ungherese.
Ma ora vorrei, anche per portare degli esempi, parlarvi un po’ delle mie esperienze personali. Ripensando alle mie gare ‘open’, ho bei ricordi di partite contro gli uomini, sia vinte sia perse. Mi piace mostrarvi un paio di conclusioni che mi sono ancora care e che ho ritrovato di recente fra le mie vecchie carte. Per prima cosa è uscito un ritaglio di giornale, con il commento di Adolivio Capece ad una mia combinazione in una partita Rapid, di Nero, contro il maestro Gay.
Scriveva l’amico Adolivio: “… E’ possibile in un tempo limitato giocare partite corrette e magari anche buone combinazioni? La risposta è positiva. Un esempio di come si possa giocare bene anche nel semilampo ci è offerto dal finale della partita Gay-Gramignani, giocata nel Rapid di Bobbio di Piacenza, un appuntamento ormai classico nel calendario nazionale alla prima domenica di giugno…
Antonio Gay – Rita Gramignani (Bobbio di Piacenza 1983)
… Nella posizione raffigurata nel diagramma la mossa è al Nero, cioè a Rita, che realizza un piano strategico vincente. La partita è continuata con
Il Bianco si è arreso visto che non può salvare il finale di pedoni”.
Rammento di aver fatto una figuraccia dopo la conclusione di questa partita, in quanto chiesi al mio avversario, un signore già abbastanza avanti negli anni ma che non conoscevo, a quale categoria nazionale appartenesse. Lui mi guardò negli occhi con disappunto, scandendo la parola: “MAESTRO!”.
Dalla posizione di quest’altro diagramma parte una mia combinazione contro il CM Garvani, molto tattica e giocata sul filo del rasoio.
Vittorio Garvani – Rita Gramignani (1987)
Appartiene inoltre proprio ad un “torneo open”, o meglio ad un torneo prettamente maschile in quanto io ero l’unica donna su 38 partecipanti, una delle tre più belle soddisfazioni della mia carriera scacchistica. Eravamo a La Spezia, nel 1983. C’erano diversi maestri (Albano, Scotto, Godani, Vaccani, De Rosa …) e parecchi CM. Il torneo era a cadenza lunga. E, a sorpresa, proprio io risultai la vincitrice!
Mi chiederete: “E le altre due soddisfazioni?”. La prima è aver partecipato a 7 edizioni delle Olimpiadi, la seconda è la citazione di due partite siciliane con “Theoretical Novelty” su note colonne dello sciibile scacchistico: 16.a4! nella Siciliana-Sveshnikov contro la grande Maja Chiburdanize (Thessaloniki, Olimpiadi 1984), pubblicata su ‘Shakhmatny Bulletin’, ed una partita col Nero contro la giocatrice statunitense Ruth Inez Orton (Roosendaal 1976) riportata sia su Sahovski informator (Sicilijanska Odbrana – B22) dell’epoca sia sul celebre volume di Murray Chandler “Sicilian 2.c3”.
Avrete a questo punto capito come spesso, contro gli uomini, io giocassi nient’affatto male e nient’affatto malvolentieri. Pertanto, da parte mia semaforo verde ai tornei ‘Open’! Coraggio, ragazze, e coraggio FSI e FIDE!
Posso alla fine aggiungere un ultimo particolare. Quando mi è stato chiesto di ricordare due persone che mi sono risultate particolarmente simpatiche nel mondo degli scacchi, non ho avuto difficoltà a menzionare subito due personaggi ‘uomini’, ovverosia l’ex-campione mondiale Boris Spassky e il Grande Maestro (sovietico, poi israeliano e adesso statunitense) Roman Džindžichašvili. Tra l’altro, entrambi mi chiamavano affettuosamente “Ritina”.
Chiudo qui per oggi. Un caro saluto alla Redazione di UnoScacchista da una ex-Campionessa Italiana! (**)
Sono nata il 12 ottobre, ho vinto 9 volte il Campionato femminile italiano e ho preso parte a 7 edizioni olimpiche. Mi piace essere sempre originale, e infatti sono l’unica donna che ha fatto arrossire Maia Chiburdanidze (con la mia 10.a4!) e anche (forse) l’unica che ha inserito il kazako Rashid Nezhmetdinov fra i 5 più grandi campioni di ogni tempo.
Note della Redazione (che ringrazia Rita Gramignani):
(*) l’immagine sotto il titolo ritrae Rita Gramignani (a sinistra) insieme alla sua ‘storica’ rivale Barbara Pernici, ed è tratta dalla rivista mensile “I due Alfieri” (anno 1978, autore non noto).
(**) “Ex” e basta? Non basta, la nostra Rita è troppo modesta: lei è stata Campionessa italiana addirittura 9 volte, e precisamente negli anni 1973, 1975, 1976, 1980, 1983, 1987, 1989, 1991 e 1992. Mai nessuna altra si è avvicinata a questo straordinario record.
Mi pare la solita lagna femminista per ottenere privilegi non dovuti…
Qualcuno obbliga le donne a non iscriversi ai tornei open con la pistola alla testa ?
Gli scacchi non sono un gioco dove il risultato è dovuto a fattori casuali come il poker, se si dimostrassero più forti alle olimpiadi avremmo una squadra solo femminile, perchè dargli un posto obbligatorio in una squadra escludendo chi magari è più forte ?
Mi pare la solita lagna antifemminista che le donne stiano chiedendo corsie preferenziali, quando è solo un invito a partecipare maggiormente.