Uno Scacchista

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Johann Allgaier, il vincitore di Napoleone

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(Riccardo M.)
L’avete riconosciuta? E’ la posizione che deriva dopo la settima mossa del Bianco nel Gambetto Hamppe-Allgaier della partita Viennese: 1.e4 e5 2.Cc3 Cc6 3.f4 exf4 4.Cf3 g5 5.h4 g4 6.Cg5 h6 7.C:f7
E viennese era appunto Johann Baptiste Allgaier (Schussenried oppure Wartemberg 19.6.1763-Vienna 3.1.1823).

La continuazione più scenografica del Gambetto Viennese è intitolata sia all’austro-svizzero Carl Hamppe (1814-1876) sia al teorico tedesco-austriaco Johann Baptist Allgaier, l’autore del primo trattato a tema scacchistico in lingua tedesca, il “Neue theoretisch-praktische Anweisung zum Schachspiel” (1795-96).

Questa linea di gioco fece nel 1877 la sua prima comparsa certamente registrata, e accadde al St.George Chess Club di Londra, in una partita vinta dal polacco Johannes Hermann Zukertort (1842-1888), col Bianco, contro l’inglese James Innes Minchin (1825-1903), ma tutto lascia credere che fu da tanti provata dopo quel lavoro di Allgaier. Il suo trattato infatti ebbe immediatamente, negli anni successivi al 1795, un grande successo, probabilmente dovuto agli studi approfonditi e validi che Johann seppe fare su diverse aperture ma soprattutto sul Gambetto di Re, che (non dimentichiamolo) era la partita più gettonata fra il Settecento e l’Ottocento. E così di quel trattato si ebbero ben quattro edizioni con l’autore ancora vivente e altre due dopo la sua morte.

Se poi volete una variante tutta sua, del nostro Allgaier, eccovi l’ancor più noto “Gambetto Allgaier” nel Gambetto di Re: 1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Nf3 g5 4.h4 g4 5.Ng5

Sembra che Allgaier sia stato fra i pochissimi a poter dire di aver affrontato e battuto a scacchi Napoleone Bonaparte. Ciò accadde nel 1809 a Vienna, nel castello di Schoenbrunn, quando l’austriaco era in realtà il giocatore che si nascondeva dentro l’automa denominato “Il Turco”, che all’epoca era di proprietà di Leonardo Maelzel dopo la morte del suo inventore, il barone Wolfgang Von Kempelen (1734/1804), il quale lo aveva creato nel 1769.

Napoleone Buonaparte – Il Turco
Vienna 1809

Il "Turco"
Il “Turco”

Permettetemi un piccolissimo dubbio, però, perché chi conobbe Allgaier raccontava di un uomo di statura gigantesca: come faceva il povero gigante a starsene rannicchiato per tanto tempo, nascosto fra gli ingranaggi del famoso “Turco”? Eppure tutti i testi sono concordi nell’affermare che nel 1809 a guidarlo fosse proprio il nostro Johann. Abbiamo già parlato di questo automa, la cui vita durò oltre 55 anni, fin oltre il 1820, quando finì negli Stati Uniti dove venne guidato da Schlumberger e talora anche da St.Amant.

Ma torniamo ad Allgaier, con un altro insolito particolare: della sua persona gli storiografi e biografi sapevano pochissimo dopo la sua morte e fino ai primi decenni degli anni Trenta, tanto che sulla “Italia Scacchistica” veniva scritto ancora nel 1939 che “la sua fama è ancor oggidì molto grande e solo ci spiace che non esistano elementi per darne una compiuta biografia”. Poi da qualche parte emersero delle notizie “compiute”, tanto che il “Dizionario Enciclopedico” di Chicco e Porreca fu in grado, nel 1971, di dare di lui un ritratto esaustivo. Lo riporto qui, dal momento che dei contenuti di tale Dizionario, che non tutti possiedono, la rete è in gran parte sprovvista:

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“Indirizzato agli studi di teologia, li abbandonò presto per girare l’Europa. In Polonia apprese gli scacchi da alcuni israeliti. Tornato in patria, entrò al servizio dell’esercito. In varie sfide riuscì a vincere forti somme di denaro, il che lo invogliò a perfezionarsi nel gioco. La fama da lui acquistata lo fece prescegliere da alcune nobili famiglie come precettore del gioco: e a questi nobili discepoli egli dedicò la prima edizione del suo trattato, che ebbe notevole fortuna e fu più volte ristampato (1796, 1811, 1819, 1823, 1834, 1841, 1843). Addetto alla sanità nel 1809 durante la campagna di Ungheria, fu richiamato nel 1813, e nel 1816, dopo essere stato assegnato ad un ospedale di guarnigione a Praga, venne collocato in pensione. Nella sua opera egli illustrò non solo i giochi di Philidor, ma anche quelli di Lolli e Ponziani. Nelle edizioni 5 e 6, che furono rimaneggiate da C.De Santo Vito, compare per la prima volta il nome di Gambetto Milanese attribuito al seguito 5.d4 dopo: 1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Cf3 g5 4.Ac4 g4”.

Chicco non lo scrive, ma secondo alcune fonti Allgaier è stato anche insegnante di scacchi dei figli dell’imperatore di Austria Francesco II d’Asburgo.

Johann Allgaier morì nel 1823 di idropisia, esattamente come due altri grandi dell’Ottocento, Labourdonnais (a Londra nel 1840) e Deschapelles (a Parigi nel 1847).

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