Quando Stockfish era solo uno stoccafisso (3)
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Cartolina per le partite di scacchi per corrispondenza (BLithiumFlash, CC BY-SA 4.0]
(di Salvatore Tramacere)
Continuiamo la presentazione dei partecipanti alla prima edizione del Campionato del mondo di scacchi per corrispondenza (1° maggio 1950/31 marzo 1953).

Olaf crebbe con i suoi quattro fratelli in una famiglia di modeste condizioni economiche (il padre era un marinaio), tanto che frequentò solo la scuola primaria. Si interessò agli scacchi piuttosto tardi, ma progredì rapidamente.

Dapprincipio fu attratto dalla composizione: pubblicò il suo primo lavoro sulla Norsk Schakblad di gennaio/febbraio 1926, a 16 anni; ma in breve i suoi problemi cominciarono a vincere premi sia in patria che all’estero.
Come giocatore, il suo primo successo fu la vittoria nel torneo nordico di 2a classe di Oslo del 1928, ma due anni dopo già faceva parte della squadra nazionale che partecipò alla III Olimpiade degli scacchi di Hamburg, in cui si fece notare per la sua clamorosa vittoria contro il forte giocatore ungherese Géza Maróczy.
Tornato a casa, vinse il suo primo campionato norvegese. Campione di Oslo nel 1931, 1932 e 1933, è del 1931 la prima notizia riguardante il gioco postale: faceva parte della nazionale norvegese che vinse il primo campionato nordico a squadre per corrispondenza, battendo, tra gli altri, Erik Lundin, il più forte giocatore svedese.
Nel 1934 sposò Else Rønnaug Ødegaard. Il primo figlio, Yngvar, seguì le orme paterne con buoni risultati. Nel 1935 iniziò la sua attività giornalistica: curò una colonna di scacchi nell’Arbeidermagasinet, in seguito Magasinet for Alle, e tenne una rubrica sulla rivista svedese Schackvärlden. Più tardi curò la colonna scacchistica del quotidiano Dagbladet. Il suo manuale Sjakk! ha conosciuto diverse edizioni.
Nel 1943 cambiò il suo cognome in Barda. Dopo la fine della guerra, Olaf Barda giocò un ruolo centrale negli scacchi norvegesi, sia come giocatore che come scrittore. Fece anche parte della Federazione di scacchi norvegese dal 1945 al 1947. Vinse cinque campionati norvegesi nel 1947, 1948, 1952, 1953 e 1957 e negli altri a cui partecipò non andò mai peggio del quarto posto. Vinse anche tornei internazionali, tra cui København nel 1947 e Jönköping nel 1958/59, in cui condivise il primo posto con Aleksandr Kotov. Ottenne il titolo di IM FIDE, primo Norvegese, nel 1952 e di GM ICCF nel 1959.
Barda è morto a Oslo il 2 maggio 1971 ed è sepolto nella tomba di famiglia al cimitero Nordre.

Cercò di entrare nel Marshall Chess Club, ma trovò che i giocatori erano troppo forti e, inoltre, il posto era troppo lontano da raggiungere; così cominciò a insegnare il gioco ai ragazzi del suo isolato: era nato lo Hawthorne Chess Club, di fatto a casa sua. Vi si tennero molti tornei giovanili, tra la squadra creata da Collins e quelle delle scuole del circondario.

Collins era comunque ben conosciuto come istruttore: nel 1991 la U.S. Chess Federation lo ha inserito nella sua Hall of Fame come “top chess teacher” del XX secolo. Nel gioco a tavolino, a dispetto della sua menomazione, partecipò a numerosi tornei, spesso con ottimi piazzamenti. Ottenne il titolo di Maestro nel 1930, vinse nel 1952 il campionato dello stato di New York e nel 1953 il campionato del Marshall Chess Club.
Nel gioco per corrispondenza fu campione americano, forse nel 1947 (su Chess Life del 20 agosto 1947 è annunciata la sua partecipazione al campionato del mondo come “present U.S. Correspondence Chess Champion”). Per diverso tempo tenne la rubrica dedicata al gioco per corrispondenza sulla Chess Review, la più popolare e diffusa rivista americana di scacchi.
Collins è morto a New York il 2 dicembre 2001.
Ecco la loro partita, come quelle precedenti lontana anni luce dallo stile odierno.
Potete trovare qui gli altri post di questa rubrica.
[Revisione dell’articolo pubblicato in Newsletter ASIAS n. 56 – settembre 2019]
Salvatore Tramacere – Classe 1953, pugliese per nascita e sentimento, romano per adozione lavorativa, ho appreso gli scacchi a 11 anni. Per varie ragioni ho giocato con discontinuità a tavolino (sono una passabile 2N); ho ripiegato sul gioco per corrispondenza, conquistando il titolo di Maestro. Amo spulciare tra vecchie carte, spesso virtuali (il web è una miniera). Ho auto pubblicato “Immortali e Sempreverdi”, raccolta di gemme ottocentesche corredate dai commenti dei contemporanei. Mi onoro di far parte del “Gruppo Romano di Studi e Ricerca Storica sul Gioco degli Scacchi”, fondato da Arnaldo Monosilio e Bruno Arigoni.