E’ pericoloso giocare con Luigi “il Grosso”
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(Riccardo M.)
Come ormai i nostri lettori più affezionati sapranno, a noi di UnoScacchista piacciono parecchio le partite di Carlsen, ma ci piacciono anche quelle di Caruana o di Nepomniachtchi o di Aronian e di tanti altri campioni di oggi. Ma ci piace altrettanto ricercare e dare uno sguardo a qualche antico spezzone di partita, o addirittura semplicemente “ombra di partita”, di cui nella storia si hanno soltanto labili, incerte e scarsamente tramandate tracce.
(Immagine di apertura: Luigi VI detto “il Grosso”, re di Francia dal 1108 al 1137)
Eccovi un esempio.
In una battaglia de’ Francesi, e degli Inglesi, nell’anno 1117, un Cavaliere inglese afferrò la briglia del cavallo di Luigi VI il Grosso, Re di Francia, e gridò ai suoi compagni: “Il Re è preso!”. Ma Luigi l’uccise con un sol colpo, urlando: “Ne sais tu pas qu’aux Echecs on ne prend pas le Roi?” (“tu non sai che negli scacchi non si può prendere il Re?”). [1]
E Luigi il Grosso (era veramente proprio “grosso”, da qui il nomignolo) mica scherzava, anzi era uno che gli scacchi li prendeva assai sul serio! Troppo, forse.
Alcuni vecchi testi francesi raccontano infatti che un giorno lui (che era il marito di Adelaide di Savoia, figlia di Umberto II di Savoia) stava giocando [2] a scacchi con Enrico I Beauclerc detto “il chierico”, col quale aveva fatto da poco (e durò poco) la pace dopo la battaglia di Brenneville del 1119.
Enrico, Re d’Inghilterra, era l’ultimogenito di Guglielmo il Conquistatore (sì, proprio quello che vinse la battaglia di Hastings nel 1066, profittando del fatto che quell’anno ad Hastings non parteciparono né Flohr, né Gligoric, né Botvinnik ….)
Insomma, Enrico diede scacco matto a Luigi, e Luigi se la prese così tanto che prima investì l’amico/avversario con vituperi di ogni tipo, poi gli lanciò gli scacchi sul viso. Enrico non stette certo a guardare e reagì sollevando la scacchiera e fracassandola sulla testa di Luigi.

Alcuni paggi presenti intervennero presto a dividere i due contendenti, ma Luigi il Grosso aveva raggiunto il suo obiettivo: la posizione finale con il matto preso dall’Enrico non la si poteva più dimostrare! La partita la si doveva ripetere. E probabilmente le 64 caselle saranno poi state ridisegnate sulla dorata sabbia della costa di Normandia, stante la distruzione della scacchiera.
Non sappiamo oggi quale sia stato il risultato della importante e ripetuta tenzone, sempre se ripetizione ci fu, ma riteniamo che quando si parla di storia degli scacchi bisognerebbe aggiungere che qualche volta a scrivere delle pagine di Storia contribuiscono un poco anche gli scacchi, talora proprio attraverso l’esito di una sola e sconosciuta e forse un tantino fantasiosa partita.
[1] in: “Dissertazione del signore Benedetto Rocco napoletano sul giuoco degli scacchi”, Roma 1817, ed. F. Bourliè
[2] in “L’Italia Scacchistica”, anno XXV, n.8