Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Caorle, Pedoneide e quattro pedoni

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(Uberto D.)
Se avete capito cosa significa “Pedoneide” siete sicuramente un boomer e avete giocato il mitico torneo di Caorle tra il 1972 e il 1988. Se non lo avete capito, invece, vi dirò che “Pedoneide” era un opuscoletto ciclostilato dal sottotitolo “Bollettino d’informazione dei tornei di scacchi” che veniva distribuito ogni giorno ai partecipanti al Torneo di Caorle.

Immaginate lo sforzo organizzativo per produrre qualcosa del genere in quegli anni: niente computer portatili, niente internet, solo stampanti ad aghi, niente cellulari… insomma tutto andava pensato, battuto a macchina, impaginato in fretta e furia, portato in copisteria, stampato, affoliato, piegato e preparato per la distribuzione tra fine turno e inizio del turno successivo. Ovviamente includendo risultati, classifiche e accoppiamenti dei vari tornei (magistrale, i 3 nazionali, esordienti e, qualche volta, anche il torneo degli accompagnatori).

Una fatica immane per Giuseppe Vianello che coordinava il tutto, ma volete mettere la soddisfazione per noi giocatori nello sfogliare un bollettino come facevano i Maestri durante i tornei “quelli veri”? E magari scoprire che la nostra partita era stata scelta tra quelle da pubblicare?

Ecco, questo è esattamente quello che mi successe nell’edizione del Torneo di Caorle del 1985, dove nel “Pedoneide” del 6° turno comparve la mia partita del primo turno commentata addirittura dal mio avversario, il Maestro Internazionale Andrew D. Martin.

All’epoca ero un bel giocatorino e vantavo, dopo 4 magistrali giocati, un 2085 di Elo che era molto vicino alla cosiddetta “norma” per diventare Maestro, posta a 2100 Elo (ma bisognava confermarla per 3 tornei). Iniziai quindi il torneo con molte aspettative e vedere che al primo turno avrei giocato di Bianco con un 2410 mi fece molto piacere: cosa di meglio di una bella sfida con un giocatore molto forte?

Andrew Martin (a destra, contro John Upham) a inizio anni ’80. Ad oggi Andrew ha pubblicato una ventina di libri e più di 50 DVD

Il torneo si svolgeva in una scuola e le salette di gioco erano ricavate nelle aule, dove si giocava sui banchi di scuola. Non il massimo, devo ammettere, ma in quegli anni noi scacchisti eravamo abituati a giocare dappertutto, quindi… stretta di mano e via!

Quello che vi mostro è la partita, molto vivace, che esattamente 37 anni fa giocammo io e Andrew (chi mai poteva sospettare che sarebbe diventato un affermato autore di libri?). Il risultato non fu quello che speravo, ma di certo l’inglese dovette sudare anche più delle proverbiali sette camicie e trovò la partita talmente interessante da mettersi a commentarla per Roberto Messa, curatore della rubrica delle partite scelte.

Uberto Delprato – Andrew D. Martin
Caorle, 06.06.1985
Commenti di Uberto Delprato e, dove indicato, di Andrew D. Martin

Inutile dire che non sono d’accordo sull’ultima frase di Andrew: ho giocato il finale in maniera terribile, in qualche modo evidenziando la ragione per la quale non riuscivo ancora ad ottenere la tanto agognata prima norma di Maestro.

Per fortuna, pur nella delusione di un torneo che non andò bene per me, ho conservato quel numero 6 di “Pedoneide” del 1985. A distanza di 37 anni tutto acquista colori più caldi e rivedermi giocare quella partita sa di una nostalgia che stempera il ricordo della delusione di quel giorno.

Pedoneide 1985, n.6 (partite commentate) – Cliccando sull’immagine si possono vedere le pagine ad alta risoluzione

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