Bellia Campione d’Europa Over 50
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La sala di gioco (foto dal sito ufficiale del torneo)
(Antonio M.)
In quest’anno monstre per lo sport italiano, con vittorie a raffica in quasi tutte le manifestazioni, sia di squadra che individuali, non poteva mancare un’affermazione anche in ambito scacchistico.
E ad affiancare i vari titoli europei conseguiti nel calcio, nella pallavolo maschile e femminile, fino ad arrivare a quello della nostra Nazionale femminile nel Polo (!!) contro i “maestri” inglesi (che anno terribile per loro questo!), arriva la vittoria del CAMPIONATO EUROPEO DI SCACCHI SENIORES OVER 50 del MI romano Fabrizio Bellia.

Fabrizio è stato per noi sempre “quello forte”, fin dagli albori di cui ricordo con piacere il primo torneo della FSI al quale partecipai nel lontano 1981, quello de “L’Alfiere” disputato a Roma presso un bar a piazza Bologna, che disponeva di ampie sale atte allo scopo. Io ero fresca prima sociale del circolo e m’iscrissi al torneo di III Nazionale dove c’era anche lui che lo vinse davanti al nostro Uberto e che già dimostrava quel piglio del giocatore di classe superiore che lo portò in breve a diventare uno dei più quotati scacchisti romani in primis e poi italiani.
Da lì la scalata verso le categorie superiori fu inarrestabile, fino ad arrivare nel 2001 al raggiungimento del titolo di Maestro Internazionale.
Giocatore preparato, con uno stile lineare e pulito, non ha mai disdegnato le complicazioni tattiche, ma soprattutto ha sempre tenuto un comportamento esemplare sulla scacchiera, dimostrando una gran classe sia nelle vittorie che nell’accettazione delle sconfitte, anche con avversari sulla carta inferiori, dando sempre la disponibilità a riguardare le partite indipendentemente dal risultato. Naturalmente parlo per quanto mi è stato dato modo di vedere, ma sono sicuro che lui sia rimasto sempre così, mai eccessivo negli atteggiamenti e nelle esternazioni, con una modestia di fondo e una disponibilità che può accomunarlo ai più grandi.
Tra l’altro, per il nostro GM nazionale, il grande Sergio Mariotti, nei suoi momenti d’oro Fabrizio aveva tutte le carte in regola per raggiungere il massimo titolo scacchistico, avendone le capacità tecniche e agonistiche, ma è mancato nei momenti decisivi, manifestando delle incertezze che gli hanno impedito di raggiungere l’ambìto titolo di Grande Maestro. Ma chissà che la maturità raggiunta non gli dia quell’equilibrio che gli permetta di raggiungere oggi l’obiettivo fallito ieri. Mai dire mai!!
Invero, un’altra vittoria italiana di stampo scacchistico si è registrata quest’anno, quella della doppietta nella Mitropa Cup, con le squadre maschile e femminile a raggiungere l’ambito primo posto. E con la squadra femminile che ha festeggiato il titolo con il nuovo Direttore Tecnico… indovinate chi? Sì, proprio lui, Fabrizio Bellia! Due titoli internazionali in un solo anno, complimenti!

Il torneo si è giocato dal 25 settembre al 4 ottobre a Budoni in Sardegna, presso il Resort Janna e Sole, in contemporanea a quello Over 65 e agli omologhi tornei femminili, tutti organizzati da UniChess, l’Università degli Scacchi creata dal GM Roberto Mongrazini.
Disputato da 36 partecipanti, già dai primi turni si è delineato lo scontro tra i primi quattro in lista ELO, con un torneo sostanzialmente equilibrato che Fabrizio ha fatto suo con un entusiasmante 4 su 4 finale, terminando imbattuto a 7,5 su 9.
Stile posizionale e, come detto, alla bisogna anche aggressivo, ha cambiato nel tempo il suo repertorio, sostituendo la Difesa Est-Indiana dei furenti periodi giovanili, con difese che prevedono e6 entrando nella Nimzo Indiana o la Ovest Indiana, questo lo decide il Bianco, oppure rientrando nel classico e mai tramontato Gambetto di Donna con la successiva spinta in d5, con nel cassetto la sempre solida Difesa Tartakower che non tutti sanno controbattere con precisione. Di Bianco è rimasto fedele all’apertura da lui più giocata, 1. e4, con un bel 3,5 su 4, mentre di Nero ha fatto parimenti un bel 4 su 5, esibendosi al primo turno con una, da lui poco usata, Difesa Caro-Kan che ha sostituito per l’occasione la sua consueta 1… e5.
Insomma, un giocatore maturo che ha saputo adattarsi al tipo di torneo, e che finalmente ha raggiunto quel risultato importante che avrebbe meritato anni e anni prima, ma come declama il detto: “meglio tardi che mai”.

Eccolo al quinto turno affrontare l’unico GM del torneo, con un ELO di 2495 punti tra l’altro il più alto tra i partecipanti, il tedesco Klaus Bischoff.
Come detto la partita, iniziata come una Ovest Indiana, si è indirizzata verso gli schemi di una solida ma complessa “Difesa Tartakower” che gli ha permesso di passare indenne agli assalti del favorito del torneo.
Al settimo turno di nuovo un Gambetto di Donna rifiutato, Fabrizio ha giocato 5 Neri su 9 partite, contro un altro diretto concorrente alla vittoria finale che sceglie la Variante di Cambio che non si rileva essere la migliore contro un avversario solido ma determinato.
Nella partita seguente, decisiva per il proseguito del suo percorso vittorioso, Fabrizio entra di Bianco in una Partita Spagnola dove il suo avversario sceglie un seguito poco usato ma interessante, per poi perdersi nelle complicazioni tattiche.
All’ultimo turno si decide il torneo: Bellia e l’ungherese Krizsany sono appaiati a 6,5 punti seguiti da Bischoff a 6. L’ungherese viene inchiodato sulla patta dall’olandese Van der Werf, mentre Fabrizio vince in bello stile, contro l’irlandese Cafolla (ancora un Gambetto di Donna rifiutato e ancora una Tartakower), rendendo vana la vittoria del tedesco e vincendo in solitaria con 7,5 punti su 9 partite giocate. Risultato prestigioso che merita i complimenti a Fabrizio da parte di tutti gli scacchisti italiani.
Bella soddisfazione alla quale aggiungiamo un poco di campanilismo che ci fa esclamare in romanesco: “Ammazza Fabri’, ce ne hai messo der tempo, ma alla fine gliela hai ammischiata, l’hai addobbati e hai raccorto quello che te meritavi, ma mo nun te ferma’ e a casa de Rometta tua er titolo de Campione d’Italia vedi da riporta’!”.