Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Nona Gaprindashvili, 80 anni!

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(Adolivio Capece)
“Mi piace molto il calcio. Sono tifosa del Barcelona e dell’Arsenal (come del resto tutta la mia famiglia); credo di capirne di calcio, lo seguo con attenzione e passione ed ho anche giocato, da ragazzina, perché facevo tutto quello che facevano i miei quattro fratelli. E giocavo anche a ping-pong e a biliardo (dove credo di essere ancora molto brava).

Ma poi sono arrivati gli scacchi…
Il mio primo torneo l’ho giocato a 13 anni; era a squadre, cercavano una giocatrice; mio fratello, che era prima scacchiera della squadra (ma che poi ha dovuto rinunciare a giocare dovendo dare un esame) propose me e venni convocata.
Il torneo si giocava a Tbilisi, io abitavo in un paese abbastanza distante, ma andai e giocai bene, tanto che un allenatore mi notò e mi propose di continuare.
I miei tentennarono un po’ ma avevo uno zio a Tbilisi che poteva ospitarmi, così ho iniziato, quasi per caso, la mia carriera; in poco tempo ho conseguito ottimi risultati e già nel 1956, a 15 anni, ero campionessa della Georgia e poi dell’Urss.

Sono diventata Grande Maestro (assoluto – Ndr) con la vittoria nel torneo open di Lone Pine del 1977 (Nona arrivò 1-4’ ex aequo – NdR).
In quell’occasione ho giocato delle partite molto belle; in particolare ricordo quella con il GM Peters, in cui perseguii un’idea fin dalla prime mosse e la portai a conclusione.
Devo dire che con me gli uomini giocavano fino all’ultimo, mentre tra loro magari facevano delle patte senza combattere eccessivamente.



Una volta c’erano le ‘sospese’, e le partite potevano durare anche 10-12 ore, per cui era soprattutto una questione di nervi e ovviamente questo per me era faticoso.
Poi finalmente hanno cominciato a rispettarmi di più e questo è stato meglio per me, anche se come ho detto io gioco sempre per vincere e guardo alla posizione, non all’avversario; se la posizione è promettente io continuo, perché a me piace giocare.

La mia partita più bella? Direi la partita con Velimirovic a Bela Crkva 1984; avevo il nero; fu davvero una dura battaglia, ricchissima di colpi di scena, sacrifici e contro-sacrifici. Nella fase finale attorno a noi c’era un pubblico foltissimo, fu una magnifica lotta e quando alla fine ci accordammo per la patta gli spettatori ci applaudirono entrambi per molti minuti.
E poi la partita con Kapengut che giocai nel Torneo di Capodanno di Reggio Emilia 1982-83, torneo che ricordo con piacere anche perché lo vinsi (e tutti gli altri giocatori erano uomini)”.

Questa una sintesi dell’intervista che ebbi occasione di fare a Nona Gaprindashvili dieci anni fa, durante il Mondiale Seniores disputato ad Opatija in Croazia, ma per lei in fondo sempre Jugoslavia, “che ho sempre considerato un po’ come la mia seconda patria, dato che sia gli organizzatori sia il pubblico sono sempre stati molto gentili con me e mi hanno sempre dimostrato molto affetto”.

E vediamo da vicino le ultime due delle tre partite citate da Nona, queste:

Dragoljub Velimirovic – Nona Gaprindashvili
Bela Crkva, giugno 1984


Nona Gaprindashvili – Albert Kapengut
Reggio Emilia, gennaio 1992


Troppo lungo sarebbe elencare tutti i successi di questa grande campionessa, georgiana, nata il 3 maggio 1941 a Zugdidi (‘grande collina’, nella lingua locale, a circa 30 km dalla costa del Mar Nero), laureata in lingue, detentrice del titolo mondiale femminile dal 1962 al 1978, oggi nonna (un figlio, David, e due nipoti, Lary e Nicholas) ma ancora agonisticamente attiva.

E lungo sarebbe l’elenco dei giocatori uomini da lei battuti, un numero che l’ha fatta paragonare alla mitica Vera Menchik (per la quale fu addirittura scherzosamente costituito un ‘club’ in cui venivano iscritti d’ufficio gli scacchisti uomini da lei sconfitti).

Ricordiamo che solo dopo aver raccolto un consistente numero di ‘scalpi’ maschili si decise a rispondere a Bobby Fischer che aveva detto “Le donne non dovrebbero giocare a scacchi: sono come i principianti” in una intervista che il campione americano aveva rilasciata nel 1961.
Ribattè la Gaprindashvili: “Le cause della superiorità scacchistica degli uomini sono molteplici: la principale è la grande diffusione che il gioco ha sempre avuto nell’ambiente maschile; logicamente più sono gli uomini che giocano, più numerosi sono quelli che diventano maestri. Le donne non hanno molto tempo per dedicarsi agli scacchi, a causa delle molte responsabilità della vita di tutti i giorni: famiglia, casa, figli. Per una donna raggiungere la parità in questo campo è pertanto difficile.”

Il cammino iridato di Nona iniziò a Vrnjacka Banja, città serba della allora Yugoslavia, quando nel novembre del 1961 vinse il Torneo delle Candidate, imbattuta con 13 punti su 16, due di vantaggio sulla seconda classificata, ottenendo il diritto di sfidare Elisabetta Bykova, campionessa del mondo in carica da quasi dieci anni, titolo in palio.
Tra le due ci sono quasi trent’anni di differenza, la sfida mondiale giocata a Mosca nel 1962 non ha storia, Nona vince per 9 a 2 (7 vinte, 4 patte).
Da allora Nona resterà saldamente sul trono di regina dello scacchismo femminile per sedici anni, respingendo gli assalti delle varie pretendenti: tre volte Alla Kushnir, battuta con il punteggio di 8 e mezzo a 4 e mezzo sia nel 1965 che nel 1969 e poi ancora di misura con un solo punto di scarto – 8 e mezzo a 7 e mezzo – nell’avvincente match del 1972, dopo il quale la Kusnir emigrerà in Israele.
Poi una volta Nana Alexandria, nettamente sconfitta per 8 e mezzo a 3 e mezzo (con una sola partita patta) nel 1975.
Dovrà cedere solo nel 1978 alla giovane (17 anni) Maya Chiburdanize, pure georgiana, nel match giocato a Picunda, località turistica sul Mar Nero, tra agosto e ottobre.

1962    Mosca         Gaprindashvili - Bykova       11   7  4  0
1965    Riga          Gaprindashvili - Kushnir      13   7  3  3
1969    Tbilisi-Mosca Gaprindashvili - Kushnir      13   6  5  2
1972    Riga          Gaprindashvili - Kushnir      16   5  7  4
1975    Picunda       Gaprindashvili - Alexandria   12   8  1  3
1978    Picunda       Ciburdanize - Gaprindashvili  15   4  9  2

A parziale consolazione per la perdita del mondiale, pochi giorni dopo, ai primi di novembre del 1978, a Nona fu attribuito il titolo di Grande Maestro (assoluto) ratificato nel Congresso Fide di Buenos Aires (“in seguito alle pressioni sovietiche” scrisse il conte Gian Carlo Dal Verme su L’Italia Scacchistica); nell’occasione, alla fine delle concomitanti Olimpiadi le venne consegnata da Dal Verme la Coppa d’oro intitolata alla signora Zapler, donata dal figlio.

A proposito di Olimpiadi, ricordiamo che Nona partecipò a 12 edizioni tra il 1963 e il 1992 e che dal 1997 è stata istituita la “Coppa Nona Gaprindashvili” che premia la nazione che ha ottenuto il miglior piazzamento complessivo facendo la media tra torneo maschile e torneo femminile.

Buon compleanno, grandissima Nona!

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