Marostica scacchi
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(Riccardo M.)
Oggi è Pasquetta. La primavera avanza indisturbata e senza ostacoli, macinando giorni, calendari e avversari. Anche quest’anno alcuni di voi (o almeno i più fortunati) in questo periodo iniziano a pensare alle ferie estive. Dove andare? Cosa fare? Con chi partire? E i nostri cari gatti o cani? Non li abbandonate mai, eh?
Ebbene, per il 2017 non lo so, ma per il 2018 mi permetto con largo anticipo di dare un suggerimento. Se non ci siete mai stati, guardate qui … e prenotate per tempo. Marostica, Vicenza. Ne vale la pena. Scacchi e storia, un raro mix di emozioni. Una rievocazione e una tradizione imperdibile. Un tuffo nel passato italico. Ricordate: secondo week end si settembre, ma nei soli anni pari.
E in quei giorni di vacanza vicentina cercate, se vi riesce, di fare una visita anche qui.
Resoconti apprezzabili e appassionati del duello di Marostica si leggono ogni volta su quotidiani locali o su riviste specializzate. L’Italia Scacchistica sempre dedicava spazio alla storica rievocazione. Riporto qui parte di quella del 1955 (n° 600), quando, con la firma di Oscar Palumbo, leggevamo queste parole:
“Anche quest’anno, nella fantasiosa cornice del trecentesco castello ghibellino di Marostica, si è svolta, domenica 11 settembre, la rievocazione storica in costume della partita, giocata con pezzi viventi nel “campo grande del castello”. La tenzone si è disputata tra i due potenti patrizi dell’epoca, i messeri Vieri di Vallonara e Rinaldo di Angarano, per i begli occhi della castellana, madonna Lionora, figlia di messer Taddeo Parisio governatore della città di Marostica.
I personaggi principali erano rappresentati dagli attori Camillo Pilotto, nella parte di Taddeo Parisio, e Ave Ninchi nella parte di Prudenzia, nutrice di donna Lionora. Ha preso parte allo spettacolo un complesso di 300 comparse e 20 cavalieri nelle vesti di dignitari del castello, festaioli, vessilliferi, rappresentanti dei borghi, partito dei Bianchi e partito dei Neri, milizie, armigeri e popolani. Regista e coreografo: Mirko Vucetich.
La partita presentata è stata la celebre “Sempreverde”, vinta da Anderssen contro Dufresne al torneo di Berlino 1854. La rievocazione, che ha richiamato sul posto varie migliaia di persone, è stata promossa dalla “Pro Marostica”. …. Dopo, una turba di guitti e buffoni di corte ha invaso la scacchiera marmorea e con salti e sberleffi ha parodiato la partita, terminando con un finale umoristico ed indiavolato…. Ottima è stata l’organizzazione, curata dall’apposito comitato presieduto dall’ingegner Boschetti”.
Una curiosità: lo spettacolo del 1955 era stato preceduto, in mattinata, da una simultanea tenuta dal M.I. e presidente della F.S.I. “gr. uff. Eugenio Szabados”, che ottenne il risultato di vinte 10, patte 6 e perdute 4. Tra questi quattro vincitori si legge il nome del giovane (17 anni) “Zichichi Alvise di Vicenza”.
Beh, se poi le vostre mogli o i vostri mariti considerano tale spettacolo troppo soporifero (ma, credetemi, non lo è), avrete da valutare un’alternativa (o un rimedio) ben più vivace pochi mesi dopo, pescando sempre nelle storiche italiche tradizioni.

Nei giorni di Carnevale potete andare ad Ivrea per la “Battaglia delle Arance” e mischiarvi fra i “Carri da getto” e gli “aranceri” a piedi. Quest’anno, domenica 26 febbraio, vi ho preso parte (foto sopra, ma sono nascosto dal carro), iscrivendomi ovviamente nella squadra dei tiratori a piedi chiamata “Scacchi” (le altre otto squadre erano denominate Picche, Morte, Tuchini, Arduini, Pantere, Diavoli, Mercenari e Credendari). Neppure qui, come al solito, ho vinto, ma in compenso ho incamerato una dose di vitamina “C” (e non solo) sufficiente per l’intera stagione.
Buona Pasquetta