Il Gambetto Requena
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(Riccardo Moneta)
Siete alla ricerca di qualche vecchia e dismessa apertura che faccia venire i brividi a voi e al vostro competitor? Di qualche apertura che la teoria ha bollato da un secolo come ingiocabile e che oggi qualunque programma stronca subito con un “meno 1,50” o giù di lì? Cionondimeno vi va di divertirvi un po’ perché il gioco degli scacchi è anche o soprattutto divertimento?
Ebbene, allora prendete in considerazione il “Gambetto Requena”, o meglio quella sequenza di mosse del Gambetto di Re cui un lontano giorno del secolo XX l’astro messicano Carlos Torre volle dare il nome di “Gambetto Requena”. Ma, anzitutto, chi era Requena? Era un buon dilettante messicano trasferitosi a New York nei primi anni del ‘900. Chi trovò un quarto d’ora di gloria non fu però lui, bensì la figlia, la senorita Lupe Requena, la quale, in una simultanea tenuta da Josè Luis Capablanca a Manhattan l’11 gennaio del 1916, fu l’unica persona a battere il grande cubano, che vinse 30 delle altre 32 partite, con due sole patte. A dire il vero qualcuno mormorò che in quell’occasione il gioco di Capablanca, forse distratto dal fascino femminile, stranamente s’inceppò a tratti, rendendo possibile quel sorprendente risultato. Un decennio più tardi il campione di Cuba ricordò quella partita, citando invece la presenza di un forte giocatore (il maestro Oscar Chajes) che era seduto proprio alle spalle della senorita Lupe … Non sapremo mai come andarono veramente le cose, né durante né dopo la partita, quindi torniamo al nostro Gambetto.
Mi pare che qualcuno abbia qui su UnoScacchista già parlato di Carlos Torre. Oggi invece a parlarvi sarà lo stesso Carlos Torre. Non faccio pertanto che riportare un suo articolo pubblicato nel 1928 sul “Boletin de Ajedrez del Mexico” e ripreso da “L’Italia Scacchistica” nel luglio dello stesso anno.
Eccovi dunque il Gambetto Requena:
1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Cc3 Dh4+ 4.Re2 (rif. immagine di apertura)
“Ah! Ma questo non si chiama Gambetto Keres”? Dirà qualcuno. Certo, ma Paul Keres aveva appena 12 anni quando Torre ne dissertava sul Boletin. Passiamo quindi la parola al grande Carlos.
“Quantunque non mi lusinghi d’essere stato il primo a giocare l’apertura che studieremo, giacché essa deve essere adoprata anteriormente un numero infinito di volte, pure personalmente io non l’ho mai vista usata, né ho mai letto alcun articolo su di essa.
A somiglianza della brillantissima concezione del Prof.Rice, non può considerarsi come un giuoco solido da impiegarsi in tornei seri, ma piuttosto come appartenente all’ordine delle Aperture Romantiche degli scacchi; però, anche così, essa possiede, come il famoso gambetto dell’immortale Guglielmo (Guglielmo anziché Wilhelm: l’Italia Scacchistiche obbedisce alle regole del momento storico, n.d.A.) Steinitz, molte risorse. Senza dubbio il Bianco resta esposto da ambo le parti e si può dire di questo giuoco il medesimo che disse Morphy della mossa di Steinitz a Nuova Orleans: “Lo so. Questa apertura non è buona”.
La principale caratteristica di questa Apertura, che ho deciso di chiamare “Gambitto Requena“ in onore del sig. Licenciado, che tanto ha contribuito allo sviluppo delle nostre conoscenze che derivano dal Gambetto del P. di Alfiere di Re, consiste in questo, che essa tende ad evitare 3… d7-d5 da parte del Nero, od almeno, non impedendolo, a condurre ad altre varianti, tutte molto complicate ed istruttive.
In questa guisa l’amabile lettore che tenterà il Gambetto Requena con ampio spirito di osservazione, apprenderà molto pel maneggio di pezzi minori e, come in molte continuazioni verrà dimostrata la falsità di far entrare la Donna in azione prematuramente in congiunzione con la inespugnabilità del Re bianco, così in non poche varianti porterà tutto un volume d’insegnamento di non poco valore.
Una analogia: nel Gambetto del Pedone di Alfiere di Donna accettato, che è costituito dalle seguenti mosse: 1.d4 d5 2.c4 dxc4 3.Cf3 si considera ora la più esatta, allo scopo di evitare precisamente la mossa liberatrice 3… e7-e5. Inversamente perché non sarà 3.Cb1-c3 una originale possibilità nel Gambetto del Pedone di Alfiere di Re?
La particolarità più appariscente di questo Gambetto è la sua facilità d’impianto, mentre altre aperture d’ordine romantico, come per esempio il Muzio ed il Rice, sono molto eventuali, perché non si può contare con sicurezza sulla buona volontà del Nero per una lunga serie di mosse.
Carlos Torre dal “Boletin de Ajedrez del Mexico” (1928)
Buon divertimento!