Una Terra di matti (1)
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(Topatsius)
Ebbene sì, su questa Terra di matti ce ne sono sempre stati, da Genova o Roma a Helsinki o San Sebastian, fino a Philadelphia o Nuova York, passando per le Colonne d’Ercole. E quelli di una volta erano più o meno matti come quelli di oggi. Eccone uno un po’ datato, ma sempre matto.

Siamo al torneo di San Sebastian, 1912. Il Nero ha la Donna minacciata e deve fare qualcosa di buono. E lo fa: 1. … Dxd4+ 2. Rxd4 Td1+ 3. Rc3 Ce2+ 4 Rb3 Cc1+ 5. Rc3 d4 matto. Facile, no?
Passiamo oltre, letteralmente volando nella seconda parte del secolo scorso, e osserviamo questa (apparentemente) banalissima posizione:

Vista bene la posizione, sì? Chi sta meglio secondo voi? Che domanda sciocca, vero? Il Nero aveva giocato 16 … Cg4 ed il Bianco ha appena replicato con 17.Axe7. Qualunque “spingipedoni” da circolo nella posizione del diagramma giocherebbe 17…Dxe7, specie se in blitz. Ma allora a cosa serviva 16… Cg4? Voi li vedete o no quei due scalpitanti cavallini sulla quarta traversa del Bianco? Stanno lì per caso? O forse è un’astuta trappola del maestro internazionale finlandese Kaarle Sakari Ojanen (1918-2009)?
Eh, sì, finalmente avete indovinato: la seconda … la seconda … c’è odore di matto in giro, la Terra intorno ad Helsinki quel giorno profumava di matti … Anche l’Alfiere nero in b7 è troppo forte, mentre la Donna bianca è al momento tagliata fuori dalle operazioni. Bisogna approfittarne.
17… Db6! 18.Rh1
Triste necessità. Ojanen minacciava 18… Cf3++ e poi matto; anche la mossa del testo non salva, ma almeno (magra consolazione!) il conduttore dei Bianchi, il già anziano maestro e suo connazionale Arthur Allan Candolin (1890-1964), allontana il matto di alcune mosse.
18… Cf2+ 19.Rg1,Ce2+! 20.Cxe2,Ch3++ 21.Rh1,Dg1+ 22.Cxg1,Cf2 matto
Un classico esempio di “matto affogato”. Kaarle Ojanen, più che per questo “matto affogato”, restò famoso per una bella vittoria su Paul Keres ad Helsinki nel 1960, ma questo è un altro argomento e (spero) ci ritorneremo.
“C’è un certo piacere a fare il matto e ad essere matto, che nessuno conosce così bene come il matto stesso”.