Excelsior, tra scacchi e poesia
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Excelsior (Longfellow) - Illustrazione del 1846 inclusa in "Longfellow, A Rediscovered Life"
(Uberto D.)
Qui su UnoScacchista parliamo spesso del rapporto tra letteratura e scacchi, di romanzi e poemi che parlano di scacchi e di autori appassionati di scacchi. Credo che tutti conoscano il sonetto scritto per descrivere il cosidetto “matto di Légal”, ma è difficile pensare a uno studio composto per rappresentare sulla scacchiera una poesia.
Henry Wadsworth Longfellow, poeta statunitense del 1800 e figura molto influente delle seconda metà del secolo, scrisse nel 1841 una poesia intitolata “Excelsior”. La tematica affrontata, quella delle conseguenze di perseguire ambizioni troppo grandi e di non considerare quanti consigliano prudenza, ha suscitato molte emozioni e il termine “Excelsior” (più in alto) è stato spesso adottato come motto.
Il grande Sam Loyd diede questo nome a nua sua celeberrima composizione, caratterizzata dalla sequenza di cinque mosse consecutive di un pedone che, dalla casa di partenza, si muove sempre “più in alto” fino alla casa di promozione. Ed “Excelsior” è diventato uno dei temi per i compositori di problemi e studi.
Nel 1958, più di un secolo dopo la pubblicazione della poesia, Vladimir Korolkov decise di trasportarla sulla scacchiera, componendo lo studio che vi mostro, inframezzando le strofe della poesia (nella traduzione in italiano di Paolo Statuti) come inserito da A.J. Roycroft nel suo “A Comprehensive Introduction to the Chess Endgame Study” (Dover Publications, seconda edizione del 1981).
Vladimir Korolkov
1958 – “Problem”
Il Bianco muove e vince
Le ombre della sera eran già vicine,
Quando attraverso un villaggio alpino
Un giovane (*) tra neve e ghiaccio passava,
E un vessillo con un motto strano portava:
Excelsior!
(*) Il pedone bianco in b2
(La fronte era triste, ma il suo sguardo
Balenava come sguainato brando,
E sonava come tromba d’argento
Di quella lingua l’ignoto accento:
Excelsior!)
[Strofa non inclusa nella rappresentazione scacchistica di Korolkov]
In case felici egli vedeva il chiarore
Dei focolari, la luce e il calore;
Sopra, spettrali ghiacciai notò,
E dalle labbra un gemito sgorgò:
Excelsior!
Un vecchio (*) disse: “Non tentare la sorte –
Il buio scende, la tempesta è alle porte,
Il torrente è profondo e veloce!”
Ma della tromba chiara replicò la voce:
Excelsior!
(*) Il Re bianco in c1
Disse una fanciulla (*): “Fermati, o diletto,
E riposa la tua testa sul mio petto!”
Un lacrima brillò nei suoi occhi blu,
Ma gemendo rispose una volta di più:
Excelsior!
(*) La Donna bianca in b1
“Attento al ramo secco che si protende!
Attento alla valanga incombente!” –
Fu la buonanotte di un paesano,
Ma la voce rispose dall’alto e lontano:
Excelsior!
Mentre, volgendo al cielo lo sguardo,
I devoti monaci di san Bernardo
Recitavano la loro preghiera,
La voce gridò nell’aria vibrando:
Excelsior!
Un viandante, dal suo cane fedele
Fu trovato semisommerso dalla neve,
Stringendo nella mano, ormai morto,
Il vessillo con quello strano motto:
Excelsior!
Là nella fredda e grigia luce della sera,
Senza vita, ma bello, egli giaceva,
E dal cielo, serena e distante,
La voce scendeva come stella filante:
Excelsior!
Al contrario della figura retorica descritta da Longfellow, il coraggioso pedone b2, dopo aver attraversato sempre “più in alto” e in diagonale l’intera scacchiera, si immola per consentire la vittoria al suo colore. Una epopea scacchistica molto ben disegnata da Korolkov nel suo “Excelsior”.
