Tracolli in tre tratti
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(Topatsius)
Questo titolo è in pratica uno scioglilingua e naturalmente i tratti non sono soltanto tre, ma poco ci manca. Certi tracolli, più che tracolli, sono partenze false, anzi, ancor più che partenze, sono come un motore ingrippatosi già in avvio. Alcuni hanno dell’incredibile e lasciano quasi pensare ad una “scommessa a perdere”. Vediamoli.
Il primo è da sottolineare perché compie oggi esattamente un secolo, ma il conduttore dei Bianchi autore del misfatto non può essere festeggiato, non soltanto perché ormai non è più su questa Terra, ma anche perché, per sua fortuna, rimase anonimo.
La partita fu giocata presso il circolo di Genova “Luigi Centurini” e mi fu mostrata, da giovane, da un maestro il quale, vedendomi giocare la Partita del Centro, prese il controllo della scacchiera e mi disse: “Guarda cosa può succederti con la Partita del Centro!”
N.N. – Alberto Mari
12 marzo 1922
La partita che avete visto venne presentata dal Salvioli in una edizione del suo “Giuoco degli Scacchi di Gioachino Greco”. Alberto Mari (1882-1953, di Ferrara, e che vedete nella immagine sotto il titolo) è stato un valido compositore di scacchi e redattore de “L’Alfiere di Re” e “L’Italia Scacchistica”. Vi confesso che da allora abbandonai la Partita del Centro in favore del Gambetto del Centro. Ma non è che mi sia andata troppo meglio …
Freniamo il disgusto generatoci da NN e andiamo avanti, fermandoci appena pochi giorni dopo di quel 12 marzo di 100 anni fa, esattamente al 27 aprile, quando il tracollo che state per vedere accadde nel corso delle Olimpiadi Universitarie di Roma fra due semi sconosciuti giocatori:
G.Guidi – F.Pasquinangeli
27 aprile 1922
La debolezza risultante dalla spinta in f6 del pedone “f” nero è una delle prime cose che giustamente vengono mostrate ai principianti.

Facciamo un salto più indietro, di 23 anni, ed eccoci alla partita:
Imbisch – Goering
1899
Forse il Nero non si è ricordato che la casa “d5” non è sotto il suo controllo. Facile, eh, vincere a scacchi?
Fermiamoci un istante al 1899 (un anno che ci sta simpatico perché fu quello del grande Torneo di Londra vinto da Lasker), e vediamo la:
Pruegel – Dyckoff
1899, per corrispondenza
Una partita tutta da dimenticare, non so nemmeno perché io l’abbia inserita qua, dimenticatela immediatamente!
Il banchiere tedesco Carl Carls (1880-1958) aspirava a diventare un Carlsen, ma in realtà non lo si potrà mai confondere con Carlsen, anche se giocava i finali bene quasi come fa oggi il campione norvegese. Ed era anche un discreto esperto della difesa Caro Kann, come potete ammirare qui:
Schuster – Carls
1914
Infine riavviciniamoci un poco ai nostri decenni con l’ultimo dei tracolli di oggi, in verità una miniatura piuttosto nota:
Rusakov – Verlinskij
1947