Interferenza
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(Topatsius)
Interferenza. Una parola (dall’inglese interference) dalle molteplici sfaccettature utilizzata con significati particolari in vari settori: in fisica, nella tecnica delle comunicazioni, in farmacologia, virologia e genetica, in matematica, ottica cristallografica e in aerodinamica; e ancora in semantica e linguistica.
Non potevano mancare gli scacchi, dove per “interferenza” s’intende (G.Porreca) “l’ostruzione di una linea di azione di un pezzo per opera di un pezzo di egual colore. L’effetto dell’interferenza consiste nel privare il pezzo interferito della sua azione su una casa o su una linea posta al di là della casa in cui avviene l’ostruzione”.
Sappiamo un po’ tutti del “valore relativo dei pezzi”, di quanto pesino certi pedoni liberi e avanzati. E quante combinazioni e sacrifici consentano per favorirne la promozione. Anche interferenze.
Ne è un esempio questo facile finale, giocato a Mosca nel 1912. In un vecchio numero de “L’Italia Scacchistica” l’articolista Vittorio de Barbieri riportava così i nomi dei due contendenti: Nienakorw e Gregoriew. Ahi, ahi, che nomi strani! Forse dovuti a trascrizioni sbagliate. Ma allora chi erano veramente i due?
E’ poco probabile che il Nero possa essere individuato nel celebre studioso di finali (e 4 volte campione di Mosca) Nikolaj D. Grigorjev (1895-1938), in quanto gli storici riportano che l’attività agonistica dello stesso, che nel 1912 avrebbe avuto appena 17 anni, ebbe inizio solo nel 1913. Il Bianco sconfitto potrebbe essere invece il forte moscovita Vladimir Nenarokov (1880-1953), che fra il 1907 e il 1908 fu capace di battere in ben tre occasioni un giovane Alexander Alekhine. Però (altra ipotesi) potrebbe anche essere errato l’anno indicato da Vittorio de Barbieri, visto che Vladimir Nenarokov e Nikolai Grigorjev hanno tante volte incrociato i loro pezzi a Mosca negli anni Venti ed hanno anche giocato fra loro un match, finito in parità.
Grigoriev o no, Nenarokov o no, se abbiamo due pedoni passati e avanzatissimi come quelli della posizione mostrata sotto il titolo, guardiamo per prima cosa se con qualche interferenza non possiamo concludere in modo brillante e altrettanto semplice come qui seppe fare il Nero.
La Torre Bianca controlla la casa “d1”, l’Alfiere Bianco camposcuro controlla la casa “h2”. Tuttavia c’è un “buco nero” ed è la casa “d6”, dove l’azione dei due difensori bianchi purtroppo s’incrocia. E allora è facilissimo. Basta creare un’interferenza:
78….Ad6! e il conduttore dei Bianchi abbandonò.
Tutto bene tranne che interferenza ha un’ovvia etimologia Latina: “inter fero”, “portare tra”