Bobby Fischer e la “trappola di Bastrikov”
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(Topatsius)
La chiamava così il mio maestro di scacchi Mantas Paulauskas: “la trappola di Bastrikov”. E la giocò perfino il campione del mondo Robert Fischer! Un trappolone nel quale Reshevsky cadde incredibilmente (più oltre vedremo) come l’ultimo dei pollastri.
Ma anzitutto chi era Bastrikov?
Georgy Bastrikov (1914-1979) è stato un maestro russo (nominato “Maestro dello Sport” nel 1958), a lungo insegnante nelle squadre giovanili sovietiche, un giocatore che amava particolarmente l’approfondimento delle aperture e del quale potete leggere qui alcune notizie.
Insegnamento e ricerca di nuove varianti: due aspetti che me lo resero subito simpatico, anche se non lo conobbi mai; il terzo motivo della mia simpatia risiedeva nell’essere lui stato per tanti anni, fino al giorno della morte, il direttore di un circolo di scacchi per persone disabili a Sverdlovsk, nei lontani e gelidi Urali. Ci sarebbe un quarto motivo: era una “buona forchetta”, ma ciò qui conta poco.
Oggi lo si ricorda per aver dato il nome ad una variante della difesa Siciliana-Taimanov, questa: 1. e4 c5 2. Cf3 e6 3. d4 cxd4 4. Cxd4 Cc6 5. Cc3 Dc7.
La “trappola di Bastrikov” apparve invece, forse per la prima volta, in una partita che lo rese piuttosto noto, almeno in Unione Sovietica: la Bastrikov-Shamkovich, giocata a Sochi nel 1958. Ecco come su “Chessgames” è riportata la partita:
1-0 in 10 mosse??
No. Quasi certamente si tratta di un errore del sito, per due motivi: anzitutto perché lo stesso Leonid Shamkovich (un ben noto Grande Maestro emigrato in Israele negli anni ’90) volle subito precisare, quando vide questa partita più volte pubblicata in giro per il mondo, che il tratto 9…. Ce8 fu semplicemente un tratto esaminato dai due giocatori nel post-partita, nulla di più. La partita in realtà, come correttamente venne riportato da Jakov Neishtadt nel suo volume “По следам дебютных катастроф” (1979), fu per l’esattezza questa:

Shamkovich si accorse quindi per tempo del sacrificio di Alfiere in “f7”, anche se non salvò quella partita con Bastrikov. Non se ne accorse invece il Nero nel corso di una partita giocata quattro anni dopo in Lituania (Ambrazaitis-Rubin, 1962). E soprattutto non se ne accorse Samuel Reshevsky quando oppose il suo Dragone a Bobby Fischer qualche altro anno più tardi. Reshevsky era notoriamente un po’ pigro nello studio delle aperture e certo gli era sfuggita, fra le tante altre cose, anche la “trappola di Bastrikov”.
Fischer ci provò e con successo:
Fischer-Reshevsky, 1959
Campionato USA 1958/59, New York
Successivamente Fischer avrebbe ammesso di aver visto il tratto Axf7+ in un numero dello “Shakhmatny Bulletin”, e quindi di aver pensato di poter far cadere l’abbastanza addormentato (in apertura) Reshevsky in quella trappola preparata e non troppo nota: “la trappola di Bastrikov”! Succede. Avete provato anche voi lettori a giocare robe del genere in apertura? No? Provateci!
P.S.: nell’immagine di copertina, R.Fischer all’arrivo all’aeroporto di Reykjavik nel 1972