Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Una insolita simultanea di Blackburne

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Copertina di "The Westminster Papers", 1879 Vol. XI (Public Domain, Google-digitized)

(di Salvatore Tramacere)
Spulciare tra vecchie carte per me ha un’attrattiva irresistibile. Da quando, poi, si è incominciato a digitalizzare libri e riviste pubblicati nei secoli passati, in rete si trova davvero di tutto e, se si dispone di tempo e si è assistiti dalla passione, è straordinariamente interessante navigare tra biblioteche e siti specializzati, alla ricerca di vetuste partite ma anche di fatti poco conosciuti, che arricchiscono con note di colore la meravigliosa storia degli scacchi.

Nei miei viaggi in questo mare magnum mi sono imbattuto nella rivista mensile The Westminster Paper. Pubblicato per la prima volta nel mese di Aprile del 1868 a Londra da W. Kent & Co., era una iniziativa nata dai soci del Westminster Chess Club, all’interno del quale non si giocava solo a scacchi: perciò, dal successivo mese di settembre, sulla prima pagina di copertina comparve il sottotitolo A Journal of Chess and Whist e, in seguito, dal numero di Maggio 1869 la rivista assunse il definitivo nome The Westminster Papers, con sottotitolo A Monthly Journal of Chess, Whist, Games of Skills and the Drama; iniziò infatti dal quel mese una rubrica di teatro.

Copertina di “The Westminster Papers” del Maggio 1869 (Public Domain, Google-digitized)

La rivista cessò le pubblicazioni con il numero di Aprile 1879. Dall’editoriale, intitolato Looking back, si apprende che dopo il ritiro di Hewitt e Boden, avvenuto al termine del primo anno, la direzione fu assunta da Charles Mossop, esperto di whist, mentre della sezione scacchistica si occupò Patrick T. Duffy (1834 – 1888), giocatore di medio livello, ma evidentemente grande appassionato.

Una curiosità: nel frontespizio della rivista, fino al suo cambio di denominazione, era riportato Edited by Telemacus Brownsmith, B.A., chiaramente uno pseudonimo, dal momento che di questo personaggio non si hanno notizie. A tutt’oggi uno dei piccoli misteri nella storia del nostro gioco.

Copertina di “The Westminster Papers” del 1 Giugno 1878 (link)

Nel numero di Giugno 1878, di cui qui più sopra è visibile l’intestazione, tra i “sussurri del nostro piccolo mondo” è riportato il racconto di una simultanea alla cieca tenuta da Joseph H. Blackburne contro sei donne. L’episodio restituisce un simpatico quadretto dell’ambiente scacchistico londinese dell’epoca.

Eccolo nella mia traduzione (probabilmente migliorabile).

Joseph Henry Blackburne (10 December 1841 – 1 September 1924) [Immagine da Chess History – link]

“La sera del 17 maggio il Divan e il City Club erano compagni di sventura, poiché sono stati disertati anche dai più devoti fedeli. Tutti si sono diretti al College Chess Club per assistere a quello che è stato ritenuto uno spettacolo interessante e unico: Mr. Blackburne che giocava alla cieca contro sei donne.

Il College Club, come i nostri lettori sanno, è un’associazione che si è recentemente costituita con il preciso scopo di consentire alle donne che hanno il gusto per gli scacchi di esercitarsi e trarne diletto. Non ci sovviene al momento alcun motivo per cui non dovrebbero divertirsi così, né ci proponiamo di cercarne uno. Potremmo credere che le donne berrebbero molto whisky durante il gioco, o si darebbero a colorare pipe di argilla, o imprecherebbero alla sconfitta, o si sosterrebbero tra loro al punto di dare una Torre alla rivale vittoriosa, o si magnificherebbero a mezzo stampa; allora davvero dovremmo dubitare dell’opportunità di aver loro consentito l’accesso al “nostro piccolo mondo”, ma noi non ci aspettiamo in alcun modo che questi o altri funesti effetti facciano seguito al loro apprendimento di come dare matto. Nella sconfitta gli uomini possono dimenticare, e spesso lo fanno, di essere dei signori; ma dalle signore non ci aspettiamo niente di peggio di un grazioso gesto della mano al di sopra della scacchiera a mo’ di abbandono.

Donne alla scacchiera: Mrs. F.D. Herring, Miss Finn and Mrs. Sidney (The Sphere, Aug. 24, 1907 – link)

Tornando, comunque, alla stretta attualità, dobbiamo riferire che le sei avversarie di Mr. Blackburne erano Mrs. Down, Miss Florence Down, Mrs. Shedlock, Mrs. Jamieson, Miss Nellie Down e Miss Wallington.

L’ambiente molto spazioso in cui si incontrano i membri del Club non era troppo ampio per i numerosi spettatori, tra i quali si potevano notare leoni e tigri del mondo scacchistico metropolitano.

La brigata ha preso ad andare oltre l’interesse per le partite, manifestando molta partecipazione alla lotta delle giocatrici contro gli scaltri piani del loro avversario. Questa simpatia era troppo zelante per essere frenata da qualsiasi senso di imparzialità, in altre parole era un gran dare suggerimenti.

Situazione scusabile e, certamente, a Mr. Blackburne, l’unica persona interessata, non importava, ma le signore hanno affermato che in occasioni future non avrebbero permesso niente del genere, desiderose come sono di giocare le loro partite senza l’aiuto di chicchessia. Noi pensiamo che abbiano ragione: c’è un piacere anche nella sconfitta, se la lotta è stata farina del proprio sacco. C’è gioia nell’aver fatto del proprio meglio, o comunque una bella battaglia in cui, con la sola propria abilità, è stato sventato questo o quello stratagemma. Consigliamo alle signore di attenersi alla loro decisione.

Il gioco è iniziato alle 19.00 ed è continuato fino a poco dopo le 22.00, nel qual tempo Mr. Blackburne ha sconfitto cinque delle sue avversarie, ma ha dovuto abbandonare contro la più forte di loro, Mrs. Down. La signora ha tenuto bene la sua posizione, ma alla fine ha ottenuto la sua vittoria grazie a uno scivolone del suo avversario bendato, dopo di che ha conseguito un grande, se non decisivo, vantaggio a suo favore.

È doveroso menzionare che Mr. Webber, Istruttore Onorario di Scacchi del Birkbeck Institute, ha svolto l’arduo compito di cassiere. Al termine dell’esibizione Mr. Burden, il Presidente, ha tenuto un discorso per esprimere la sua soddisfazione e ringraziare molto Mr. Blackburne per essere stato tanto cortese nei confronti del loro giovane Club.

La serata era terminata, ma alcuni visitatori, secondo gli inviti ricevuti, si sono recati alla residenza di Mrs. Down, che è vicina al College, per intrattenersi a cena. Tra loro Messrs. Blackburne, Bird, MacDonnell, Potter, F.W. Lord, Manning, Webber e Riley. Dopo la cena si sentivano le note della musica, sia vocale che strumentale, e poi le signore della famiglia, nonostante gli ospiti fossero tutti scacchisti, si sono dimostrate esperte e premurose.”

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