La conoscenza non è un optional
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(Riccardo M.)
Come si fa a trovare le soluzioni ai problemi quotidiani che di volta in volta ci presentano il nostro lavoro, le nostre giornate, la nostra vita?
La risposta dipende da tante circostanze, ma alla base c’è sempre un elemento significativo e determinante. Questo elemento è la conoscenza, è il sapere. E’ la cultura. Senza la conoscenza di norma fa naufragio il singolo, fa naufragio un imprenditore, fa naufragio una classe politica e in tal caso (il lato peggiore) può far naufragio l’intero Paese.
Guardate la posizione seguente e fatela giocare ad un principiante onesto ma senza competenza ed esperienza. Come andrà a finire? Mah!
Mostratela invece a qualcuno che conosce il principio che quando un pedone ha raggiunto la quinta traversa (con eccezione del pedone di Torre), ed ha il suo Re davanti, si vince sempre, opposizione o non opposizione. Tutto sarà diverso.
La posizione è tratta da un match amichevole blitz, sulla distanza di 10 partite, giocato a Berlino nel 1914 fra Capablanca e Lasker. Il cubano (che portò a casa quel match col punteggio di 6,5 a 3,5) qui vinse elegantemente con una manovra semplicissima, applicando proprio quel principio sopra esposto.
Così tutto appare facile, no? Ma serve la conoscenza, perché la conoscenza la puoi confrontare con l’altrui conoscenza e contrapporre all’altrui ignoranza, almeno finché l’ignorante astuto ma potente non te lo impedisca prima con la forza.
Dai dati ISTAT del luglio 2018 sappiamo che l’Italia ha pochi laureati, appena il 18,7% dei 25-64enni contro il 31,4% della media UE. Pochi sono anche i diplomati, solo il 60,9% rispetto a una media europea del 77,5%. E’ un altro gap da colmare, ma non mi pare si sia sulla buona strada. Sempre l’ISTAT ci fa sapere (luglio 2019) che l’Italia è invece al primo posto nell’UE per i NEET (Not in Education, Employment or Training): sono circa 2 milioni e 116mila i giovani fra i 15 e i 29 anni che da noi non studiano, non lavorano né cercano lavoro. Uno su quattro! Un record europeo non invidiabile (chi sta meglio di tutti sono Olanda e Svezia con appena 1 su 15) e piuttosto preoccupante (*).
Henry Ford (1863-1947) affermava che la sola vera sicurezza che una persona può avere a questo mondo è una buona scorta di conoscenza, esperienza e capacità. E così, parecchi anni più tardi di Ford, saggiamente aggiungeva l’attore Dario Fo:
Fermare la diffusione del sapere è per il potere uno strumento di controllo, perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
Non dimentichiamolo, sì, perché il mondo di oggi ha terribilmente bisogno, oltre che della conoscenza, anche di non dimenticare, mai.
(*) un più recente dato ISTAT, di queste settimane, è relativo alla fascia di età 20-34 anni: sono oltre 3 milioni i giovani NEET, quasi il 29%.