Uno Scacchista

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Conoscete la regola di Bähr?

3 min read

(Uberto D.)
L’alquanto famosa regola di Bähr è universalmente accettata come sicura e comoda guida nei finali R+2PP – R+P, con PP contrapposti sulla colonna di Torre. Fu formulata nel 1936 da Walter Bähr nel suo libro “Opposition und Kritische Felder im Bauernendspiel” (Opposizione e case critiche nel finali di pedone), ma è sempre stata una regola di applicazione complicata, tanto che negli anni sono state proposte anche formulazioni diverse da quella originale.

La regola si applica quando:

  1. il pedone di torre della parte forte non ha ancora raggiunto la quinta traversa (altrimenti il finale è facilmente vinto)
  2. il Re della parte forte è a fianco del pedone libero e
  3. il Re della parte debole è direttamente di fronte al pedone libero

In questo caso, la regola dice di tracciare una linea diagonale all’indietro a partite dal pedone della parte debole raggiungendo la colonna dell’alfiere e poi tracciare una seconda linea diagonale in avanti. In questo modo, come si vede nel diagramma, la scacchiera viene divisa in due parti.

Secondo Bähr, con la mossa al Bianco se il pedone passato è nell’area dalla parte del difendente il finale è patto, mentre se è dalla parte dell’attaccante o sulla linea diagonale, il finale è vinto da chi ha il pedone in più. Questa regola grafica evita di calcolare i tempi necessari ai Re per andare a catturare il pedone di Torre avversario (l’attaccante) e per catturare il pedone libero e poi tornare verso le case critiche sulla colonna di alfiere per pattare contro il pedone di torre (il difendente). Nella posizione del diagramma, il pedone f4 è al di sopra della linea, nella “parte del nero” della scacchiera, quindi, secondo la regola, il finale è patto. Provare per credere.

Esistono altre due formulazioni della regola, quella di Dvoretsky e quella di Müller e Lamprecht, il succo della questione non cambia: tracciare linee sulla scacchiera per facilitare il calcolo dei tempi, in maniera analoga alla regola del quadrato. Il problema è che queste regole non sono di immediata applicazione, tanto che più di un esperto consiglia di considerarle solo come guida al ragionamento, ma di calcolare comunque le varianti, se se ne ha il tempo.

Un nostro lettore, Francesco Santelli, ci ha inviato questa posizione invitandoci a verificare cosa la regola di Bähr suggerisce come valutazione.

F. Santelli, 2022
Cosa ci dice la regola di Bähr?

Francesco commenta la posizione così: “Il pedone f2 è al di sotto della linea, nella “parte del bianco” della scacchiera, quindi, Bähr ci dice che finale è vinto per il Bianco, mentre la posizione è patta.

Vediamo un primo tentativo:

Non è efficace neanche la cosiddetta “manovra Crum” (dal nome dello scacchista scozzese John Crum) che prevede di passare a est del pedone libero, ma almeno pone qualche domanda al Nero.

Insomma la posizione si patta a condizione che il Nero stia attento a non permettere a Bianco tornare nella posizione iniziale con la mossa al Nero.


Un’eccezione alla regola di Bähr, quindi? No, perché nella posizione proposta da Francesco non viene rispettata la condizione 3 necessaria all’applicazione della regola (“il Re della parte debole è direttamente di fronte al pedone libero”).

La regola mantiene la sua validità, come provato proprio dal fatto che dando la mossa al Nero nella posizione iniziale, dopo 1… Rf4 il Re si trova esattamente “di fronte al pedone libero” e Bähr (e l’analisi) ci confermano che la posizione è vinta dal Bianco.

No, non proprio una regola di applicazione immediata anche se è utilissima per calcolare rapidamente se l’ingresso in un certo finale di Re e pedoni ci darà la patta. Adesso però potrete almeno dire agli amici che conoscete la regola di Bähr, mica poco!

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1 thought on “Conoscete la regola di Bähr?

  1. Mi sembra che la regola di Bähr funzioni anche quando il Re della parte debole si trovi di fronte al Re avversario (opposizione reale vicina); il B vince sempre tranne quando non si trovi nella posizione di Santelli.

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