Capablanca-Ilyin Zhenevsky: la storica battaglia del 1925 a Mosca
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(Riccardo M.)
L’interesse che ha suscitato il nostro recente articolo su quel notevole, brillante personaggio di cent’anni fa che è stato il russo di San Pietroburgo Aleksandr Ilyin Zhenevsky ci spinge a far conoscere al nostro pubblico (ma in parecchi già potrebbero conoscerla) la partita che in quell’occasione abbiamo citato e che è senza dubbio la sua più nota.
[Immagine: “Dieci settimane e mezzo: la guerra e la morte di A.F.Ilyin Zhenevsky”, di S.Morozov.]
La particolarità dei commenti che vedete qui sta nel fatto che ho scelto di realizzare un mix fra quelli dello stesso Ilyin Zhenevsky, contenuti nel suo lavoro “Diario del Torneo internazionale Mosca 1925”, e quelli di un altro protagonista dello stesso torneo, Pëtr Arsen’evič Romanovskij, commenti tratti dalla sua opera di maggior successo “Mitel’ spil’” (“Il centro di partita”), tradotta in Italia nel 1968 da Giorgio Porreca (U.Mursia & C. editori) e della quale si ebbero diverse fortunate edizioni.

Andiamo anzitutto a leggere, dal “Dizionario degli scacchi” (1929) di Ilyn Zhenevsky, le sue impressioni sulla manifestazione che, anche per merito dei suoi sforzi, si poté organizzare quell’anno a Mosca riunendo tanti campioni ed altri validissimi giocatori.
“La Camera dei Soviet non poteva accogliere tutti gli appassionati di scacchi. E una folla di circa un migliaio di persone rimase sempre in piedi davanti alla porta, cogliendo informazioni casuali e voci sul corso della lotta nelle dieci scacchiere del torneo internazionale.
Il torneo fu uno dei primi eventi culturali significativi nell’Unione Sovietica.
Non è stato solo il più grande evento di scacchi dell’epoca, ma ha anche svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’interesse per gli scacchi tra le grandi masse lavoratrici dell’URSS. Ha anche avuto un grande significato politico come primo torneo organizzato a spese dello stato. Il costo totale del torneo fu di 55.000 rubli, di cui 30.000 sono stati ricevuti sotto forma di sussidi speciali dal Consiglio dei commissari del popolo, e il resto è coperto dall’ammissione. Al torneo hanno partecipato quotidianamente fino a 2.000 spettatori, ma in effetti, secondo numerosi resoconti dei giornali, l’intera URSS ha seguito il progredire della gara”.
E’ il turno n.7 a Mosca. Nel turno precedente Ilyin Zhenevsky non è andato oltre la patta col suo giovane connazionale Solomon Gotthilf e adesso lo attendono di fila niente meno che Capablanca e Lasker. Vediamo questa partita contro il campione mondiale cubano, avvertendo che le osservazioni di Ilyin Zhenevski sono riportate in corsivo e con la dicitura “AIZ”, mentre tutto il resto è frutto di Piotr Romanovskij, il “pedagogo degli scacchi” dell’Unione Sovietica.
Capablanca-Ilyin Zhenevsky (Mosca 1925)
La partita, con i commenti di Romanovslij e Ilyin Zhenevsky
Un mormorio attraversa la folla. Tutti avevano visto la posizione cattiva di Capablanca, ma molti speravano in un qualche miracolo, in una sorpresa che il campione avrebbe rivelato inaspettatamente al pubblico. Dopotutto è lui il più grande giocatore di scacchi e, forse, solo lui vede qualcosa che nessun altro vede. Ma stavolta queste aspettative non sono state soddisfatte. Capablanca si è arreso. Davide ha sconfitto Golia. (A.I.Z.)
Quale è stato in definitiva l’errore del Bianco? … Evidentemente va cercato nel piano prescelto, che è iniziato con i tratti 11.Cd1 e 12.c3. Egli avrebbe dovuto giocare Tae1, poi Rh2, f4, Cd1, avanzando i pedoni solo dopo aver consolidato la posizione e dopo aver trovato un modo concreto per conquistare l’iniziativa.
Uscito dalla sala di gioco, a malapena mi faccio strada tra la folla entusiasta. Qualcuno mi stringe la mano, altri si complimentano battendomi sulle spalle; circondato da un muro di appassionati, entro nei locali dell’ufficio stampa, dove debbo scrivere la mia prossima corrispondenza. Ancora a tarda notte, lasciando l’edificio del torneo, noto che una grande folla è in piedi sulla strada ad aspettarmi e trovo un fragore di altri applausi. (A.I.Z.)
Note…
(1) “Capablanca non si accorge ….” è un’affermazione severa. Lungi da me criticare le certezze di un maestro come Romanovsky, ma potrebbe essere accaduto che il cubano ancora in quel frangente avesse avuto una buona dose di fiducia nelle proprie chances e nelle proprie superiori capacità.
(2) i punti esclamativi sono naturalmente tutti di un ammirato Romanovsky (anche lui fu sconfitto da Ilyin Zhenevsky in quel torneo): come vedete Ilyin Zhenevsky non entra invece troppo nei dettagli tattici e si sofferma su altri aspetti dell’incontro.
(3) l’impazienza nell’attesa dubbiosa del conduttore dei Neri (anche se questo tratto numero 27 non viene per niente commentato da Romanovsky), è piuttosto comprensibile. Più tardi infatti alcuni commentatori scrissero che 27.Af3, minacciando Rg2 e Th1, avrebbe portato ad una vittoria forzata per il Bianco. Altri suggerirono come ancor più forte 27.Ad2!, difendendo il pedone “c3” e minacciando Ah3. Una cosa è certa: come scrisse Pachman, 27.d4? è stata una mossa sbagliata. Sbagliatissima. E’ anche possibile che il campione del mondo in questa partita abbia piuttosto sottovalutato un avversario che non era ritenuto tra i più quotati del suo tempo.
(4) Qui Romanovsky analizza a fondo per evidenziare come anche 30.Rh2 non avrebbe dato frutti all’attacco del Bianco. Nelle note alla traduzione del testo di Romanovsky, Porreca aggiunge invece che tanti anni dopo “Igor Zajcev sul n.14 (1971) del settimanale “64” dimostrò che con 30.Rh2 Capablanca effettivamente avrebbe avuto ancora probabilità di vittoria. L’articolo si trova tradotto nel n.6 del 1971 della rivista “Scacco!””. Ma quelle probabilità di vittoria non furono accertate da ulteriori successive analisi.
(5) Possibile che Capablanca non avesse immaginato il prossimo tratto del Nero e ancora ritenesse di avere possibilità di strappare il punto pieno? Qui poteva forse tentare, per salvarsi, 31.Cxg6 (Romanovsky tace al riguardo).
(6) Siglando in effetti l’imprevista e rapida resa. Difficile trovare in giro per i tornei una Donna più disperata e impotente come questa di Capablanca!
…. e un paio di commenti in più
Quando ho mostrato ad un amico questa partita e la bozza di questo articolo, mi ha fatto rilevare come, tra i due protagonisti sulla scacchiera (Capablanca e Ilyin Zhenevsky) e i due protagonisti dei commenti (Romanovsky e Ilyin Zhenevsky), la figura peggiore l’abbia fatta Romanovsky, ipercritico a senso unico nei confronti delle mosse del cubano. C’è però da considerare che oggi i programmi ci dicono in pochi secondi quello che nello scorso secolo s’impiegava anni a vedere, come dimostrano le tante analisi che fecero, ancora 25 anni dopo la partita, Igor Zajcev ed altri.
Mi piace da ultimo fermare un attimo l’attenzione su quell’ammirato accenno all’entusiasmo della folla plaudente che fa il nostro giocatore e cronista Aleksandr Ilyin Zhenevsky. Ci possiamo chiedere dove siano finite oggi le folle festanti di appassionati. Si parla sempre di scacchi, ma decisamente quelli erano altri tempi e altri luoghi e momenti, irriconoscibili, e quegli stessi comportamenti della gente comune oggi sono impossibili da replicarsi e forse non torneranno più.