Una mossa introvabile?
Mossa al Bianco
(Tristano Gargiulo)
Al 10o turno del Torneo Fide Grand Swiss 2023, che si è svolto dal 25 ottobre al 5 novembre nell’Isola di Man, Andrey Esipenko ha vinto contro Parham Maghsoodloo: ma, giocando 28. ♖ad1, ha ‘mancato’ di concludere di slancio la partita con una continuazione brillante e immediatamente decisiva.
Nella posizione del diagramma di apertura, invece che con 28.♖ad1, Esipenko avrebbe potuto continuare con
Il sacrificio 28. ♗g7, che apre la combinazione, appare effettivamente una mossa molto difficile da trovare. Lo conferma un parallelo tratto da una nota partita dell’inizio del Novecento (von Popiel-Marco, Monte Carlo 1902), definita “il più famoso errore di abbandono nella storia degli scacchi” da Ian Rogers, in un divertente e istruttivo libretto dal bizzarro titolo “Oops… ho di nuovo abbandonato!”, Messaggerie Scacchistiche 2022. In questa posizione
un giocatore del calibro di Georg Marco, dopo 36. ♖d1 del Bianco, credendo di non poter salvare il pezzo inchiodato, ha abbandonato una partita che non solo non era persa, ma era addirittura vinta, se solo avesse visto e giocato 36… ♗g1!! Dopo questa mossa, al Bianco sarebbe rimasta solo la scelta fra matto e perdita della Donna (ved. anche Uno scacchista del 29 gennaio 2019: “Georg Marco abbandona una partita vinta“). La posizione del Bianco era effettivamente vinta, ma non con la mossa giocata in partita, 36. ♖d1??, che – come abbiamo visto – regalava la vittoria a Marco se ne avesse saputo approfittare, bensì con 36. ♘h4!, grazie alla doppia minaccia 37. ♘g6+ e 37. ♘f3.
Le mosse 36… ♗g1 e 28. ♗g7, che stiamo mettendo a confronto, non afferiscono propriamente allo stesso tema combinativo: nel primo caso, si tratterebbe di una scoperta imparabile sulla Donna; nel secondo, di un adescamento forzato del Re. Ma sono strettamente collegate dal fatto che sfruttano una analoga, e insolita, configurazione di matto con Donna e Alfiere: l’unico modo di evitare il matto è accettare il sacrificio del pezzo messo in presa, ma ciò conduce ad un seguito vincente obbligato.

Due fortissimi giocatori non hanno visto queste mosse. Questo vuol dire che erano introvabili da giocatori di minor forza? In partita molto probabilmente sì. Ma, in una seduta di analisi finalizzata alla soluzione di puzzles, le cose cambiano nel momento in cui viene fornita l’informazione “il Bianco (o il Nero) muove e vince”. In partita, i giocatori non hanno intuito che la posizione davanti ai loro occhi nascondeva qualcosa da cercare, e si può credere che pochi forse lo sospetterebbero, anche tra i top players. Se però chi analizza sa già – perché gli è stato detto nell’enunciato – che essa cela in sé qualcosa che porta ineluttabilmente ad una rapida vittoria, capisce che deve trovare una combinazione brillante, sorprendente, uno sprazzo geniale imprevedibile, e l’approccio stesso al modo di analizzare muta. Posta così, la questione diventa subito alla portata di un numero molto più grande di scacchisti, e di vario livello.
È ben noto, infatti, che la conoscenza, anche superficiale, dei temi combinativi aiuta a farli riaffiorare quando, nello studio di una posizione, si colgano le dovute analogie con gli schemi noti. In questo caso non si può forse parlare di uno specifico tema tattico perché gli esempi pertinenti sono pochi. Ma, se uno avesse per puro caso sfogliato (al circolo) il libro di Rogers analizzando con altri scacchisti proprio la paradossale conclusione della von Popiel-Marco, e una decina di giorni dopo, altrettanto per caso, gli fosse stata proposta (da un amico) come esercizio la posizione della Esipenko-Maghsoodloo accompagnata dalla didascalia “Il Bianco muove e vince”, posso garantire che, dopo qualche minuto di buio dovuto al fatto che la posizione non sembra a prima vista racchiudere potenzialità combinative, la mossa giusta (28. ♗g7) si sarebbe all’improvviso materializzata nella mente, come un’illuminazione, fianco a fianco dell’altra che ne ha ispirato il ritrovamento (36… ♗g1).
Ho trovato un altro caso del tutto analogo:
Trifunovic-Aaron, Beverwijk 1962
1. d4 Nf6 2. Nf3 g6 3. Bg5 Bg7 4. Nbd2 O-O 5. e4 d6 6. c3 c5 7. dxc5 dxc5 8. Bc4 Nc6 9. O-O
Qc7 10. Re1 e5 11. Nf1 h6 12. Bxf6 Bxf6 13. Ne3 Bg7 14. Qe2 Rd8 15. h4 Na5 16. Bd5 Rb8
17. h5 g5 18. Nh2 Kh7 19. Nhg4 f6 20. Qf3 Rf8 21. Nf5 Nc6 22. Rad1 Ne7 23. Nxe7 Qxe7 24. Ne3 Rd8 25. Rd2 b6 26. Red1 Kh8 27. g3 Qf8 28. Kg2 b5 29. Nf5 Bxf5 30. Qxf5 Rb6 31. Bg8 1-0