Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

[R] Vittorio de Barbieri

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R I S T A M P A

(Riccardo M.)
Diamine, chi era Vittorio de Barbieri? Era un commerciante che nacque a Odessa esattamente 157 anni fa …

(in apertura, tratta da ilpost.it, una vecchia immagina di Odessa)

Beh, qui faccio poco più che riprendere, implementandolo, il mio breve lavoro su questo personaggio, articolo già apparso anni fa sul Blog “SoloScacchi” col titolo “Baci da Odessa”, e poi mostrarvi qualche sua composizione.

“Vittorio de Barbieri è un nome probabilmente sconosciuto a molti giovani scacchisti di oggi. Eppure questo elegante e antico signore è stato un eccellente compositore di studi e problemi, noto e stimato in tutta Europa. E’, del resto, quasi inevitabile che, parallelamente all’affermarsi di internet, dei programmi di scacchi, del gioco-live e blitz, e ad un certo conseguente declino della carta stampata, specializzata e non, l’intero mondo della composizione vada man mano, ai giorni nostri, riferendosi ad una ristretta schiera di appassionati irriducibili. In verità bisognerebbe parlarne più spesso, perché il fascino di certe composizioni non è per niente inferiore alle emozioni che procura una bella partita …

Lo studio è una composizione scacchistica che rappresenta un finale di partita, o un finale teoricamente raggiungibile in partita, con una posizione da risolvere per vincere o pattare (“Il Bianco muove e vince”, “Il Bianco muove e patta”), senza indicare il numero di mosse necessario alla sua soluzione. Sulla sua rubrica per “Il Tempo” di Roma così scriveva (era il 1986) Giorgio Porreca: “Il compositore di studi artistici deve combinare le difficoltà del tema che intende svolgere con la leggerezza della costruzione. L’ideale è di presentare una posizione iniziale che abbia la connotazione di un reale finale di partita.

Il problema, invece, presenta posizioni piuttosto artificiali, difficilmente ottenibili nel corso di una partita, con una soluzione in un numero di mosse fisso (“il Bianco muove e matta in due mosse”).

La World Federation for Chess Composition (WFCC) regolamenta i concorsi di composizione e, sulla base di queste indicazioni e risultati, la FIDE attribuisce, a vita, titoli anche ai compositori (e ai solutori) di studi: Grande Maestro, Maestro Internazionale, Maestro.

Nomi celebri nel mondo per la composizione sono stati, ad esempio, Chéron, Grigoriev, Horwitz, Kasparian, Kling, Kaminer, Kubbel, Liburkin, Prokes, Troickij (russi, pertanto, in prima fila), ma anche fortissimi giocatori hanno saputo esprimersi ad alti livelli nella composizione; è questo il caso di Reti, Duras, Timman, Nunn.

In Italia, importanti compositori di studi furono, nell’800, Ignazio Calvi, Carlo Salvioli e Luigi Centurini; nel Novecento ricordo, ad esempio e fra tanti altri, Bianchetti, Camorani, Mentasti, Bonivento, Enrico Paoli e lo stesso Porreca, che curò per anni la sezione “studi” della rivista “Scacco” e che tradusse in italiano, per le edizioni Mursia, un grosso lavoro di Grigoriev, “Finali di scacchi” (1965). Agli inizi del nostro secolo ritroviamo attivi i bravissimi Pietro Rossi, Enzo Minerva e Marco Campioli.

Orbene, fra tutti questi un posto di primo piano merita appunto la figura di Vittorio De Barbieri, che nacque ad Odessa (Ucraina) il 12 marzo 1860 e che nella vita fu un mercante di cereali.

vittorio-de-barbieri

De Barbieri (cognome di origine ligure) visse a lungo in quella fertile ma travagliata terra tra le attuali Moldavia ed Ucraina, nella valle solcata dal capace Dnestr, terra che una volta si chiamava Bessarabia in onore di Basarab I (fondatore del principato di Valacchia), nome che venne cancellato da ogni carta geografica alla fine della seconda guerra mondiale.

Laggiù egli conobbe noti personaggi legati agli scacchi e rimase in contatto per tanto tempo con le riviste dirette a Mosca da Mikhail Chigorin (Novoe Vremja), a Pietroburgo da Emanuel Schiffers (Neva) e naturalmente con quella di casa, Odesskij Listok, diretta da L.R.Eisenberg, nome noto per aver battuto Pillsbury a Montecarlo nel 1902. Queste gli pubblicarono numerosi lavori, tanto che con ogni probabilità il suo cognome è più conosciuto in Russia, ancor oggi, che da noi.

Tornò definitivamente in Italia dopo la rivoluzione bolscevica, non più giovane, ma visse ancora a lungo a Genova, dove si spense il 4 maggio del 1943. Curò per molti anni, dal 1930 al 1942, la rubrica di studi de “L’Italia Scacchistica”. Parecchie sue composizioni vennero pubblicate anche sulla rivista belga “L’Echiquier”.

Agli inizi del ‘900 fu tra i primi ad ideare lo svolgimento di un “Campionato Italiano” a tavolino, al quale avrebbe dovuto partecipare il miglior rappresentante di ciascun circolo della penisola e la cui prima edizione si sarebbe dovuta svolgere a Livorno. Ma l’idea era prematura, non poté realizzarsi.

De Barbieri si esibì assai poco nel gioco vivo; troviamo il suo nome tra quelli citati da Adriano Chicco quali sfidanti di Jacques Mieses, il quale, di passaggio a Genova nel 1907, tenne una simultanea su 20 scacchiere (+16, -4). E naturalmente lui fu uno dei quattro a battere il campione germanico”.

In tutto Vittorio De Barbieri compose circa un migliaio di problemi (la più parte in due o in tre mosse) e centocinquanta studi.

Di lui vi presento oggi qui tre studi che videro la luce “inediti” su alcuni numeri de “L’Italia Scacchisticadi novant’anni fa. Le soluzioni sono abbastanza semplici da trovare e le potete leggere evidenziando il testo tra parentesi quadre. Perdeteci qualche briciola del vostro tempo: potrebbero tornarvi utili in qualche finale di partita!

Il primo dei tre fu dedicato da Vittorio “all’amico Stefano Rosselli”.

primo-studio
Il Bianco muove e patta

1. Axf6 g2 2. f8=D Cxf8 3. Axe5,g1=D 4. Ad4+ Dxd4 stallo

secondo-studio
Il Bianco muove e vince

1. c7 Tc5 2. b4+ Rxb4 3. Ae7 e vince

terzo-studio
Il Bianco muove e patta

1. Tf7 Af5+ 2. Txf5 gxf5+ 3. Re3 f1=D (o torre) e stallo (se si promuove a cavallo o alfiere, allora 4. Rf4 e patta)

E adesso non potete dirci che cose del genere non capitano mai in partita, perché se ne hanno esempi ogni giorno! Uno lo prendiamo dal torneo Aeroflot di Mosca da poco concluso. Nel primo turno si affrontano il GM venezuelano Eduardo Iturrizaga Bonelli (2652) e il GM islandese Helgi Olafsson (2540).

iturrizaga-b-ub
Dove muovereste il Re Bianco sotto scacco?

In questa posizione il Nero, sull’orlo della sconfitta, ha appena giocato 63. … Ac7+, e il Bianco replica con la spontanea quanto pessima 64. Rf5??

Olafsson, purtroppo per lui, qui non si accorge che 64. … Axg3! salva la partita per via dello stallo in caso di cattura dell’alfiere. Invece muove 64. … Ab8 (??) e abbandona mestamente dopo un paio mosse.

Evidentemente questi due grandi maestri hanno studiato troppo poco i lavori di Vittorio de Barbieri: il nostro Vittorio non si sarebbe di certo lasciato sfuggire un’occasione ghiotta come questa!

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2 thoughts on “[R] Vittorio de Barbieri

  1. Bello leggerti anche quando ti addentri nei dettagli di questo gioco di cui sono assolutamente digiuno. Sai descrivere personaggi, situazioni e luoghi in modo così dettagliato, trascinante e partecipativo che si ha l’impressione di vivere oggi, e con reale emozione, eventi verificatisi in tempi ormai lontani!

  2. Gino, ti ringrazio, il tuo commento mi fa molto piacere perché dimostra che stiamo raggiungendo una delle mete del Blog: attirare, con i temi più diversi e un po’ di storia, ogni tipo di lettore e non soltanto scacchisti in senso stretto.

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