Super Salimova batte Short e vince a Cattolica
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(Topatsius)
Vari media scacchistici internazionali hanno dato il giusto rilievo in questi giorni ad un torneo svoltosi in Italia, a Cattolica, fra il 2 e il 9 di gennaio. L’organizzatore “Grandiscacchi” e il direttore di gara, il Grande Maestro Pier Luigi Basso, saranno stati probabilmente ben soddisfatti, di questi difficili tempi, per la qualità e quantità della partecipazione.
21 fra GM e WGM hanno concluso la manifestazione, ospitata dall’Hotel Kursaal della cittadina romagnola e denominata “Coppa Vergani” in ricordo del giocatore italiano, di Montebelluna, Beniamino Vergani (1863-1927). 124 erano gli iscritti al gruppo A, altri 38 nei gruppi B e C. L’avversario da battere è stato questa volta in primo luogo il COVID, e speriamo che tutti ci siano riusciti. Gli scacchi non sono un gioco facile, e con il COVID, con gli avversari che sono lì davanti a te per 4 o più ore, in locali chiusi, è tutto ancora più problematico. Del resto cos’aveva detto un paio di anni fa, all’esplodere della pandemia, la saggia e allora sedicenne bulgara Nurgyul Salimova? “Se gli scacchi fosssero un gioco facile, allora tutti giocherebbero a scacchi … ma se siamo forti, passerà anche il COVID”. Passerà. Certamente.
Piuttosto sorprendente la classifica finale di Cattolica: con 7 punti su 9 vincono l’indiano Babu Lalith, lo statunitense Niemann, l’ucraino Bernadskiy e, appunto, la IM e WGM bulgara, classe 2003, Salimova (nell’ordine per spareggio tecnico).
Inferiore ai 23 anni è l’età media dei 4 vincitori. Per la ragazza soprattutto, che ai nastri di partenza era appena la numero 44, un risultato brillantissimo e inatteso, che le ha fruttato anche la sua prima norma di GM.

Ecco la fase finale della notevole vittoria di Nurgyul su Nigel Short al penultimo turno.
N.Short – N.Salimova
Cattolica 08.01.2022
Questa è la posizione dopo il tratto 27 del Bianco: Rg1-h2. Come la giudichereste e come la descrivereste a dei vostri allievi? Bene, il Nero ha Torre e pedone per Cavallo e Alfiere. Più o meno pari? Forse, però la posizione mi richiama alla mente un maestro di Kaunas il quale affermava che per giudicare una posizione si dovrebbe anche guardare ad un aspetto tanto banale quanto di solito trascurato: quanti pezzi/pedoni sono attaccati da pezzi/pedoni avversari? Dunque: il Nero qui attacca 4 pezzi/pedoni nemici e il Bianco neppure uno! Quel maestro non aveva tutti i torti, e qui, tra l’altro, quei pezzi bianchi sulle due colonne centrali paiono impicciarsi un po’ tra di loro.
E poi: quali altri elementi evidenti nasconde la posizione? Beh, il Bianco può portare minaccia al Re nemico sulle case nere con una eventuale Ah6, ma non subito, viceversa subito il Nero può crearsi senza sforzo un pedone passato sul lato di Donna con la spinta in b5. Non c’è dubbio pertanto che, anche qualora i programmi dovessero valutare con pari possibilità detta posizione, sia in primis il Bianco ad essere costretto a trovare i tratti migliori, perché uno o due tempi perduti sarebbero per lui esiziali.
Nel 9° ed ultimo turno Nurgyul Salimova ha affrontato col Bianco il G.M. indiano Babu Lalith, avendo a lungo una discreta posizione finché, forse perché sotto col tempo, ha scelto di forzare la patta per ritorno di posizione. Questo mezzo punto ha consentito ad entrambi di mantenere la vetta, dove sono stati raggiunti però da Niemann (un giovane da poco arrivato al massimo titolo) e Bernadskiy, vincitori rispettivamente sul danese Thybo e (ma con un bel pizzico di fortuna e solo per il tempo) su Short. Soltanto 5° colui che appariva il favorito del torneo dall’alto dei suoi 2699 punti Elo, ovvero l’altro ucraino Anton Korobov.
Se Salimova ha dimostrato di poter giocare senza timori alla pari con GM uomini assai noti, ugualmente non hanno demeritato anche le altre ragazze presenti, in particolare la slovena Laura Unuk (5,5/9), le indiane Soumya e Varshini (5) e le azère Fataliyeva e Beydullayeva (5). Migliore fra gli italiani Lorenzo Lodici, 5°/9° con 6,5 punti. Colgo l’occasione per far notare come nel sistema svizzero possa a volte avere un peso notevole la fortuna negli accoppiamenti: la Unuk non ha incontrato nessun giocatore oltre i 2250, mentre la Beydullayeva ha incontrato ben 6 giocatori oltre i 2400 e la Fataliyeva ne ha incontrati 5.

Ma chi è Nurgyul Salimova? Merita che parliamo un momento di lei, merita la precedenza senz’altro. Un’altra volta parleremo magari delle fantastiche aperture di Bernadskiy.
Nurgyul è nata il 2 giugno del 2003 a Pcha, nella provincia di Targovishte, in Bulgaria, ed il suo nome di battesimo mostra evidenti le origini turche della sua famiglia.
A casa ha il padre e il nonno che giocano a scacchi, e così a 4 anni aveva già imparato il gioco e a 6 poteva vincere il suo primo piccolo torneo. A 12 ha vinto ad Albena il Campionato europeo giovanile, a 14 era già campionessa assoluta di Bulgaria, a 15 ha vinto a Porto Kar il Campionato del mondo giovanile, sempre a 15 (e 10 mesi) ha conquistato l’ultima norma di WGM. Era l’aprile 2019 e subito dopo ha ottenuto il titolo di Maestro Internazionale. Nello stesso 2019 ha avuto però la sua prima grossa delusione nel Campionato mondiale under 20 in India. Ma non si è arresa. Negli ultimi due anni il ciclone Covid ha purtroppo inesorabilmente rallentato la sua carriera e le sue aspirazioni.
Intervistata a marzo 2019 dalla giornalista Yuzlem Tefikova per “Radio Bulgaria”, Nurgyul già allora, dimostrando la sua maturità, spiegava come, per realizzare il suo sogno più grande, quello di diventare la campionessa del mondo, avrebbe dovuto giocare molto di più e studiare ancora di più delle 5 o 6 ore giornaliere che già dedicava agli scacchi: “il successo si può raggiungere solo col lavoro e la perseveranza nell’impegno; spesso, uscita da scuola, inizio ad allenarmi senza neppure aver mangiato e mi alleno fino alle 21,00”.
Da 10 anni il suo allenatore è Zhivko Zhekov del club “Burgas 64”. ll suo idolo all’inizio è stata l’ex campionessa Antoaneta Stefanova. In un’intervista successiva, del 2020, pubblicata sul sito TN Topnovini.BG, Nurgyul Salimova ha parlato della sua ammirazione per Carlsen e per Topalov e ha detto che le piacerebbe tanto assomigliare a Judith Polgar: “Viaggio molto per il mondo, incontro persone intelligenti, ho amici negli scacchi: questa vita è in grado di regalarmi tanti momenti felici, con le vittorie ma non solo con le vittorie; grazie agli scacchi ho imparato ad avere più fiducia in me stessa, a concentrarmi, ad essere più organizzata e propositiva”.
Una ragazza ambiziosa, quindi, ma nello stesso tempo con i piedi per terra e consapevole dei veri valori contenuti negli scacchi e di quanto questi, al di là dei risultati, possano essere importanti nella vita di una persona.
Bravissima, noi di UnoScacchista auguriamo a Nurgyul Salimova tanti successi e felicità.
(P.S.: la foto sotto il titolo è di Eric Rosen)