Curiosità sparse su Bobby Fischer
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(Adolivio Capece)
Iniziamo col parlare di quell’intervista rilasciata da Robert Fischer al quotidiano di Zagabria “Start” e pubblicata l’11 agosto del 1971. L’intervista ebbe luogo successivamente alle vittorie di Bobby su Taimanov e su Larsen, e prima del match con Tigran Petrosian. Eccone qui riportati gli stralci più interessanti (potete trovare l’intervista completa nel post di Riccardo: “Mi chiamo Robert James Fischer, per gli amici “Bobby”“)
“Start” 11.08.1971
“Sono nato il 9 marzo 1943 a Chicago. I giornalisti scrivono dappertutto che gli abitanti di Chicago sono in gran parte gangster: che sciocchezza, i giornalisti non li sopporto …
… Mio padre abbandonò mia madre quando avevo due anni: non l’ho più visto. So soltanto che era tedesco e si chiamava Gerard. Mia madre era maestra e precettrice in un collegio svizzero. Vivevamo a Brooklin …
… Mi appassionai agli scacchi e lei trovò un maestro per me. Allorché a 13 anni riuscii a battere brillantemente Donald Byrne fui fiero di leggere sui giornali “Quando un giovane fa tali mosse, da lui ci si aspetta ben di più!”.
Quindi ho studiato il russo per poter meglio essere al corrente della teoria.
I russi durante il Torneo dei Candidati di Curacao 1962 mi hanno offeso. Tra loro parlavano su come farmi fuori e finirono così per eliminarmi …
… Ora il mondo si chiede come io abbia fatto a demolire Taimanov e Larsen. Le mie mosse dicono tutto. Taimanov è un gran chiacchierone e Larsen non aveva alcuna idea sulle finezze della Difesa Siciliana.
… Alexander Kotov è scorretto quando afferma che contro Taimanov ho avuto solo fortuna. Scrive anche che io sarei odioso, isterico e brutto, con una grande bocca e di aspetto meschino. Ho vinto contro Taimanov e contro Larsen per 6 a 0 ed ora non sanno più che fare, allora scrivono che sono brutto e meschino …
… Tutti ora si attendono che io continui a vincere così, in quanto le patte innervosirebbero i reporter …
… Il campione mondiale Spassky ha affermato di non aver paura di me: posso dire che neanch’io ho paura di lui.
Botvinnik ha scritto che io calcolo meglio degli altri. Ha detto che sono un computer, che sono anche un ‘uomo prodigio’ come già ero stato un ‘ragazzo prodigio’.
Ma non c’è alcun prodigio: sono soltanto un professionista. Gioco a scacchi tutto il giorno, imparo e cerco di migliorare le mie conoscenze.
Non sono un computer, sono soltanto un uomo, ma un uomo eccezionale.
Il mio mondo è la scacchiera. Nelle mie mosse c’è movimento e anche arte; e tante grazie se vorranno ammetterlo, se non ne sono capaci mi dispiace e peggio per loro …
… Ora tocca a Petrosjan: sono certo che lo batterò, e come se lo batterò!
Nel match Urss-Resto del Mondo l’ho già battuto …
… Dove si giocherà il match con Petrosjan non ha importanza, purché le condizioni ambientali siano ottimali. Ciò di cui ho necessità è molto silenzio e buona luce.
Non sopporto alcun rumore, poiché nel mio lavoro professionale non devono essere disturbati il calcolo e la combinazione …
I diecimila dollari offerti per la finale sono pochi. I Grandi Maestri devono essere pagati bene. Allorché sarò campione del mondo fisserò io i premi.
Il mio programma per il futuro è chiaro …
Non commetterò più l’errore fatto a Sousse, abbandonando il torneo.
Allora ero inesperto e troppo sensibile. Ora sono forte come un macigno e freddo come un blocco di ghiaccio …
… E adesso vado a giocare a tennis, poi studierò cosa giocare contro la Caro-Kann. Petrosjan cercherà di portarmi in posizioni scialbe e noiose, ma io non mi lascerò incastrare e riuscirò a batterlo”.
Com’è ben noto, Fischer seppe rispettare il programma in pieno, almeno fino al raggiungimento del titolo mondiale.
Fischer, curiosità sparse
Probabilmente molti Lettori conoscono già le curiosità relative a Bobby Fischer che propongo qui di seguito, anche perché le ho pubblicate altre volte nelle mie rubriche e nei miei libri.
Spero che interessino i pochi che non le conoscono e siano comunque un … ripasso per gli altri.
Fischer musicista
Nel torneo di Bled del settembre 1961 Fischer giunse secondo dietro a Tal, unico imbattuto; vinse le partite con Tal, Petrosjan e Geller, pattò con Keres.
Per la sua straordinaria abilità e per la sua forte personalità si conquistò le simpatie di tutti. Nonostante tutto i russi ancora non lo temevano …
Una sera in un night-club i giocatori cercarono di indurlo a cantare.
E rimasero tutti stupiti quando videro che sapeva dirigere l’orchestra con il tocco sicuro di chi conosce il mestiere: le sue canzoni in stile “rock’n roll” hanno aumentato la sua autorità.
Tornato al tavolo Bobby disse: “Nel mio diario avevo scritto che il mio vero talento si vede non negli scacchi ma nella musica. Il GM Smyslov ha ammesso che ho una voce discreta. E sento il ritmo molto più di altri, che cantano senza avere il temperamento adatto.”
Fischer e Barbra Streisand
In una intervista venne chiesto a Barbra Streisand: «Avevi qualche interesse per i ragazzi quando andavi a scuola?»
BS: «Sai per chi avevo preso una cotta quando andavo a scuola? Bobby Fischer.
Era un anno più giovane di me ma avrei pranzato con lui tutti i giorni (*); si sedeva lì, ridendo istericamente, leggendo la rivista “Mad”.
E portava le cuffie alle orecchie. Stava sempre da solo ed era un tipo particolare.
Ma lo trovavo molto sexy. Io avevo 16 anni e lui 15 (**). Era [già] un campione di scacchi a quel tempo (***)».
(* la scuola era la Erasmus Hall High School di Brooklyn)
(** la data di nascita della Streisand è il 24 aprile 1942, quella di Fischer è il 9 marzo 1943: dunque la Streisand si riferisce al 1958)
(*** Bobby aveva già vinto i Campionati USA junior open – under 21 – del 1956 e del 1957 e il Campionato USA assoluto 1957/58)
BS: «Con lui purtroppo non ci fu alcuna storia.»
«Di cosa parlavate?»
BS: «Della rivista “Mad“.»
«Dava l’idea del genio che era?»
BS: «Oh, sì. Lo pensavo. Era un pazzo assoluto. Un eccentrico a 15 anni.»
«Anche tu, a quanto pare.»
BS: «Non mi consideravo eccentrica. Ero una povera ragazza. Le ragazze benestanti si trasferivano a Long Island (*). Avevano bei vestiti e portavano belle pettinature, erano delle beneducate ragazze ebree (**). Mi avevano soprannominato ‘Colorful’, perché avevo tanti colori addosso. Ero pateticamente magra, avevo abiti lunghi. Sembravo un tipo buffo.»
(* isola facente parte dello Stato di New York)
(** la Streisand è di famiglia ebrea)
Barbra era invaghita di lui, ma lui non era interessato allo stesso modo.
Quasi mezzo secolo dopo, nel 2004, nel corso di una delle sue famose interviste telefoniche rilasciate in diretta a un’emittente radiofonica filippina mentre si trovava in stato di detenzione in Giappone, a Fischer venne chiesto dall’intervistatrice se fosse vero che la Streisand era stata una sua compagna di scuola alla High school e lui rispose:
«I’ve heard this. I remember some mousy looking girl. Maybe that was her, I don’t know»
(“Sì l’ho sentito dire, ricordo una ragazza con un viso simile a un topo. Forse era lei, non so”).
Il futuro di Bobby
Nel 1962, Fischer vinse il torneo “interzonale” di Stoccolma. Alla fine del torneo un giornalista gli chiese: “i suoi piani per il futuro?”
Era convinto che avrebbe risposto ‘diventare campione del mondo’.
Invece Bobby rispose: “Superare il primato di un inglese che possiede 240 vestiti. È un primato solo momentaneo, io ne ho già 18.”
L’orologio Fischer
(Dal quotidiano “El Pais”, Spagna, 3 maggio 1990)
‘L’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti ha rilasciato il brevetto n. 4.884.255 per un orologio digitale di scacchi’ a Robert J. Fischer’.
Questa invenzione riflette alcune idee già espresse da Fischer ai tempi in cui giocava. Da quando nei tornei di scacchi è stato introdotto l’orologio segnatempo, molti giocatori tendono ad utilizzare più tempo nella fase iniziale della partita e sono quindi costretti a giocare le ultime mosse prima del cosiddetto ‘controllo del tempo’ a tutta velocità.
Nel gergo scacchistico quando un giocatore ha poco tempo per le ultime mosse si dice, usando un termine tedesco, che è in “zeitnot”.
Molte partite sono state rovinate proprio a causa della mancanza di tempo, e secondo Fischer questo non è giusto ed è contrario allo spirito del gioco.
Con il suo orologio digitale Fischer assicura a chiunque di poter giocare fino all’ultima mossa della partita con un tempo ragionevole, stabilito dall’ex campione in due minuti.
Negli orologi da scacchi normali quando si preme il pulsante si mette automaticamente in moto l’orologio dell’avversario.
Nell’orologio “Fischer”, invece, quando si preme il proprio pulsante non solo si mette in moto l’orologio avversario ma in più sul proprio quadrante le lancette tornano indietro di due minuti: in tal modo si hanno sempre almeno due minuti per mossa. Secondo esperimenti pratici effettuati sui prototipi, partendo da una base di un’ora a testa all’inizio si rispettano gli attuali tempi di riflessione e una partita dura mediamente circa cinque ore.
Fischerandom
Si chiama così la variante del gioco proposta da Fischer nel 1996 per controbattere l’eccessiva teoria e lo strapotere dei computer.
Il nostro Blog ne parlò già in questi articoli:
- “Variazioni eterodosse: le rivoluzioni (fallite) sulla scacchiera” (Capece, 31.10.2020)
- “Carlsen e Nakamura in Fischerandom” (Capece, 09.02.2018)
- “+++ Kasparov giocherà un super evento Chess 960 +++” (UnoScacchista, 25.08.2018)
Il concetto base è che la disposizione dei pezzi all’inizio della partita viene sorteggiata: I pezzi vanno posti in modo simmetrico per i due colori.
Sono ammesse 960 possibilità (e infatti modernamente il gioco viene chiamato anche ‘Chess960’).
Dal punto di vista matematico le permutazioni possibili degli otto pezzi sono di più, ma Fischer voleva che fosse garantito l’arrocco e che gli Alfieri fossero su case di colore opposto.
Non era però un’idea del tutto nuova: infatti era già stata proposta a metà Ottocento dall’olandese Elias van der Hoeven (1778-1858), e in precedenza, in embrione, da suo zio Jules Filippe van Zuylen Nyevelt (1743-1826), per i quali però tutte le combinazioni possibili erano accettate.
Elias van der Hoeven cercò inutilmente di diffondere la variante e con questo sistema giocò due match con il colonnello P. Michaels, perdendo 5.5-3.5 quello a gioco classico ma vincendo quello con i pezzi messi in modo casuale per 5 a 1.
Inoltre nel 1851 a Baden-Baden giocò la partita che segue con Van der Lasa (nero)
Si ha poi notizia di una partita giocata a Berlino nel novembre 1911 con questo sistema e vinta da Frank Marshall al tedesco Erich Cohn (1884-1918, medico, maestro internazionale, morto in guerra).
Venne riportata da L’Italia Scacchistica, febbraio 1912.
In tempo recenti, comunque pre-pandemia, c’è stato un torneo a ‘Chess960’ con Kasparov, gli statunitensi Shankland, So e Nakamura, più Aronian, Vachier-Lagrave, Svidler, Giri, Dominguez e Topalov (“Scacchi960 – Divertenti, ma non per tutti“); e una sfida Carlsen – Nakamura che hanno giocato un match su 16 partite a varia cadenza (“The winner takes it all“).
Da notare che Fischer disse che la sua idea aveva lo scopo di controbattere l’eccessiva teoria. Concetto che a quanto pare esisteva da molti anni, dato che nel 1868 in un torneo giocato a Londra e vinto da G.A. Mac Donnell, proprio per ‘controbattere l’eccessiva teoria’ la posizione iniziale venne modificata scambiando di posto tra loro i Cavalli e gli Alfieri.
Nella immagine sotto il titolo: Bobby Fischer a 14 anni, mentre gioca al Manhattan Chess Club di New York City nel giugno del 1957 (fonte ignota)