Ricordo di Arianne
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(Adolivio Capece)
La notizia della morte di Arianne Caoili è stata davvero un brutto colpo; l’avevo conosciuta bambina, aveva 13 anni e mezzo, al torneo internazionale di Saint-Vincent del 2000. Era la sua seconda volta in Italia, ma in valle d’Aosta ebbe quello che potremmo definire il suo ‘boom’: destò molta curiosità e simpatia. Ed era già molto bella …
Era con la mamma, una signora molto simpatica.
All’epoca ero direttore de L’Italia Scacchistica e le feci l’intervista che vi propongo.
In seguito la rividi più volte, per esempio a Bratto della Presolana (dove anche giocai con lei una partita che alla fine persi dopo lunga battaglia) e alle Olimpiadi di Torino, dove – come si ricorderà – al Bermuda Party ci fu per lei la famosa ‘scazzottatura’ con il mite Aronian protagonista, fatto che il giorno dopo riempì la pagine dei quotidiani italiani, molto gonfiato.
Ed ecco l’intervista, che titolai “Arianne Caoili, che sarà campionessa nel 2005”.
A vederla appare proprio una bambina, piccola, minuta, dai lineamenti orientali, gli occhioni scuri, il sorriso dolcissimo, una vera bambolina. Ma sulla scacchiera si trasforma e diventa dura, fredda e determinata.
Arianne Caoili, 13 anni il 22 dicembre scorso (1999. NdA), è nata a Manila, Filippine, nel 1986. Ha conquistato tutti a Saint-Vincent con la sua fresca simpatia e con la sua grande voglia di diventare Grande Maestro. Maschile, naturalmente!
La piccola Arianne, padre filippino, mamma australiana e nonna tedesca, una sorella di cinque anni più grande che fa la fotomodella (ma anche lei potrebbe seguire la stessa strada: ha già realizzato alcuni spot pubblicitari per prodotti dolciari) era qui alla seconda apparizione in Italia: aveva infatti giocato nell’ottobre 1999 ad Asti.
Ha cominciato a giocare a scacchi a 6 anni. Da autodidatta.
“In biblioteca guardavo i ragazzi più grandi che giocavano, così ho imparato come muovono i pezzi e poi i concetti del gioco.”
La passione esplode subito; via via Arianne lascia perdere il pianoforte (musica classica), il basket, la bicicletta, il nuoto, per dedicarsi completamente agli scacchi.
Quanto alla scuola, non frequenta quella pubblica me è seguita da un istruttore privato.
Gioca il suo primo torneo importante a 9 anni, in Canada, l’Open di North Bay. Tra le bambine della sua età dimostra subito di non avere rivali, tra i 9 e gli 11 anni si impone nei mondiali di fascia in Spagna, in Francia (Cannes), ancora in Spagna (Oropesa). Due anni fa ha vinto anche il mondiale di gioco rapido organizzato a Disneyland Paris.
Durante il campionato di Cannes viene notata dal GM Dorfman, noto talent-scout (è stato per esempio l’allenatore di Bacrot) che le pronostica un grande avvenire e comincia a darle qualche lezione, diventando in un certo qual modo il suo trainer.
Lo scorso anno, nel 1999, la consacrazione a livello femminile: vince il campionato filippino (per cui alle prossime Olimpiadi in Turchia guiderà la squadra del suo Paese giocando in prima scacchiera) e in Germania, all’open di Bad Wiessee, ottiene la prima norma di IM femminile.
“Facciamo la spola tra Filippine ed Europa” mi spiega la madre. “Non è facile, specie per i costi del viaggio. La passione di Arianne per gli scacchi è grandissima e per questo è disposta a molti sacrifici ed a stare anche a lungo lontana da papà e sorella.”
Arianne sorride, con i suoi occhioni vispi e sempre allegri, anche quando perde, almeno all’apparenza. Non fosse per la struttura minuta, sembrerebbe più grande della sua età.
“Quando non gioco tornei, mi alleno con il computer e leggo libri” racconta. “Il giocatore che preferisco? Di certo Karpov. Il mio stile di gioco? Lo definirei posizionale-strategico, ma anche abbastanza aggressivo.”
In realtà, almeno da quello che si è visto a Saint-Vincent, Arianne mi è sembrata preparatissima nei finali (sa dare il matto di Re, Cavallo e Alfiere contro Re solo giocando lampo a 2 minuti) è bene impostata in apertura, ma per ora difetta un poco nel medio gioco, specie nelle situazioni combinative. E’ comunque molto combattiva: se ne sono accorti i nostri forti Maestri Fabrizio Bellia e Antonio Martorelli, da lei impegnati al limite delle 7 ore di gioco. Drammatica per esempio la partita con Bellia, alla fine faticosamente vinta dall’azzurro, allo scadere del tempo.
“Arianne ha giocato davvero bene in apertura, a livello di GM” racconta Fabrizio. “Sotto di un Pedone, sono riuscito a complicare e lei non ha trovata lo strada giusta.”
Sulla stessa partita Dorfman e Romanishin hanno trascorso alcune ore di analisi. La conclusione dei due GM è stata che dopo l’errore di Arianne il nostro ha giocato tutte le migliori (complimenti Fabrizio!) e non ha lasciato scampo alla piccola antagonista.
“Quali sono i tuoi obiettivi futuri?” chiedo ad Arianne.
“Diventare Grande Maestro. Maschile, naturalmente!”
“Hai mai giocato con le bambole?”
“No, mi piacciono solo i giochi da maschio.”
“Ti è piaciuto stare in Italia?”
“Moltissimo, spero di tornare. Soprattutto per il cibo, mi piace molto la pasta.”
“Come definiresti gli scacchi?”
“Armonia”