Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Uno dei padri dello scacchismo italiano: il maestro Terenziano Marusi

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(Adolivio Capece)
Terenziano Marusi fu il rappresentante ufficiale della Federazione Scacchistica Italiana quando il 20 luglio 1924 a Parigi fu fondata la FIDE.
Le notizie su di lui sono poche e frammentarie, eppure si tratta di un personaggio molto importante per lo scacchismo italiano. Ho cercato di approfondirle quando ho scritto la parte ’storica’ del libro sui 100 anni della Federazione.

Parmense, Marusi nacque a Vigheffio l’8 ottobre 1868; studiò al Conservatorio di musica di Parma, dove si diplomò in ‘composizione e organo’ nel 1893.
Parleremo più avanti della sua attività musicale.
Ora ricordiamo che Marusi si diede da fare non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale. Fu grazie a lui che nel settembre del 1920 venne organizzato a Varese il Congresso di Fondazione della FSI.
Fu Segretario Generale della Federazione dal 1923 al marzo 1926, quando si dimise dalla carica; sul Bollettino Ufficiale si legge: “Il C.D. della Federazione prende atto con sommo rincrescimento delle dimissioni presentate dal M° Terenziano Marusi, il quale, per motivi di salute, non può più sobbarcarsi a coprire la gravosa carica di Segretario Generale con la usata attività.
En passant ricordiamo che al suo posto fu nominato Alberto Fidi (che era pure musicista: Maestro di Canto), che a quanto pare teneva molto a quella carica, mentre Marusi era “uomo al di sopra delle parti, aperto e disinteressato alla carriera”.

Marusi continuò comunque a lavorare per la Federazione all’interno del Comitato Direttivo (la nomina fu ratificata il 23 aprile 1927, come riporta L’Italia Scacchistica di quell’anno a pag. 159) e a quanto pare si occupò dei rapporti con la FIDE, partecipando ai congressi del 1927 e 1928.
Da Segretario Generale tra il 1925 e il 1926 si occupò di tutte le pratiche burocratiche inerenti all’inserimento della Federazione nel CONI, continuando nel 1927 quando la FSI – per disposizione del CONI stesso –  ritornò a denominarsi A.S.I. (Associazione Scacchistica Italiana, nome adottato nel primo tentativo di costituire un organismo scacchistico nazionale nel 1892 a Torino) e con tale sigla (che verrà mantenuta fino alla fine della seconda guerra mondiale) il 24 febbraio 1928 entrò a pieno titolo nel C.O.N.I., dopo aver superato l’obbligatorio ’periodo di prova’.

A questo punto è necessario fare una digressione per raccontare con precisione questo ’primo’ ingresso della Federscacchi nel massimo organo sportivo italiano.

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano era nato nel 1914, come ente privato con lo scopo di organizzare, di volta in volta, la partecipazione di atleti italiani alle Olimpiadi.
Quando nel 1924 gli scacchi furono inseriti nelle Olimpiadi di Parigi come ‘sport olimpico’ l’inserimento della Federazione nel CONI divenne quasi automatico.
Tra l’altro, come abbiamo già ricordato, il 20 luglio, una settimana prima della conclusione delle Olimpiadi, i rappresentanti di 15 federazioni scacchistiche nazionali si ritrovarono per dare vita alla FIDE (acronimo del francese Federation Internationale Des Echecs): primo presidente fu l’olandese Alexander Rueb.
Per l’Italia come abbiamo detto era presente in veste di rappresentante ufficiale Terenziano Marusi; era accompagnato dal catanese Alberto Fidi, che pure (come abbiamo detto) era musicista, maestro di canto. Erano entrambi dirigenti della Federazione Scacchistica Italiana fondata quattro anni prima.

Per la Federazione l’inserimento degli scacchi nelle Olimpiadi fu in un certo senso una sorpresa, tanto che in giugno proprio la Federazione lanciò una sottoscrizione per far fronte alle spese della squadra nazionale nel Torneo Olimpico.
A Parigi andarono Rosselli, Cenni, Miliani e Romi (che ancora non aveva ‘italianizzato’ il nome e risultava quindi Romih e a volte Romich; da ricordare che fu escluso dalla finale solo per spareggio tecnico); alla fine nella ‘classifica per Nazioni’ l’Italia risultò sesta su 17 squadre partecipanti.

Abbiamo detto che con gli scacchi nelle Olimpiadi di Parigi come ‘sport olimpico’ l’inserimento della Federazione nel CONI divenne quasi automatico: ma c’erano da superare le molte barriere burocratiche. Fu proprio Marusi a prendersi carico di tutte le incombenze.
Innanzitutto si doveva superare un (lungo) periodo di prova, che per gli scacchi si concluse dopo oltre tre anni. In questo periodo gli scacchi erano sì nel CONI, ma con il rischio di esserne estromessi in qualunque momento.

Passò quasi un anno e mezzo dalle Olimpiadi di Parigi alla prima seduta di Consiglio del CONI, alla quale parteciparono per la prima volta i rappresentanti della Federazione Scacchistica Italiana, ovvero il Presidente Comm. Ing. Luigi Miliani e il M° Alberto Fidi.
Si tenne a Roma il 6 dicembre 1925. L’Italia Scacchistica scrisse: “La riunione ebbe per gli scacchisti una importanza speciale poiché segnò il definitivo riconoscimento governativo non solo della Federazione stessa ma dell’importanza degli scacchi fra i valori intellettuali della nazione”.
Dal canto suo Luigi Miliani ricorderà “con commossa parola” la seduta di Consiglio, rievocando “con viva soddisfazione l’accoglienza cordiale e significativa fatta ai delegati (scacchisti) nell’adunanza di Roma”.

E finalmente il 24 febbraio 1928 l’ASI entrò a pieno titolo nel CONI.
Appena in tempo, potremmo dire, dato che gli scacchi avevano rischiato di non essere inseriti nelle Olimpiadi olandesi dell’estate 1928, essendo i giocatori accusati di professionismo.
L’inserimento tra le discipline olimpiche e nel CONI aveva infatti provocato ampie discussioni sulla qualifica di ‘dilettante’ per i giocatori di scacchi, tanto che quando nel 1928 la FIDE si stava organizzando per un nuovo torneo del Nobil Giuoco nella nona edizione delle Olimpiadi, inizialmente ricevette un rifiuto: gli scacchi infatti in un primo tempo non erano stati inseriti tra le gare previste nel programma olimpico proprio soprattutto per la questione ‘dilettanti-professionisti’; ma poiché la medesima questione riguardava anche altri sport, alla fine anche gli scacchi furono ammessi.

Il ritardo però provocò un problema logistico, poiché quando fu finalmente deciso di far effettuare anche la manifestazione scacchistica, gli organizzatori si resero conto che ad Amsterdam non c’era più posto per alloggiare i giocatori (oltre un centinaio): gli alberghi e molte case private della città erano già tutti prenotati e anzi per garantire il necessario numero di posti letto erano anche state  requisite tre grosse navi ormeggiate nel porto (per la cronaca gli italiani e le italiane che avrebbero partecipato alle varie gare – atletica, scherma, boxe, ginnastica, ciclismo, canottaggio, ecc, – furono proprio alloggiati su una di queste navi).
Così, pur mantenendo le date per avere la concomitanza con le Olimpiadi del CIO che si svolgevano ad Amsterdam, gli scacchi furono ‘dirottati’ su L’Aia, “la sola città al mondo dove gli scacchisti abbiano un loro palazzo”.

Poi – purtroppo – la questione dilettanti/professionisti prese il sopravvento e alcuni sport, come calcio, tennis, rugby e anche gli scacchi, nel 1932 furono estromessi dal programma olimpico.
Dobbiamo notare che la Fide non fece nulla per impedire questa estromissione, forse evitabile se fosse stato chiarito che professionisti potevano essere considerate solo alcuni dei maggiori campioni.
Della estromissione approfittò quasi subito il Governo Italiano dell’epoca (che non considerava vero sport una ‘attività della mente’), e così nel 1934 l’Asi fu spostata dal CONI all’OND (Opera Nazionale Dopolavoro): un declassamento, anche se all’epoca si cercò di non presentarlo agli scacchisti come tale.

E ora vediamo qualche notizia ‘personale’ su Marusi, iniziando dalla attività musicale.
Sappiamo che divenne ‘maestro’ di musica e che quando aveva poco più di 24 anni fu eseguita una sua Cantata (per solista, coro e orchestra) su libretto di Michele Caputo in occasione dell’inaugurazione della Sala Verdi del Conservatorio. Era il 27 febbraio 1893. Poi nell’ottobre del 1898 nella Cattedrale di Parma venne eseguita una sua Messa.
Studiò privatamente pianoforte con Italo Azzoni e organo con Guglielmo Mattioli, diplomandosi in questo nel 1913 a Bologna. Per molti anni diresse le funzioni sacre della cattedrale di Parma e della Steccata. Passò poi a dirigere la cappella musicale di Gallarate, dove rimase 6 anni; dal 1904 fu per 3 anni nella basilica di S. Vittore a Varese. Sembra che sia passato poi al Duomo di Milano, ma di quest’ultima attività non ho trovato conferma.

E dal punto di vista scacchistico?
Nella Storia degli Scacchi di Chicco e Rosino si legge solo che “AVarese il maestro Terenziano Marusi battè il neo-campione della Società Scacchistica Varesina per il 1922, Giulio Tirotti (+6=2-3)”.
La frase lascia intendere che Marusi fosse “maestro di scacchi”, cosa che invece non era, anche se il titolo di ‘maestro’ gli sarà conferito ad honorem nel 1936.
Come abbiamo detto Marusi era sì ‘maestro’, ma di musica.

Marusi all’epoca della sfida con Tirotti era probabilmente Seconda Categoria: diverrà Prima nel 1932. Quanto al motivo della sfida, lo spiega ancora L’Italia Scacchistica: “Tirotti vinse il torneo di Prima categoria e fu quindi proclamato Campione Sociale”, ma poi “per regolamento ha dovuto sostenere la sfida per la conquista del titolo di Campione Assoluto della Società Scacchistica Varesina (sfida che si effettua ogni due anni) col Maestro Terenziano Marusi, già detentore di questo titolo.”
Come si vede, anche qui a Marusi viene attribuito impropriamente il titolo di Maestro.
Ancora da L’Italia Scacchistica appresi che risultava deceduto il 14 dicembre 1936 a Milano, presso la Casa di riposo per Musicisti “Giuseppe Verdi”. Decisi allora di interpellare la Direzione di questa fondazione per vedere se era possibile avere qualche notizia in più.

E la Direzione della Casa di riposo per Musicisti “Giuseppe Verdi” (nella immagine qui riportata) con grande disponibilità mi rispose che “dai registri risulta che il sig. Terenziano Marusi, Maestro di Musica, nato a Parma il 9 ottobre 1868, domiciliato e residente a Milano, è stato accolto nella Casa di riposo per Musicisti “Giuseppe Verdi” il giorno 1° febbraio 1936 ed è deceduto a Giussano il 14 dicembre 1936”.
Queste informazioni confermavano luogo e data di nascita e la sua professione.
Resterebbe da scoprire quando e perché si sia trasferito a Milano, mentre non è chiaro perché risulti morto a Giussano e non nella Casa di riposo dove risiedeva.

Tornando alla attività scacchistica di Marusi, sul primo numero del 1920 de L’Italia Scacchistica, si legge che “a Varese al Caffé Principale in corso Vittorio Emanuele è in corso un torneo sociale dovuto all’iniziativa del distinto scacchista Terenziano Marusi.”

Così abbiamo conferma che Marusi abitava a Varese al termine della prima guerra mondiale; resterebbe da scoprire quando e perché vi ci sia arrivato.
Sul numero successivo de L’Italia Scacchistica leggiamo che “la Società Scacchistica Varesina, sebbene riorganizzata solo alla fine dello scorso anno (1919 – NdR) dà prova di grande attività e conta già 35 aderenti.”
E tra questi Luigi, figlio di Terenziano, che si piazza al secondo posto nel torneo di Prima categoria disputato nel marzo 1920.
Così a questo punto sappiamo anche che Marusi, nel frattempo nominato Segretario del circolo, aveva un figlio e che questi pure giocava a scacchi.

Concludiamo con un’ultima notiziola: “domenica 22 giugno 1924 per l’organizzazione tecnica della Federazione e la realizzazione di Terenziano Marusi, segretario generale, si svolse a Monza una Partita Vivente, con giovanetti e signorine in costume del Trecento, per iniziativa della rivista ‘Cordelia’: la partita era stata composta espressamente da Giuseppe Padulli. Vi assistette un pubblico di parecchie centinaia di persone”.


P.S.:

Nella foto sotto il titolo appaiono i partecipanti (ma non solo loro) del Torneo di Milano 1916 intitolato a Edoardo Crespi, il fondatore (1880) della Società Scacchistica Milanese. Terenziano Marusi infatti andò a seguire a Milano il torneo del 1916 come spettatore.
Lo leggiamo nella ‘Storia della Scacchistica Milanese’ di Alessandro Sanvito: “Il Torneo che fu diretto da una Commissione composta dal gentilis­simo ing. Luigi Padulli, dal maestro Edgardo Codozzi, dall’ing. Attilio Volpi, da Amedeo Bronzini e dal Prof. Giuseppe Orlandi, ebbe vasta risonanza.
Lo stesso Alberto Batori gli dedicò tre pagine sull’Italia Scacchistica esprimendo, soprattutto, parole di lusinghiera am­mirazione per il dottor Martino Tondini che, alla rispettabile età di 73 anni, seppe farsi ancora onore.
Durante lo svolgimento del Torneo si ebbero le graditissime vi­site del Colonnello cav. Ugo Papa, del Maestro Stefano Rosselli del Turco, del capitano Rastrelli di Firenze, dei sottotenenti T. Tagliabue e U. Magiera, degli Aviatori M. Riello e G. Bullio, del Maestro Terenziano Marusi, e dell’ing. Ferrario”.

Nota della Redazione:

Domani 20 luglio 2023 alle 18.00 su Rai Scuola (canale 57) andrà in onda la puntata di “Oggi è” sulla Giornata Internazionale degli Scacchi. Dopo la messa in onda televisiva, sul portale di RaiPlay sarà disponibile online la ‘Giornata Internazionale degli Scacchi’. Ecco il link diretto al programma che conterrà la puntata in oggetto: Oggi è : https://www.raiplay.it/programmi/oggie 

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