Vincere come Kupreichik con il sacrificio di Alfiere in h6
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Victor Kupreichik con la sorella Olga e la nipote Nastya (Sorokina)
(Uberto D.)
“Come è andata oggi, zio Viktor?” “Bene, Nastya, il solito sacrificio di Alfiere in h6 e ho vinto!”. Il dialogo tra Viktor Kupreichik e la nipote Anastasya Sorokina è ovviamente di fantasia, ma sacrificare l’Alfiere in h6 è sempre stato facile per il fantasioso GM bielorusso che negli anni ’80 arricchiva le cronache dai tornei con le sua brillanti partite d’attacco. Come Riccardo ricordava nel suo post pubblicato in occasione della sua dipartita, Il grande Tal lo definì “il D’Artagnan degli scacchi”, una bella immagine per sintetizzare la brillantezza e la sua fantasia.
Questa veloce carrellata di partite scelte dimostra come fosse spesso una cattiva idea per gli avversari di Kupreichik giocare h7-h6: prima o poi quel pedone sarebbe potuto diventare il “gancio” per un sacrificio di Alfiere per demolire l’arrocco. E Viktor era dannatamente bravo a riconoscere i motivi tattici collegati.
Se nella partita precedente il Nero poteva essere considerato un giocatore debole in quanto poco noto alle cronache, guardate come il sacrificio in h6 demolisce un giocatore di alta caratura come Evgeny Sveshnikov.

La partita contro Sveshnikov mostra come anche i migliori possono andare in confusione quando un alfiere piomba in h6! Nella prossima partita, Kupreichik sacrifica addirittura contro Artur Jusupov, uno dei migliori giocatori sovietici degli anni ’80 e ’90.
Non siete ancora convinti? Ecco un altro sacrificio di Kupreichik in h6, non completamente corretto, ma come sempre non è facile trovare le migliori difese sotto questo genere di attacchi.
Allora, siete convinti che il sacrificio di Alfiere sia vincente? Non lo sarà automaticamente in ogni posizione, ma consideratelo sempre quando avrete un vantaggio di spazio sul lato di Re e vedrete che, come minimo, giocherete partite estremamente interessanti.