I luoghi degli scacchi: Copenhagen
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(Claudio S.)
“Torre Verde muove e vince. No, nessun errore, siamo arrivati nella fiabesca “Città delle Torri Verdi”, dove torri e campanili del centro storico, rivestiti di rame, hanno assunto, col tempo e con l’ossidazione, caratteristici riflessi verdastri. Una delle torri più famose di Copenhagen è quella del Palazzo della Vecchia Borsa, dalla tipica forma data dalle code intrecciate di quattro Dragoni.”
Ma siamo pure nella “Città della birra”, che trovò fama e floridezza proprio negli anni dei primi “campionati nordici”, più oltre descritti, quando il celebre birraio Carl Jacobsen (conoscete la Carlsberg?) ne divenne grande e indimenticato mecenate. Fu grazie a lui che nell’agosto del 1913 lo scultore Edvard Eriksen pose sul mare la statua bronzea de “La Sirenetta”, rappresentante l’omonima protagonista della fiaba del 1837 di Hans Andersen, divenuta simbolo e orgoglio della città. Nel 1903 nacque a Copenhagen il primo circolo di scacchi (la DSU, Unione Danese Scacchi) e nel 1904 apparve la prima rivista specializzata. Qui ovunque si sente un forte sapore di fiaba e di leggenda. Come quella di Dannebrog (Dan=rosso, brog=stoffa), la bandiera più antica del mondo, il panno rosso-crociato che scese dal cielo il 15 giugno 1219 nel mezzo dell’epica battaglia di Lyndanisse, in Estonia, quando re Valdemar riportò una storica vittoria contro “i barbari”. Oggi Dannebrog è più che mai nei cuori danesi e a Copenhagen per ogni ricorrenza, nazionale e famigliare, si usa esporre, dall’alba al tramonto, la bandiera rossa-biancocrociata all’esterno della propria casa.”
Martin Severin Janus From è stato il primo scacchista danese a raggiungere una notorietà internazionale, sia come giocatore, partecipando al grande torneo di Parigi del 1867, sia come teorico. Nel suo lungo soggiorno a Copenhagen, dal 1849 alla morte avvenuta nel 1895, elaborò due gambetti d’apertura ancora molto conosciuti: il “Gambetto danese” (1.e4, e5 2.d4, exd4 3.c3) e il “Gambetto From” (1.f4, e5), popolare séguito usato contro l’apertura Bird.
Nel 1899 si tenne a Copenhagen il secondo “Campionato Nordico”, torneo molto sentito nei paesi scandinavi. La vittoria arrise ad un giocatore di casa, Jorgen Moeller, anche lui conosciuto ai nostri giorni per aver ideato l'”Attacco Moeller” (1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3. Ac4 Ac5 4.c3 Cf6 5.d4 ed4 6.cxd4 Ab4+ 7.Cc3 Cxe4 8.O–O Axc3 9 .d5), un seguito della “Due Cavalli” ancora oggi usato dai grandi maestri.
Copenhagen, Campionato Nordico 1899: 1°Moeller 8,5/10, 2°Krause 8, 3°-4°Rosendhal e Nielsen V. 7, 5°Pritzel 5,5, 6°Giersing 4,5, (11 partecipanti)
Il quinto “Campionato Nordico” si disputò a Copenhagen nel 1907, e risultò un torneo di buon livello, essendo ammessi al torneo principale tre grandi maestri e due maestri nordici. I favoriti Maroczy e Schlechter vennero superati dal bravo Leonhardt.
Nel 1916 Copenhagen ospitò il nono “Campionato Nordico”, vinto dallo svizzero Paul Johner davanti ai maestri scandinavi Lowenborg e Krause e all’olandese Marchand.
Con l’arrivo di Aaron Nimzowitsch a Copenhagen, nel 1922, la vita scacchistica cittadina si ravvivò.
L’autore del “Mein System” vi risiedette fino alla morte, avvenuta nel 1935. Nel 1923 Nimzowitsch vinse un piccolo torneo, giocando una partita che sarebbe passata alla storia.
Nel 1924 Nimzowitsch vinse il dodicesimo “Campionato nordico”, precedendo lo svizzero Paul Johner. Questi furono anni felici per gli scacchi danesi, come dimostra il secondo posto colto dalla nazionale, capitanata da Erik Andersen, alle Olimpiadi di Londra del 1927. Sempre nel 1927 Maroczy vinse a Copenhagen un piccolo torneo davanti a Nimzowitsch e Ruben, mentre nel 1928 fu Nimzowitsch a precedere Norman-Hansen. Nel 1934 Nimzowitsch vinse un altro campionato nordico disputatosi a Copenhagen, superando i quotati maestri scandinavi Lundin, Stahlberg, Enevoldsen e Stoltz. Scomparso Nimzowitsch, gli scacchi danesi ebbero un ristagno fino ai tempi di Larsen.
Copenhagen ospitò nel 1960 un torneo internazionale che vide la presenza dei due grandi maestri sovietici Petrosian e Geller e di quello svedese Stahlberg.
I tre monopolizzarono la lotta per il successo, con il padrone di casa Larsen incapace di tenere il passo.
In coda ritroviamo Johan Barendregt (1924-1982), psicologo e docente di teoria della personalità presso l’Università di Amsterdam.
Il torneo di Copenhagen del 1965 vide un arrivo a pari merito di Gligoric e dei sovietici Suetin e Taimanov. Ancora una volta Bent Larsen, che in quegli anni era già uno dei più forti giocatori al mondo, rimase ai piedi del podio.
Buona la prova del solido Gedeon Barcza (1911-1986), noto per l’omonima apertura (1.Cf3,d5; 2.g3) e campione d’Ungheria per ben 8 volte fra il 1942 e il ’58.
Dal 1979 a Copenhagen iniziò un torneo open annuale dal nome di Politiken Cup.
Nel 1985 venne anche organizzato un torneo per grandi maestri, che fu dominato dall’ungherese Jozsef Pinter.
Copenhagen 1985: 1°Pinter 8,5/11, 2°-4°Larsen, Olafsson H. e Hansen C. 7, 5°Smyslov 6, 6°-7°De Firmian e Hjartarson 5, 8°-9°Plaskett e Hoi 4,5, 10°-11°Karlsson e Kristiansen 4, 12°Mortensen 3,5
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