Chess Tweet – Finire la partita con più tempo di quando si è iniziata
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Scacchiera e orologio del Torneo dei Candidati 2022 (Courtesy FIDE / Stev Bonhage)
(Antonio M.)
Per un esponente della vecchia generazione quale io sono, l’assunto del titolo potrebbe essere incomprensibile. Soprattutto considerando che ho sempre avuto problemi mai risolti con lo Zeitnot, il mio amico con cui ho intrattenuto nel corso dei miei anni scacchistici un costante rapporto di amore – odio e che mi ha sempre accompagnato in tutte le partite da me giocate.
Quindi magari ti ritrovavi ad avere speso un’ora e mezza per fare una ventina di mosse e a doverne fare altre venti in mezz’ora! Ma se arrivavi vivo alla quarantesima, allora c’era la sospensione e poi altre venti mosse per un’ora.
Per far finire le partite in tempi accettabili e soprattutto dopo l’avvento degli Engine scacchistici con programmi sempre più forti, la tendenza è stata quella di non permettere più la sospensione della partita con i vari format che prevedevano un tempo sempre per le quaranta mosse e poi un tempo a finire.
Quindi tutto è cambiato, tutto si è velocizzato e oramai i tornei a “tempo lungo” prevedono tempi di riflessione più veloci che fanno finire la partita entro la giornata con i vari format di 90 minuti per 40 mosse, più 30 minuti a finire, o 15 a finire o semplicemente con tempo unico con 90 minuti a finire. Ma… c’è un ma da prendere in considerazione con un qualcosa che prima non esisteva: i famosi 30 secondi restituiti ad ogni mossa!
E sì, quei 30 secondi che hai in dono grazie ai nuovi orologi elettronici e che ti fanno pensare ad un tempo praticamente infinito a disposizione, ma che vanno gestiti bene perché altrimenti la bandierina cade ugualmente, eccome se cade. E quindi se si fanno bene i conti, per 40 mosse alla fine si hanno a disposizione poco meno di due ore, per l’esattezza 1 ora e 50 minuti, sempre distanti dalle due ore o due ore e mezza dei tempi andati.
È pur vero, però, che quei trenta secondi recuperati a mossa sono una mano santa in situazioni dove, con il tempo a finire, hai un finale vincente e ti serve solo il tempo necessario per dare matto all’avversario che non ne vuole sapere di abbandonare, cosa che all’epoca di quando l’incremento non esisteva, dava vita a propri e veri drammi sulla scacchiera.
I tempi cambiano e bisogna accettare questi cambiamenti ma sinceramente alcune cose sono ancora difficili da “digerire” o anche solo da immaginare.
E questo è il caso della partita che andremo a vedere che ha avuto poi un risvolto particolare da far strabuzzare gli occhi.

Sì, avete visto bene, Vidit ha iniziato la partita con 90 minuti a disposizione e l’ha terminata con 92 minuti, con un più 2 minuti rispetto all’inizio! Certo, oggi non ci si sorprende più di tanto, visto l’incremento di 30 secondi a mossa, ma a me la cosa lascia ugualmente senza parole.
E questo è il segno del cambiamento dei tempi che non può essere arrestato, ma che un pochino lascia perplessi. Di sicuro, oggi l’accelerazione che hanno dato i programmi scacchistici alla preparazione delle partite è impressionante, con un fidato amico che oramai ha raggiunto livelli impensabili fino ad una decina di anni fa e che ti aiuta rapidamente ad analizzare posizioni molto complesse in maniera anche abbastanza precisa ed accurata. Cosa che ti permette di “sparare” mosse a raffica in apertura se si rientra in un seguito tra quelli preparati con cura.
E nella variante giocata in questa partita, il Nero scientemente si è sobbarcato il rischio di una bella passeggiata di Re in mezzo alla scacchiera che in tempi passati avrebbe fatto rizzare i capelli, giocando rapidamente e senza incertezze camminando però sempre sul filo del rasoio! Sintomo di un’apertura preparata minuziosamente anche perché quanto giocato, naturalmente non è una novità ma, come evidenziato nelle note alla partita, già visto sulla scacchiera, sia a tavolino che addirittura per corrispondenza, almeno fino alla decima mossa del Nero, anche se non in maniera poi così frequente.
Però, una domanda mi sovviene visto lo svolgimento della partita: ma se la stessa era stata preparata da entrambi i giocatori, perché il Bianco non ha provato a vedere cosa sarebbe successo dopo 12. e6 che sembra l’unica continuazione che dia qualche possibilità di continuare la partita? Perché se era arrivato fino a lì con le analisi casalinghe, avrebbe potuto approfondirle e cercare una strada per proseguire il gioco, in una posizione tra l’altro ancora molto complessa. Non so, non capisco di Bianco come si faccia a giocare per la patta direttamente in apertura senza quasi giocare una mossa propria. Eppure, Guijarro ha pensato per quasi un’ora, quindi forse la sua preparazione era terminata dopo una decina di mosse e, vista la posizione decisamente complicata, ha preferito non rischiare.
Niente, un nuovo modo di prepararsi e giocare, dove i giovani della cosiddetta “Generazione Z” letteralmente ci sguazzano e noi poveri “Baby Boomers” arranchiamo, cercando di fronteggiare con i ragionamenti la pratica sempre più veloce di varianti e mosse viste in pochi minuti con il conforto dell’amico elettronico in fase di preparazione delle aperture e della partita, e devo dire che se anche si abbia la percezione che a volte una comprensione della posizione sia ancora buona, ci si rende conto che contro le nuove generazioni nate con internet, Pc, Tablet e Smartphone oramai come appendici della propria persona, la lotta sia decisamente ardua e quindi non rimane altro che dire: “largo ai giovani!”.