Domenica 20 luglio 1924 a Parigi nasceva la FIDE
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Foto adattata dal numero di settembre 1924 de "El Ajedrez Argentino", recuperata via ChessHistory.com
(Riccardo Moneta)
Parigi 20 luglio 1924. Nasceva la FIDE. Una data storica per gli scacchi, un momento che ha consentito al nostro Sport di crescere, con regole comuni, con un comune sistema di valutazione dei giocatori, un’idea unica mondiale del gioco e delle competizioni, individuali e per nazioni.
Ci sarebbero voluti ancora decenni per arrivare ad una pianificazione dei calendari e ad una regolamentazione per il Campionato del mondo individuale. Ma intanto il primo fondamentale passo era stato compiuto a Parigi nel luglio del 1924, e nel 1999, con l’ingresso nel Comitato Olimpico Internazionale, si ebbe l’ideale coronamento di quel fortunato, quanto lungimirante, progetto iniziale.
L’affermazione e i successi della FIDE dimostrano anche come (ma qui ci fermiamo perché il discorso ci porterebbe verso altri lidi meno scacchistici) il superamento, in ogni campo, dei nazionalismi e dei particolarismi non possa che apportare benefici ad ogni collettività, ad ogni circuito di interessi e attività. Speriamo soltanto che non sia iniziato in questi ultimi tempi un cammino all’indietro che si rivelerebbe giocoforza tragico.
Nel luglio del 1924 si svolse a Parigi l’edizione numero 8 dei Giochi Olimpici. La Francia, grazie soprattutto all’iniziativa di Pierre Vincent, Presidente della Federazione Scacchistica Francese, volle organizzare per l’occasione anche il “Torneo Olimpionico di scacchi” (12-20 luglio). La manifestazione si articolava in un torneo inividuale (Eliminatorie e poi Torneo dei Vincitori) e in un “Torneo sussidiario per la Classifica delle Nazioni”. Alexander Alekhine era il direttore del Torneo! Sede di gioco era il Majestic Hotel.
Nella immagine sotto il titolo si possono riconoscere i 4 rappresentanti italiani: in piedi in alto (davanti alla finestra) ci sono di seguito Stefano Rosselli Del Turco, Giovanni Cenni e Luigi Miliani, mentre il penultimo a destra nella fila mediana è Max Romih. Seduti davanti alla scacchiera si riconoscono Miss Holloway, Alexander Alekhine e Pierre Vincent.
Il vincitore del torneo individuale fu il lettone Hermanis Matisons (1894-1932), che è il terz’ultimo da destra nella fila superiore. A lui venne riconosciuto il titolo di “Campione del mondo dei dilettanti”. Al secondo posto si classificò il suo connazionale Fricis Apšenieks e al terzo il belga Edgard Colle. Per quanto denominata “Olimpiadi” e concomitante con i tradizionali Giochi Olimpici, la competizione a squadre non fu riconosciuta come tale, sia perché non organizzata dalla FIDE (che ovviamente ancora non esisteva), sia per il formato particolarmente astruso, nel quale nazioni con 4 rappresentanti concorrevano con gli stessi punti di nazioni che avevano 3 soli rappresentanti. Prevalse comunque la Cecoslovacchia (Hromadka, Schulz, Vanek e Skalicka), che precedette l’Ungheria di Vajda e la Svizzera di Voellmy. L’Italia giunse sesta. La Lettonia, pur presentando tre giocatori con eccellenti prestazioni (Kārlis Bētiņš dopo Matisons e Apšenieks), fu ingiustamente penalizzata dall’assenza del quarto elemento.
Appena 55 erano i giocatori giunti a Parigi, in rappresentanza di 18 nazioni. Fu una vera e propria maratona: due partite al giorno alla cadenza di 20 mosse all’ora e, a volte, tre partite al giorno se si doveva terminare la mattina successiva le partite aggiornate (… “il che costrinse spesso a più di 10 ore di gioco giornaliere”…).
Il 20 luglio 1924, dunque, si ebbe la premiazione dei Tornei e nel pomeriggio, facendo seguito a frequenti precedenti riunioni dei rappresentanti della nazioni, si diede lettura dell’atto costitutivo del nuovo organismo internazionale.
Per la precisione la sigla attribuita alla neonata Federazione non era in un primo momento FIDE ma FIE. Il motto latino ‘Gens una sumus’ (“siamo un’unica famiglia”) divenne la parola d’ordine ufficiale e ben riconosciuta della neonata Federazione.
Vediamo come il numero di settembre (eh, sì, allora le informazioni non giungevano come oggi alla velocità della luce!) de “L’Italia Scacchistica” raccontava questo avvenimento.
“… Mentre il torneo si svolgeva nella grande sala della Mairie del 9° Arrondissement, in una vicina stanza si riunivano in frequenti adunanze i delegati delle Nazioni e gettavano le basi della Federazione Scacchistica Internazionale … Alle ore 20,00 di domenica 20 luglio ha inizio la seduta di chiusura del Torneo e del Congresso … E dopo la premiazione ufficiale, M.Vincent poteva così dare lettura dell’atto costitutivo di questo nuovo organismo internazionale, atto che per la sua storica importanza, qui integralmente riproduciamo…”.
Bisogna dar atto al nostro glorioso periodico mensile di aver colto con precisa lungimiranza l’importanza storica dell’evento. Pertanto, siccome riteniamo che questo documento abbia davvero una rilevanza unica, lo riproduciamo anche noi integralmente qui sulle nostre pagine.
Le Dimanche 20 Juillet 1924
à la Mairie du IX° Arrondissement de la ville de Paris.
Grace à l’initiative de la Fédération Francaise des Echecs, d’après la volonté unanime des Fédérations constituantes représentées au Congrés, à la suite du Premier Tournoi International d’Amateurs d’Echecs, à l’occasion de la VIII^ Olympiade
à été fondée
La Fédération Internationale des Echecs
Apriamo qui una parentesi per citare nomi e cognomi dei fondatori:

Hanno firmato l’atto costitutivo:
- Alexander Rueb (Olanda)
- Roberto Grau (Argentina)
- Leon Weltjens (Belgio)
- Stephen Francis Smith (Canada)
- Conte di Penalver y Zamora (Spagna)
- Pierre Vincent (Francia)
- Francis Hooper Rawlins (Gran Bretagna)
- István Abonyi (Ungheria)
- Terenziano Marusi (Italia)
- Izaak Towbin (Polonia)
- Tenente Joan Gudju (Romania)
- Marc Nicolet (Svizzera)
- Karel Skalicka (Cecoslovacchia)
- Jakov Ovadija (Jugoslavia)
Una lettera del Presidente Alexander Rueb, datata settembre 1924, rivelò il nome di un 15° firmatario, Anatol Tschepurnoff (Finlandia).

E continuiamo a leggere l’atto costitutivo:
“Elle existe dés ce jour, avec les principes fondamentaux suivants.
La Fédération Internationale des Echecs est une association de fédérations nationales d’échecs.
Toute fédération nationale pourra s’y joindre.
Toute fédération nationale sera traitée d’aprés le principe d’égalité parfaite.
Toute nation, qui n’a pas encore une fédération nationale, est invitée à la former, si elle desire se joindre à la Fédération Internationale des Echecs.
La Fédération Internationale des Echecs aura pour but le dévéloppement de l’art des échecs, comme jeu universel, de propager l’idée d’entente entre les fédérations, de favoriser toute démonstration internationale, relative au jeu des échecs.
Elle aura son siège social en Suisse, jusqu’à l’assemblée générale, projetée pour 1925.
Jusqu’à ce congrès, les dispositions suivantes ont été faites.
La Fédération Internationale des Echecs sera administrée par son Bureau, qui aura soin de proposer au Congrés de 1925 les Statuts et tous les Regléments nécessaires, et de prendre toute mesure favorable au dévéloppement de la Fédération.
Toute Fédération constituante et toute autre adhérante contribue une somme minimum de 300 francs francais, payable à l’adhésion. Sur ces fonds le Bureau prélèvera le sommes nécessaires à son fonctionnement.
Jusqu’au Congré de 1925 sont élus:
Président M. A. Rueb (Président de la société néerlandaise d’Echecs),
Vice-Président M. L.P. Rees (Secrétaire de la Société britannique d’Echecs),
Thésorier M. M. Nicolet (Caissier général de la Société duisse d’Echecs).
Le Secrétariat général est rattaché à la Présidence.
Puisse la Fédération Internationale des Echecs, avec l’assistence dévouée de tous ses Membres, collaborer au dévéloppement du noble jeu international”.
(traduzione in italiano)
“Esiste da oggi, con i seguenti principi fondamentali.
La Federazione Internazionale degli Scacchi è un’associazione di federazioni scacchistiche nazionali.
Qualsiasi federazione nazionale può aderire.
Qualsiasi federazione nazionale sarà trattata secondo il principio della perfetta parità.
Qualsiasi nazione, che non abbia ancora una federazione nazionale, è invitata a formarne una, se desidera aderire alla Federazione Internazionale degli Scacchi.
La Federatione Internazionale mirerà a sviluppare l’arte degli scacchi come gioco universale, a diffondere l’idea di accordo tra le federazioni, a promuovere qualsiasi manifestazione internazionale relativa al gioco degli scacchi.
Avrà sede legale in Svizzera, fino all’assemblea generale, prevista per il 1925.
Fino a questo congresso, sono state assunte le seguenti decisioni:
La Federazione Scacchistica Internazionale sarà amministrata dal suo Ufficio di Presidenza, che avrà cura di proporre al Congresso del 1925 gli Statuti e tutti i Regolamenti necessari, e di prendere tutte le misure favorevoli allo sviluppo della Federazione.
Ogni Federazione costituita e ogni altro membro contribuisce con una somma minima di 300 franchi francesi, pagabile all’atto dell’adesione. Da questi fondi l’Ufficio di Presidenza trarrà le somme necessarie al suo funzionamento.
Fino al Congresso del 1925 sono eletti:
Presidente M. A. Rueb (Presidente della Società Olandese di Scacchi),
Vicepresidente Mr. L.P. Rees (Segretario della British Chess Society),
Thesorier M. M. Nicolet (cassiere generale della Società Svizzera di scacchi).
Alla Presidenza è annesso il Segretariato Generale.
Possa la Federazione Scacchistica Internazionale, con la devota assistenza di tutti i suoi Membri, contribuire allo sviluppo nel mondo del nobil giuoco”
E’ in Svizzera, oggi come un secolo fa, la sede della FIDE, esattamente a Losanna.
L’autore dell’articolo sul nostro periodico, il maestro Giovanni Cenni, non aggiungeva sue considerazioni sul nuovo organismo internazionale degli scacchi, ma si soffermava brevemente a commentare (paragrafo “note e commenti”) il torneo olimpionico. Ecco cosa scriveva Cenni:
“Il progetto di un torneo scacchistico olimpionico era stato accolto con un certo scetticismo: quando la Federazione Scacchistica Francese lo indisse con le norme che reggono le altre gare olimpiche, si osservò che difficile ne appariva la riuscita, poiché esso non allettava i concorrenti con premi vistosi e con indennizzi delle forti spese di viaggio e di soggiorno.
Ma i fatti hanno smentito queste pessimistiche previsioni, poiché il successo è stato trionfale. Gli scacchisti hanno dimostrato coi fatti quale potente sprone sia per loro il sentimento nazionale, quale bella emulazione li inciti, quanto disinteressato affetto per il nobil giuoco li animi”.
Su quell’articolo de L’Italia Scacchistica il maestro Cenni chiudeva il suo intervento con parole molto critiche nei confronti sia del pubblico di Parigi, assai indifferente alla manifestazione scacchistica, sia della stampa francese e italiana. Queste:
“… lo scarso interesse del pubblico di casa fu forse, in buona parte almeno, dovuto al contegno della stampa francese, che si è dimostrata fredda e indifferente: invano l’Agenzia Radio diramava ogni giorno i risultati, ché questi venivano sistematicamente cestinati dai giornali di Parigi, fra i quali uno solo ha fatto eccezione: l’ ‘Excelsior’. Per contro il ‘Times’ aveva inviato un suo corrispondente speciale e il maestro Gunsberg rapprasentava parecchi giornali inglesi; in Olanda e nel Belgio si pubblicavano quotidianamente le partite di Euwe e di Oskam, di Colle e di Koltanowski; e i due massimi giornali dell’Argentina, la ‘Prensa’ e la ‘Nacion’, spendevano ben 80.000 franchi nei cablogrammi spediti dai loro incaricati.
Che dire poi della stampa italiana? Nessuno dei tanti giornalisti italiani che pure accorrevano a frotte allo stadio e celebravano in lunghe colonne le prodezze dei lanciatori di disco e dei tiratori al piattello, ha creduto incomodarsi per dare un solo rapido sguardo … panoramico alla gara mondiale dello sport dell’intelletto! E nessun membro del Comitato Olimpionico Italiano ha creduto portare una sola parola di simpatia e di incoraggiamento ai connazionali che, per il buon nome dell’Italia, lottavano nella durissima gara!”
La totale assenza su Parigi 1924 della stampa italiana non meraviglia molto: in quegli anni ci si occupava poco dell’intelletto, sicuramente di gran lunga meno rispetto a sport quali tiro al piattello o ginnastica o scherma o pugilato. Purtroppo è in larga parte con questo atteggiamento di disinteresse che si può spiegare lo scarsissimo successo degli scacchi italiani nel mondo nei decenni immediatamente successivi a Parigi 1924: è inevitabile che chi non semina non raccolga.
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Nota della Redazione:
Oggi 20 luglio 2023 alle 18.00 su Rai Scuola (canale 57) andrà in onda la puntata di “Oggi è” sulla Giornata Internazionale degli Scacchi. Dopo la messa in onda televisiva, sul portale di RaiPlay sarà disponibile online la ‘Giornata Internazionale degli Scacchi’. Ecco il link diretto al programma che conterrà la puntata in oggetto: Oggi è : https://www.raiplay.it/