Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

2022, anno delle donne negli scacchi: si muove qualcosa?

5 min read

(Uberto D.)
Il 2022 è l’anno delle donne negli scacchi, secondo le intenzioni della FIDE. Se da un lato questa volontà è pienamente giustificata dalla ancora evidente disparità di partecipazione e di forza di gioco tra uomini e donne, dall’altro non è semplice trovare il modo per avviare un percorso virtuoso che inviti e mantenga più ragazze legate all’attività agonistica, in modo che possano emergere migliori giocatrici.

Volendo abbandonare qualunque infondata affermazione sulle differenti capacità scacchistiche innate tra uomini e donne, è chiaro che il motivo per cui le ragazze abbandonano presto la scacchiera è da collegarsi ad insufficienti gratificazioni, se non a barriere di matrice maschilista alla partecipazione a tornei e, più in generale, alla vita dei circoli.

E’ anche molto plausibile che con una minore base di giocatrici giovani, peraltro spesso meno motivate e allenate dei colleghi maschi, sia molto difficile che emergano talenti in grado di giocare a scacchi a livello dei migliori al mondo. Anzi, personalmente sono certo che il motivo sia realmente di tipo puramente statistico e analogo al pregiudizio di qualche decennio fa, secondo il quale le donne non erano “portate” alle discipline scientifche; in conseguenza di ciò erano di fatto scoraggiate dall’intraprendere le carriere accademiche in quei campi, con il risultato che il numero ridotto di donne scienziate era imputato al loro disinteresse verso lo studio delle discipline scientifiche. E’ chiaro il circolo vizioso della “profezia che si autoavvera”, no?

Ho scritto qualche anno fa di Emmy Noether e della sua continua lotta per vedere il suo enorme talento matematico riconosciuto (“Lasker–Noether, per ricordare Emmy“). Quanti altri talenti l’umanità ha perso per non aver coltivato le aspirazione delle giovani ragazze perché considerate “non in grado di…”? Ecco io credo che questo sia ciò che da sempre accade negli scacchi e le storie di Vera Menchik, di Nona Gaprindashvili, delle sorelle Polgar e di Hou Yifan (per citare solo alcune delle più forti giocatrici) non ci abbiano ancora insegnato abbastanza.

E’ proprio Judit Polgar, la scacchista più forte di tutti i tempi, la più convinta paladina della promozione degli scacchi tra bambine e ragazze. Judit ripete sempre come il primo errore stia nel dire a una ragazza che è molto brava e che potrebbe aspirare a “diventare campionessa del mondo“: l’obiettivo da darle dovrebbe essere “diventare campione del mondo“, senza creare da subito limiti alla possibilità di crescere. Cinque anni fa ne avevo scritto (“Anna Muzychuk parla di differenze“) in riferimento ad una intervista rilasciata da Anna Muzychuk e di una dichiarazione molto controversa di Nigel Short.

Ma come aiutare i giovani talenti al femminile a continuare a giocare e a migliorarsi? Per iniziare, fornendo pari strumenti educativi (allenatori, stage, opportunità di confrontarsi nei tornei) e coltivando una cultura più accogliente all’interno dei circoli, dove tutti abbiamo cominciato a giocare e a trovare amici e soddisfazioni.

La solitudine di una Donna (Hong Kong 1954)

Questi sono tutti obiettivi strategici che le varie Federazioni, mondiale e nazionali, devono tradurre in azioni concrete, guidando anche i circoli e gli organizzatori dei tornei verso tali obiettivi. La decisione di qualche decade fa di eliminare i tornei “maschili” trasformandoli in tornei “open” (ovvero aperti alla partecipazione di giocatori di ambo i sessi) fu in questo senso un passo in avanti importante.

Sono però rimasti ancora i tornei “femminili”, che offrono un’alternativa alle giocatrici che non si ritengono pronte o forti a sufficienza per giocare nei tornei Open. Ecco, questa è una conferma che tuttora c’è molto da lavorare sul fronte della completa parità nelle competizioni scacchistiche. Il mantenimento di un ambiente separato è allo stesso tempo causa ed effetto della differente considerazione delle giocatrici.

Quasi due anni fa, Riccardo pubblicò un post ricco di molti spunti su questo argomento (“Le donne, gli scacchi e qualche pagina di futuro“). Oltre alla questione del numero esiguo di giocatrici, la WGM Elena Sedina sottolineava anche il problema della disparità dei premi tra tornei Open e Femminili, ulteriore barriera ad una possibile carriera professionista. Per superare contemporaneamente questo problema e per dare alle giocatrici l’opportunità di confrontarsi con giocatori più forti e, quindi, di migliorarsi, Riccardo proponeva di “organizzare, tanto per cominciare, i campionati italiani esclusivamente attraverso un Super-torneo “Open”, aperto quindi a donne e uomini” e che “A fine torneo, oltre alla classifica generale unica, si potrebbero estrapolare due classifiche separate, femminile e maschile, onde attribuire i titoli e le posizioni del podio. I premi in denaro dovrebbero essere paritari: la prima, la seconda, la terza arrivata ecc… debbono essere premiate esattamente come il primo, il secondo, il terzo arrivato ecc…. Sarà un incentivo, che, se esteso ad ogni altro torneo, spingerà molte più donne ad avvicinarsi agli scacchi, nonostante tutto e nonostante gli ancora diffusi pregiudizi nei loro confronti.

La FEDA, Federazione scacchistica spagnola, ha adottato dal 2018 una formula praticamente identica a quella suggerita da Riccardo per i “Campeonatos de España Individual Absoluto y Femenino”. I Campionati Assoluto e Femminile di Spagna 2022 si sono giocati a Linares dall’11 al 18 agosto scorsi, con il formato di un unico torneo Open con 121 partecipanti che si sono dati battaglia in un torneo svizzero da 9 turni. Alla fine sono state stilate una classifica assoluta e una classifica separata per l’assegnazione dei titoli, andati a Eduardo Iturrizaga Bonelli (primo assoluto con 7 punti e mezzo) e Marta García Martín (tredicesima assoluta e prima delle donne con 6 punti). Il Campione ha ricevuto un premio di 5.000 Euro e la Campionessa di 1.500 Euro, quindi il trattamento economico non è stato paritetico, ma di sicuro questa formula ha offerto un’occasione alle ragazze per confrontarsi con i migliori giocatori di Spagna e migliorare.

Un approccio diverso ma comunque molto valido per incentivare l’evoluzione dei talenti femminili è quello adottato dagli organizzatori della 4ª edizione del Tata Steel Chess India, in programma a Kolkata dal 29 novembre al 4 dicembre 2022. Per questo torneo Rapid e Blitz, il torneo Open e il torneo Femminile avranno lo stesso montepremi, di fatto equiparando i due tornei per quanto riguarda gli aspetti economici.

Elegant Duel (2014) dell’artista lituana Indra Grusaité

Due decisioni organizzative diverse, ugualmente interessanti: in Spagna si punta più sulla crescita delle giocatrici che si confrontano con i giocatori migliori, mentre in India si è deciso di applicare un criterio economico che motivi maggiormente le donne ad impegnarsi nella carriera scacchistica.

Voi quale approccio preferite? E, se ne aveste la possibilità, quali formule suggerireste per incentivare la partecipazione femminile alle attività agonistiche?

About Author

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Uno Scacchista

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading