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Chess.com acquisisce il Play Magnus Group: una buona notizia?

4 min read

(Uberto D.)
E’ notizia di pochi giorni fa che Chess.com ha fatto un’offerta di acquisizione, accettata, al “Play Magnus Group” (PMG), una società che raggruppa Chess24.com., Chessable.com, ichess.net, oltre alla rivista “New In chess” e alla casa editrice “Everyman Chess”. Di fatto, l’unione di questi due colossi degli scacchi online crea una sorta di monopolio, dal quale resta fuori solamente lichess.com (tra i major players). E’ una buona notizia?

L’annuncio dell’offerta di Chess.com per l’aquisizione del 100% di PMG è giunta come un fulmine a ciel sereno, anche se ovviamente la trattativa è iniziata qualche mese fa. Chissà se la presenza di Carlsen negli USA tra la FTX Crypto Cup (Miami, due settimane fa) e la Sinquefield Cup (Saint Louis a metà di questa settimana), possa essere stata funzionale a chiudere gli ultimi dettagli.

In concomitanza con la pubblicazione dei risultati economici del secondo quadrimestre del PMG, il 24 agosto è stata pubblicata la notizia dell’offerta di Chess.com (formalmente della sua controllata Chess Growthco), che è di circa 82,5 Milioni di dollari. Onestamente, una cifra che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia, ma probabilmente il potenziale di mercato visto dagli investitori è molto diverso da quello che penso io.

Magnus Carlsen (attuale Campione del Mondo e Special Advisor di PMG) ha subito commentato che “Discutere delle possibilità future è stata un’esperienza molto positiva e sono molto contento di far parte di questa nuova avventura.”

Non ho i mezzi e le informazioni per entrare nello sfumature economiche dell’accordo che è già stato approvato da PMG (si parla anche di difficoltà economiche per il gruppo), ma è chiaro che il colosso che si va formando (serviranno tra le 6 e le 8 settimane per completare le procedure) sarà in grado di intercettare una percentuale enorme degli appassionati in tutto il mondo. In pratica, lichess.com rimarrà l’unica piattaforma di gioco online indipendente (a livello mondiale), per inciso l’unica al momento ancora gratuita.

Le sinergie tra i due gruppi sembrano evidenti. Chess.com, statunitense, ha un numero di utenti paganti superiore ai 90 milioni e sui suoi server vengono giocate più di 10 milioni di partite al giorno. PMG, sviluppatasi in Europa, ha un pacchetto notevole di servizi che ruotano attorno alla piattaforma di gioco online, tra cui i principali sono Chessable.com, ichess.net e aimchess, oltre a portare in dote una rivista affermata, NewInChess, e una casa editrice.

Daniel Rensch (Maestro Internazionale e Chief Chess Officer di Chess.com) ha dichiarato “Crediamo che, unendo le nostre capacità, avremo un’opportunità unica per portare gli scacchi a un livello più alto.”

La maniera con la quale il management di Chess.com sarà in grado di valorizzare queste potenzialità sono tutte da scoprire, ma qualcosa va detto analizzando la cosa dal punto di vista degli utenti, ovvero di noi appassionati.

Credo che, in termini puramente generali, ogni diminuzione del numero dei soggetti sul mercato comporti un rischio concreto di penalizzare gli utenti. Questo sia per la riduzione dell’offerta (ad esempio, quando Chessbomb.com confluì in Chess.com, quello che io ritenevo un ottimo e snello strumento per seguire le partite in diretta è, di fatto, scomparso), sia per la mancanza di concorrenza sui costi dei servizi a pagamento, sia per i minori stimoli a migliorare i prodotti offerti.

Va anche considerato che chess.com e chess24 sono stati regolari sponsor di grandi eventi e la loro copertura in termini di commenti in tempo reale, di interviste e di report giornalistici è stata di altissimo livello, tanto che mi sembra altamente improbabile l’ingresso di un nuovo attore sul mercato, a meno di inattese decisioni dall’India (la copertura giornalistica degli eventi da parte di ChessBase India, che ha raggiunto il milione di utenti registrati, è eccellente, ma senza piattaforma di gioco). Ancora più remota, secondo me, la possibilità di ingresso sul mercato di soluzioni russe o cinesi.

Quindi? Molto si giocherà sul costo dei servizi a pagamento e sui vari livelli di membership, e da questo punto di vista la mancanza di concorrenti sarà sicuramente un fattore non secondario.

Attendo con fiducia le decisioni sulla struttura dell’offerta da parte del nuovo Chess.com, sperando che la fusione dell’approccio statunitese con quello europeo non sacrifichi i vantaggi dell’uno rispetto a quelli dell’altro.

Ma attendo anche di leggere qualcosa in materia dalla FIDE: l’esistenza di un attore sul mercato in grado di raccogliere la quasi totalità dei giocatori online non può essere sottovalutata e lasciata al di fuori delle discussioni sulle strategie per la diffusione del gioco e per il mantenimento dello status della FIDE come gestore dei titoli mondiali.

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2 thoughts on “Chess.com acquisisce il Play Magnus Group: una buona notizia?

  1. Articolo interessantissimo.
    Rimango oggettivamente colpito dalla cifra che è stata offerta da Chess.com: che un gruppo di siti di gioco di scacchi online (Chess24.com., Chessable.com, ichess.net), una pur prestigiosa rivista come “New In chess” e la casa editrice “Everyman Chess” possano valere una cifra come 82 milioni di dollari fa riflettere, soprattutto se si pensa che gli scacchi fino a pochi anni fa erano considerati uno sport “povero” economicamente, se non poverissimo (basti ricordare le lunghe pagine scritte da John Nunn su “Capire gli scacchi mossa dopo mossa” sulle avventure di una casa editrice come la Batsford). Evidentemente il “valore” è dato soprattutto dal numero di utenti dei siti online, visto che, a quanto mi risulta, le casi editrici scacchistiche non stanno attraversando un buon momento: all’estero ancora si pubblica, ma certamente molto meno di 10-15 anni fa. In Italia, addirittura, le pubblicazioni di libri di scacchi di carattere strettamente tecnico si è ormai ridotto al lumicino: pare che non si vendano più e i giovani preferiscono il gioco online allo studio dei libri (come ormai sta succedendo in qualunque settore). Sapere invece che Chess.com (su cui non gioco) ha 90 milioni di utenti paganti (cifra che mi sembra veramente esagerata, corrispondono a oltre un quarto della popolazione degli USA…boh…) è impressionante. Non so se si potrebbe creare una situazione di monopolio “di fatto”, perché non ho alcuna informazione in merito. Stupisce tuttavia che escludendo Lichess, che fa storia a parte, tutte le altre piattaforme “storiche” dell’online, sia gratis che a pagamento (FICS, ICC, ma soprattutto Chessbase, che godeva di un vantaggio industriale di tutto rispetto), non siano riuscite a sentire l’aria ed a convertire la base di partenza in qualcosa di più solido. Sembrerebbe quasi che erano seduti su un tesoro senza saperlo. Il fatto è che la pandemia ha fatto da detonatore, e spesso, nei settori ipertecnologici, il primo a prendere la classica palla al balzo fa fuori tutti gli altri. Ripeto: se le informazioni di cui dispongo sono esatte, è soprattutto la situazione di Chessbase ad impressionare. Probabilmente, aver legato all’inizio l’iscrizione alla piattaforma all’acquisto di un loro prodotto è stato una sorta di “tappo” a tutto lo sviluppo successivo. Ora che ha perso anche il quasi monopolio che aveva nei motori scacchistici, penso che le difficoltà non mancheranno. Sarà molto interessante vedere cosa ci riserverà il futuro….

    1. Grazie per il commento, Luca.
      Leggendo l’articolo di ieri su Milano Finanza (https://www.milanofinanza.it/news/nozze-negli-scacchi-chess-com-compra-il-sito-del-campione-del-mondo-202208302032154217) che PMG aveva una bacino di utenti registrati (e paganti) di 60 milioni (scesi nell’ultimo trimestre a 57 milioni).
      Non so quanti di costoro questi utenti paganti di entrambe le piattaforme, ma stiamo parlando di circa 150 milioni in totale. Nell’ipotesi semplificativa che ognuno paghi 100 Euro all’anno, si raggiungono numeri di tutto rispetto.
      La reddività è ovviamente funzione dei costi, argomento che immagino sarà centrale per la nuova Chess.com.

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