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WaZ 2019 – Carlsen vince il suo settimo titolo

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(UnoScacchista)
Dopo poco più di 3 settimane e 13 turni di gioco si è conclusa ieri l’edizione 2019 del Tata Steel Chess. Si è imposto per la settima volta Magnus Carlsen, che aggiunge così un altro record alla sua lista. La sua vittoria è stata suggellata dalla patta dell’ultimo turno con Anish Giri, suo diretto inseguitore. Nel torneo Challengers, vittoria netta e meritata del bielorusso Vladislav Kovalev, che vedremo nel torneo Masters dell’anno prossimo.

[Immagine di apertura di Willum Morsch]

L’ultimo gruppo di 3 turni dopo la giornata di riposo ha visto Giri raggiungere Carlsen grazie ad una fortunosa vittoria contro Shankland (di cui abbiamo parlato separatamente) e rimanergli in scia grazie alla patta che Radjabov gli ha misteriosamente concesso in posizione superiore al 12° turno. Il risultato è stato quello che tutti gli organizzatori di tornei sperano: lo scontro diretto tra i primi in classifica all’ultimo turno.

Magnus Carlsen in azione (Foto di David Llada)

Nel frattempo, nel torneo Challengers, Kovalev ha fatto il vuoto con tre vittorie consecutive, che, assieme a quella del 10° turno, ha portato a 4 la sua striscia di partite vinte in fila. Qualche maligno, suggerisce che questo risultato sia in parte dovuto alle ore piccole che fa al pub, ma bisogna anche dire che negli ultimi due turni ha affrontato i giocatori giunti agli ultimi due posti della classifica finale. Guardiamole, dunque, queste classifiche.

Torneo Masters

Dopo che Carlsen ha portato i suoi motori a regime, la vittoria non è sembrata mai in dubbio, anche se Giri e Nepomniatchtchi gli sono rimasti in scia fino alla fine. L’olandese non ha saputo o potuto sfruttare la possibilità di giocare contro Carlsen con il Bianco all’ultimo turno, ma è riuscito comunque a garantirsi il secondo posto grazie alla sconfitta di Nepomniatchtchi al penultimo turno.

WaZ 2019 – Tabellone Masters
WaZ 2019 – Classifica Masters

Il podio finale porta alla ribalta i 3 giocatori che hanno vinto più partite di tutti (14 sulle 36 totali) in un torneo che si è dimostrato molto combattivo (solo il 60% di patte), grazie soprattutto, va detto, alla scarsa propensione alla patta di Van Foreest e Kramnik.

WaZ 2019 – Carlsen, Giri e Nepo durante la premiazione

Di Carlsen è stato detto già di tutto, quindi è inutile parlare di nuovo della sua tenacia e volontà di vittoria, dimostrata nei finali vinti contro Anand, Mamedyarov e Duda ma anche, e forse ancora di più, nel finale che ha pattato con Fedoseev. Quest’anno ha giocato con maggiore scioltezza che nel 2018 e, anche se lui stesso ha ammesso che il suo gioco non ha brillato, chiudere a +5 non essendo praticamente mai a rischio sconfitta è un risultato eccellente.

Anche a biliardino Carlsen si impegna per vincere!

Il fatto che Carlsen abbia vinto il torneo per la settima volta (record assoluto) e che abbia portato il suo vantaggio su Caruana nella classifica a 16 punti sono altri motivi perché il Campione del Mondo parta sorridente da Wijk aan Zee. Il suo prossimo torneo sarà il Grenke 2019 ad Aprile, ma ha detto che sarà forse possibile giocare qualcos’altro prima di allora (un altro match di FischeRandom, forse?)

Giri ha confermato il secondo posto dell’anno scorso, stavolta con un po’ di fortuna ma comunque dimostrando la sua proverbiale solidità. La sua divertente “battaglia” a suon di Tweets con Carlsen avrebbe potuto aggiungere tensione allo scontro decisivo del 13° turno, ma all’atto pratico il norvegese non ha avuto il minimo problema.

Waz 2019 – La stretta di mano prima della partita decisiva

Giri avrebbe dovuto vincere per arrivare primo, ma la scelta dell’apertura e la sua condotta hanno dimostrato come probabilmente fosse molto contento della patta che gli ha assicurato il secondo posto.

Giri è sempre a suo agio davanti ai microfoni o davanti alle tastiere (foto di David Llada)

Nepomniatchtchi si è “seduto” nella seconda parte del torneo (forse anche a causa di una indisposizione), ma è stato decisivo per l’assegnazione del titolo, visto che ha battuto Giri al primo turno. Dopo 2 vittorie in 3 turni, però, Nepo ha ottenuto solo il 50% dei punti, complici le sconfitte con Van Foreest (imperdonabile per chi aspira a vincere un torneo come il Tata Steel) e Shankland. Si può consolare comunque con l’ingresso nella Top10 Elo (8° posto) con il suo nuovo record personale (2771).

Ding Liren sempre solidissimo, ma senza brillare (Foto di David Llada)

Con il suo stesso punteggio sono arrivati Ding Liren (unico imbattuto oltre a Carlsen) e Anand (che ha perso solo con il norvegese). Il cinese non è riuscito a brillare, ma si è portato comunque al terzo della classifica Elo grazie ai punti persi da Mamedyarov.

Seguono quattro giocatori a 6 punti e mezzo: Radjabov, Shankland, Vidit e Rapport. Per tutti ci sono motivi di soddisfazione e qualche rimpianto, specialmente per lo statunitense, che comunque ha reagito bene allo svarione dell’11° turno, vincendo le ultime due partite.

Duda, che ha chiuso a 5 punti e mezzo, non è riuscito a dare continuità al suo gioco, ma ha messo in mostra molte qualità che lo confermano come uno dei giovani più interessanti.

Nella parte bassa, a 5 punti, un terzetto di delusioni. Fedoseev ha chiuso con 3 sconfitte in 4 partite e non ha mai dato le sensazione di poter fare la differenza, nonostante le molte promesse. Per Mamedyarov un torneo da dimenticare: 3 sconfitte e nessuna vittoria, con 27 punti Elo persi per strada; punti Elo fondamentali per la qualificazione al prossimo Torneo dei Candidati, come spiegheremo in un prossimo post.

Parte dell’Albo d’oro del torneo (Foto di David Llada) – Riconoscerete sicuramente molti dei vincitori

Merita in capitolo a parte Vladimir Kramnik. L’ex-campione del mondo è precipitato nella classifica Elo Live al 15° posto, lasciando sul campo 24 punti. Il tutto è principalmente dovuto al suo atteggiamento ultra-rischioso, che gli ha fatto prendere molte decisioni inusuali per il Kramnik che conoscevamo. La sua ultima partita con Shankland ne è una dimostrazione lampante: invece di semplificare in un finale di Torri patto, il russo ha tentato di vincere una partita in cui, con tre pedoni avanzati per un alfiere, solo Shankland aveva chances; come giusto, alla fine Kramnik ha perso, concludendo al penultimo posto un torneo indecifrabile.

Chiude Jorden Van Foreest, classico giovanotto talentuoso in cerca di sfide da cui imparare. Ha messo in mostra molte qualità (chiedere a Nepomniatchtchi e a Duda), ma anche molte aree in cui dovrà migliorare.

Il presidente FIDE Dvorkovich apre il 10° turno

Torneo Challengers

Come detto, Kovalev si è prodotto in uno strappo finale irresistibile, che non solo gli ha garantito, imbattuto, la vittoria nel Torneo Challengers (con annesso invito al Torneo Masters 2020), ma anche l’ingresso nel Club 2700, con i 2702 punti raggiunti nella classifica Elo Live.

WaZ 2019 – Tabellone Challengers
WaZ 2019 – Classifica Challengers

Il battistrada Chigaev si è afflosciato alla fine, permettendo ai giovani Esipenko e Gledura di appaiarlo e superarlo per spareggio tecnico.

WaZ 2019 – La premiazione del Challenger: da sinistra Kovalev, Gledura ed Esipenko

Tornei solidi per i giocatori più navigati (Korobov, L’Ami e Bareev), con Maghsoodloo a guidare la pattuglia di giovani giunta nella seconda metà della classifica: Lucas Van Foreest, Keymer e Praggnanandhaa hanno sofferto, ma dovrebbero aver accumulato buone esperienze per il futuro.

Anche Keymer (in coppia con il suo trainer Leko) si cimenta al biliardino

Chiudono le due giocatrici invitate, Saduakassova e Paehtz (appaiate a 3 punti e mezzo) e il vincitore del torneo C di qualificazione del 2018, l’olandese Kuipers. Quest’ultimo ci dà la possibilità di mostrare la bella chiusura di torneo del vincitore Kovalev.

Kovalev, l’anno prossimo nel Masters (Foto di Alina L’Ami)

In conclusione, un’altra edizione del Tata Steel Chess piena di agonismo, belle partite e un contesto attento e pervasivo: in Olanda ovunque vadano gli scacchi si radunano appassionati e si organizzano tornei. Un’esempio da seguire, certamente. Ci si vede nel 2020: stessa spiaggia, stesso mare (gelido).

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