Ecco a cosa servono gli studi e i problemi
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Federico Manca a Padova, Ottobre 2022 (da Il Gazzettino)
(del MI Federico Manca)
Riprendo il mio racconto iniziato ieri con i miei primi contatti con gli studi e con le mie esperienze da compositore. Dopo il 1984 la studistica e la problemistica smisero di esercitare quell’incredibile fascino, e cominciai a dedicarmi al gioco vivo. Ma questo bagaglio di conoscenza rimase nel mio stile di gioco. Ecco alcuni esempi tratti dalla mia esperienza personale.
In questa posizione occorsa contro il futuro Grande Maestro Matthew Sadler, sembra che il bianco non possa fare molto contro la imponente mole di pedoni neri.
Federico Manca – Matthew D. Sadler
Open di Aosta (8), 1990
L’approccio con cui mi sono posto nel finale contro Sadler, è anche la conseguenza di molti esempi che ho avuto modo di studiare, dove il cavallo riesce a fermare i pedoni liberi. Ne cito uno per tutti. Ecco un istruttivo
studio di Grigoriev che imparai diversi anni prima.
Grigoriev
1938
Il Bianco muove e patta
Questa partita la giocai contro il Grande maestro Alexander Pancenko, ex astro nascente dello scacchismo Sovietico. Nei primi anni ottanta Pancenko si era imposto alla attenzione del pubblico internazionale, vincendo un super torneo davanti a molti famosi grandi mestri, come Larsen, Torre etc. Problemi evidentemente personali gli impedirono di sviluppare al massimo il suo grande talento. A lui diversi grandi maestri russi devono la loro crescita, come ad esempio il Grande Maestro Rublevsky. Pancenko infatti alla fine degli anni ottanta curò una delle più importanti scuole di scacchi russe, dove passarono molti futuri campioni. Pancenko è prematuramente scomparso nel 2009.
Nella posizione del diagramma il nero ha elegantemente lasciato la torre in presa in d1. È evidente che la cattura permetterebbe al nero una facile promozione. Arriva però in soccorso del Bianco un noto tema di patta.
Federico Manca (2420) – Alexander N. Panchenko (2445)
Borovo (Yugoslavia), 1991
Diversi anni dopo, contro il maestro Natalucci, a seguito di una semplificazione sbagliata, mi trovai sull’orlo del precipizio. Mi rIcordo che raggiunta questa posizione mi immersi in una riflessione di 40 minuti (cosa impossibile adesso con la diminuzione del tempo di gioco). La posizione del Bianco sembrava disperata, e ben presto avrei dovuto cedere la casa b3 al Re nero che avrebbe fatto razzia di pedoni bianchi, e portato il Nero alla vittoria.
Federico Manca (2375) – Fabrizio Natalucci (2230)
Open di Bratto, 1998
Ricordo che provai una grande soddisfazione per aver trovato la strada pattante, e credo che in questo abbia
giocato un ruolo fondamentale la mia educazione studistica e problemistica a cui il mio Maestro Guido Cortuso mi abituò.
Non dimentichiamoci infine che gli studi e i problemi ci abituano a cercare soluzioni impreviste, anche in
posizioni apparentemente compromesse, e quindi ci danno un modo nuovo di guardare gli scacchi. Gli studi e i problemi sono una parte importante della disciplina scacchistica, e personaggi come Troitzky, Kasparian, Korolkov, etc non sono meno importanti di Alekhine, Capablanca, Fischer. Anche gli studisti e i problemisti con le loro notevoli produzioni, hanno contribuito all’arte scacchistica regalandoci un forte impatto estetico.