Uno Scacchista

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Scacchi in Valtellina alle Olimpiadi invernali per atleti sordi

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(Riccardo M.)
Leggiamo sul sito “Valtellina.it”: “Dal 12 al 21 dicembre la Valtellina ospita le Winter Deaflympics 2019, le Olimpiadi invernali dei sordi [..]. L’evento, giunto alla sua 19^ edizione, mancava dall’Italia dal lontano 1983, quando le Olimpiadi del silenzio (così anche chiamate) si tennero a Madonna di Campiglio. Le Winter Deaflympics si svolgeranno in particolare nei comuni di Sondrio, Chiavenna, Madesimo e Santa Caterina Valfurva. La mascotte dell’evento è “Vally”, un orsetto, simbolo della provincia di Sondrio. Lo slogan, che campeggerà su tutte le piste, è “We need a chance“”.

E proprio a Sondrio, il 12 dicembre, ci sarà l’apertura ufficiale con una grande cerimonia in Piazza Garibaldi. Sono state calcolate circa 7.000 persone coinvolte nell’evento (tra atleti, dirigenti, accompagnatori e l’intero indotto), in rappresentanza di 56 nazioni.

Le Olimpiadi invernali per sordi si svolgono ormai da ben 70 anni. La prima edizione fu organizzata nel 1949 a Seefeld, in Tirolo, e quest’anno tornano in Italia, dove già si sono svolte nel 1983 (Madonna di Campiglio). Bene! E’ però la prima volta che alle Olimpiadi invernali gli scacchi si aggiungono ai tradizionali giochi della neve e del ghiaccio, ovvero a sci alpino, sci di fondo, hockey su ghiaccio, snowboard e curling.

Gli scacchi in particolare si giocheranno nella cittadina di Chiavenna. Un altro passetto in avanti da parte degli scacchi nel cuore dello Sport. Si tratterà, per questa edizione, di una competizione a squadre ed anche di un “Open” Blitz, il giorno 13 sulla distanza di 11 turni e con tempo di riflessione di 3 minuti + 5 secondi a mossa. Ci sono, al momento, 43 iscritti al Blitz ed il favorito numero 1 è di certo il GM israeliano Yehuda Gruenfeld (classe 1956, Elo 2453); proveranno a sovvertire il pronostico il MI italiano Duilio Collutiis (1976, Elo 2387), il GM croato Zlatko Klaric (1956, Elo 2353) e il MI ceco Milan Orsag (1964, Elo 2312). Tra le signore, la più qualificata è la WIM ucraina Tatiana Baklanova (1972, Elo 2173). Nella gara a squadre appare favorita la stessa Croazia. Il più giovane partecipante è il quindicenne statunitense Oscar Petrov, il più anziano è il MI tedesco, di origine russa, Sergej Salov, che il prossimo 14 gennaio compirà 80 anni!

Sergej Salov nel 2013

L’anno prossimo a Tallinn (Estonia) si giocherà invece, dal 4 al 14 giugno, il XVII Campionato del mondo individuale per scacchisti sordi.

Parliamo adesso un poco dei giocatori non udenti più famosi della storia, non prima di aver ricordato che qui da noi l’argomento “scacchisti non udenti” è stato già trattato dal nostro Roberto.

Un posticino sicuro se lo è costruito l’italiano Duilio Collutiis, che già nel 2016 ha vinto ad Erevan il Campionato del mondo ICCD e che nel 2002 seppe anche imporsi nel Campionato italiano assoluto, superando tutti gli altri favoriti nella finale di Montecatini Terme.

Duilio Collutiis, immagine da “Scacchierando”, 2018

Si è poi citato Yehuda Gruenfeld. Il GM israeliano, nato in Polonia, è probabilmente fra i più noti di ogni tempo. Ha partecipato a ben 6 edizioni delle Olimpiadi di scacchi fra il 1978 e il 1992 e vinto vari tornei fra i quali, nel 1982, il campionato israeliano.

Quasi sicuramente, però, il più bravo giocatore sordo di tutti i tempi è stato l’ucraino Boris Verlinsky, che è stato pure in assoluto il primo Grande Maestro sovietico della storia! Verlinsky era nato a Bakhmut (vicino Odessa) nel 1888 e da bambino, a causa di una meningite, perse quasi completamente l’udito e, parzialmente, anche l’uso della parola. Nel 1918, dopo la “Rivoluzione di Ottobre”, si trasferì a Mosca ed ebbe così occasione, partecipando ad ogni campionato della città, di affinare la sua tecnica e scalare posizioni. Esplose nel 1925, quando fu 4° al nel quarto Campionato URSS, dietro Bogolyubov, Levenfish e Rabinovich, da lui tutti e tre sconfitti nell’incontro diretto! Poi si difese con onore nel grande torneo di Mosca dello stesso anno, al punto da annoverare tra le sue vittime (Yates, Rabinovich e Duz-Chotimirsky) persino il campione del mondo Capablanca, battuto con i colori neri in 60 mosse. Nel 1929 Verlinsky vinse il massimo campionato della Unione Sovietica, superando in uno spareggio Sergey Freiman e Ilya Kan. Ricevette, per questo successo, il titolo di Grande Maestro. Ma all’elite politica sovietica non piaceva quell’assegnazione e nel 1930 gli fu incredibilmente revocato il titolo con la scusa di scarsi risultati. Un brutto colpo per lui, un colpo immeritato. Negli anni ’30 la sua malattia peggiorava, non poté mantenere il livello di gioco del decennio precedente e quando nel 1935 a Botvinnik fu assegnato il (ripristinato) titolo di GM, nessuno ormai si ricordava più di Verlinsky. Morì nel 1950 e gli sarebbe poi stato concesso, postumo, il titolo di Maestro Internazionale.

Boris Markovich Verlinsky (1888-1950)

Probabilmente la prima persona sorda di cui si abbia notizia essersi avvicinata agli scacchi è invece l’inglese di Handsworth, un sobborgo di Birmingham, Leigh Hossel (1867-1907). Proveniente da un’agiata famiglia (il padre era un commerciante in pellami), pare fosse un giovane eccezionale, nonostante il suo handicap: studiò e divenne a sua volta insegnante per sordi ad Oxford. Alle sue passioni sportive, ovvero tennis su erba e croquet, aveva aggiunto quella degli scacchi iscrivendosi al Droitwich Workman’s Club, dove pare abbia giocato anche (e vinto) con Joseph Blackburne, il campione inglese denominato “The Black Death”.

In Italia i giocatori di scacchi non udenti si riconoscono oggi in un’associazione, l’ASIS (“Associazione Silenziosa Italiana Scacchistica”), fondata nel 1989. In un loro bollettino di alcuni anni fa si leggeva che …

“… Secondo gli archivi storici, a Roma nel 1925, un certo sordo Leopoldo Sebasti, appassionato scacchista, aveva già organizzato un torneo romano riservato ai sordomuti e svoltosi per ben sei anni presso l’Antico Caffè Greco a due passi da Piazza di Spagna, e poi finì tutto. Negli anni ’60 fu poi organizzato un campionato a carattere promozionale della F.S.S.I. (Federazione Sport Silenziosi d’Italia) per dieci anni fino alla fine degli anni ’70. E di nuovo tutto scomparve nel nulla. Tutto quello che è rimasto da queste esperienze è un patrimonio storico della sezione provinciale di Roma dell’E.N.S. (Ente Nazionale Sordomuti), costituito da due confezioni di gioco di scacchi, due scacchiere a tavolino e due orologi”.

Chissà se Leopoldo Sebasti non fosse stato attratto proprio dalle straordinarie imprese moscovite (dello stesso anno!) di Boris Verlinsky? Immaginazioni a parte, il Movimento Silenzioso Romano deve molto al Sebasti (Monterosi 1891-Roma 1981), persona dalle doti non comuni, ottimo ebanista, brillante penna e poeta e che a lungo fu in prima fila nella lotta per l’emancipazione dei sordomuti, romani e italiani. Peccato che ad un personaggio come Leopoldo Sebasti la città di Roma non abbia mai pensato di intitolare una via.

Tanti auguri, per concludere, da me e da UnoScacchista a tutti i partecipanti alle prossime Olimpiadi della Valtellina e ValChiavenna e a tutti i giocatori di scacchi non udenti del mondo!

 

Vally, la mascotte delle Winter Deaflympics 2019, gioca a scacchi!

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