Ricordo di Alvise Zichichi (4.7.1938-21.7.2003)
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(Riccardo Moneta)
Esattamente venti anni fa gli scacchi italiani perdevano un importante personaggio: Alvise Zichichi (Milano 4 luglio 1938 – Roma 21 luglio 2003), Maestro Internazionale, anima e braccio dei ben noti tornei internazionali del “Banco di Roma” e poi per alcuni anni Presidente della FSI.
Lo ricordo oggi con un post che ricalca parzialmente un mio vecchio articolo apparso nel gennaio del 2012 sul blog “Soloscacchi” col titolo “Ad Alvise Zichichi”, successivamente pubblicato qui su UnoScacchista col titolo “Il mio ricordo di Alvise Zichichi”.
Ho conosciuto Alvise nella seconda metà degli anni Settanta, ai tempi del Torneo Internazionale del Banco di Roma. Ho indelebili ricordi di una manifestazione costantemente di ottimo livello tecnico e altrettanto ben diretta e organizzata. L’appuntamento era per i primi mesi di ogni anno presso il Centro Sportivo della banca, sulla via Salaria, all’altezza della località di Settebagni.
Correvo lì dopo il lavoro, appena in tempo per gustare la parte più viva delle partite, cioè quella che viaggiava verso il cruciale primo controllo del tempo. Il mio sguardo correva subito in direzione degli artistici tabelloni di Mario Tiberti, il quale, con Salvatore Nobile e Gino Piccinin, fu quasi sempre l’arbitro del torneo, su Zichichi ricadendo la direzione tecnico-organizzativa. Lì immancabilmente incontravo, seduti in prima fila a gustarsi le partite, degli amici fra i quali Antonio, che qui sul Blog vi ha parlato e vi parla ampiamente, in diverse puntate, della manifestazione e dei migliori partecipanti.
Alcune edizioni del Torneo (con girone all’italiana) videro al via dei forti campioni: Smyslov e Gulko nel 1988, Sax nel 1986 e 1984, Andersson nel 1986 e 1985, Korchnoj che vinse due volte (1982 e 1981), Pinter nel 1979, Vaganian nel 1977.
Indimenticabile per me, anche se tecnicamente più modesta, fu la prima edizione (il primo amore non si scorda mai …), quella del 1976 con Belkadi, Bilek, Bukic, Coppini, Kirov, Lein, Mariotti, Primavera, Tatai, Toth, Valenti e Zichichi, edizione vinta dall’allora “apolide” Anatoly Lein.
Zichichi fondò l’A.M.I.S. (Associazione maestri italiani di scacchi, che poi si sciolse) e diresse sia Mondoscacchi (organo ufficiale dell’AMIS) sia per alcuni anni Scacchitalia, organo ufficiale della FSI. Nel 1996 fu eletto, col congresso di Bologna, alla Presidenza della FSI, carica dalla quale si dimise nel 2002. Come Presidente della FSI suo grande merito fu aver gettato le basi per la candidatura di Torino ad ospitare le Olimpiadi di scacchi del 2006.
Alvise Zichichi scrisse parecchi articoli ed anche un volume pubblicato dall’editore Mursia nel 1993: “Lezioni di scacchi“. Partecipò a ben 6 edizioni olimpiche per la squadra italiana, fra il 1966 e il 1986.
Zichichi seppe essere un forte giocatore (un dilettante, ma maestro internazionale) ed insieme arbitro internazionale, scrittore, interprete, insegnante, organizzatore, Presidente di Federazione. E funzionario di banca. Rimase sempre se stesso, fedele ad una immagine non artefatta di efficienza, disponibilità, modestia, misura e buonumore. Apprezzavo la sua signorilità semplice, il suo essere in ogni occasione sorridente, la sua non comune correttezza e sportività, il suo dare la mano all’avversario a fine partita con invariata affabilità, indipendentemente dal risultato dell’incontro.
Ecco, forse un pizzico in più di “cattiveria”, che è tipica di alcuni campioni, era ciò che ci sarebbe voluto per spingere più in alto le prestazioni e la carriera agonistica del maestro internazionale Alvise Zichichi. Ma, occorre sottolinearlo ancora una volta, lui è stato ben lontano (come, del resto, Sergio Mariotti) dalla figura dello “scacchista professionista”. La sua ambizione era soltanto vincere, almeno per una volta, il campionato italiano. E ciò gli sarebbe riuscito nel 1985. Ma gli riuscì pure di battere famosi Grandi Maestri, fra i quali Spassky.
Ebbi anche il piacere di giocare con lui, e non soltanto in simultanee. Nei primi anni Ottanta non era raro, lui maestro internazionale, vederlo fra noi “spingipedoni” del circolo di cui ero socio, lo Steinitz: arrivava, da solo, nel tardo pomeriggio, dopo il lavoro, sempre con i suoi modi garbati, e poteva incrociare i pezzi con chicchessia. E qualche socio che non l’aveva riconosciuto era magari sorpreso di soccombere in venti mosse contro quel gentilissimo e poco invadente ospite ….
Apprezzavo poi come nei commenti alle partite Alvise non amasse snocciolare aride serie di varianti e combinazioni, ma come preferisse dare giudizi acuti e chiari sulle posizioni e sul piano di gioco, e come sapesse anche pazientemente ascoltare le osservazioni, a volte strampalate, dei suoi interlocutori o avversari.
Peccato che la sua lungimirante opera e i suoi progetti in Federazione non si siano potuti, per non chiari motivi, realizzare. Troppo poco tempo ne restò alla guida. Credo che questo sia stato uno dei maggiori dispiaceri che ebbe nella sua vita.
Una volta chiesi ad Alvise: “Ma gli scacchi che cosa sono secondo te?”
E lui: “Di preciso non lo so, forse sto cercando anch’io una risposta. Ma potrei citare alcune parole di Pablo Neruda:
Gli scacchi sono anzitutto una vittoria del genere umano su se stesso. Per alcune persone sono principalmente musica, per altri sono pittura; per me sono poesia, la poesia della lotta e la poesia della mente”.
Con piacere registro la presenza e l’attività di due circoli del Lazio che hanno assunto la denominazione di “Circolo Scacchistico Alvise Zichichi“: uno si trova nella località di mare di Ladispoli, e ha sede presso i locali del “Centro di Arte e Cultura“; l’altro è a Bracciano, in Largo dell’Ospedale Vecchio n.8.
Delle belle parole su Alvise sono state quelle scritte su “Quattro Torri” da Alessandro Pompa, dirigente UISP e infaticabile divulgatore degli scacchi romani e laziali: “Neo-Presidente della Federazione, Alvise aveva pensato a come assicurare alla F.S.I., ancora priva di ogni tutela, una copertura assicurativa. Il suo principale rivale e partner scacchistico era la Lega Scacchi UISP, finanziata dal più grande Ente di Promozione Sportiva Italiana, l’Unione Italiana Sport Per tutti, che si giova del suo peso enorme (milioni di tessere) per ottenere a buon prezzo un’ottima assicurazione per tutte le sue discipline sportive, Scacchi comprese. Gli venne naturale sentire il Dirigente UISP-Scacchi che meglio conosceva: mi chiamò, per avere lumi. Un insegnamento grandissimo. Un onore immenso per me da un gran Signore di enorme, illuminata umiltà; un Uomo di cultura che voleva il bene degli Scacchi e si metteva in gioco, fino in fondo, per questo. Grazie, Alvise“.
Una persona che lo conobbe molto bene, e che qui a Roma collaborò sovente con lui, è stato il maestro, scrittore, preparatore sportivo ed ex rugbista Renato Tribuiani, che ringrazio anche per averci fornito le immagini di Alvise che vedete qui. L’ho incontrato e ci siamo soffermati a parlare di Alvise.
D – “Renato, dimmi se sbaglio: io ho avuto la sensazione, quando seppi della sua scomparsa, che a lasciarci era stata una persona che avrebbe potuto fare tanto di più per gli scacchi italiani, grazie alla sua intelligenza, capacità, disponibilità e lungimiranza. Una sensazione di qualcosa d’incompiuto. Cosa ne pensi tu?”
R – “E’ così, infatti. Quando alla vigilia del terzo millennio mi cercò per propormi di collaborare al visionario progetto dell’unione sacramentale tra scacchi e scienze medico-sportive, mi trovò del tutto indifeso (come un re-nato senza i pedoni dell’arrocco); ero ormai stanco del rugby presso la cui federazione avevo rivestito incarico di coach di nazionale giovanile e di componente del centro studi e ricerche applicate, rivelatisi ben presto effimeri.Alla fine Alvise mi convinse a gestire, almeno per un anno, una accogliente saletta, ricavata nel sottosuolo della piscina del Foro Italico in Roma.
Uno o due giorni prima di partire per presiedere al decisivo Consiglio Federale per la questione, vergò a mano, su un semplice foglio A4, i miei immediati compiti:
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- Docenza in un corso riservato ad insegnanti di Educazione Fisica, presto concordato col locale Provveditorato agli studi (vedi allegato).
- Approfondire contatti col professor Lombardozzi, docente al contiguo Istituto di Scienze Motorie, per corso di scacchi riservato agli allievi.
- Intensificare contatti con gli specialisti di Medicina sportiva del CONI del centro Onesti (ove sono tuttora “di casa”) che possiedano curiosità e interesse per gli scacchi (ricordo mi venne in mente Eugenio Del Toma, luminare della Nutrizione umana, nonché tenacissimo avversario, in epoca giovanile, nelle competizioni di scacchi).
Gli scopi di tale programma erano evidentemente quelli di preparare, SPECIFICATAMENTE, esperti sportivi negli scacchi, alla pari di tutte le altre discipline nelle rispettive competenze.
Alvise commentava, col suo contagioso umorismo, che non poteva riporre le sue aspettative sulle attitudini di un unico esperto, quale lo scrivente, per di più anziano e in gran parte autodidatta; era più prudente preparare specialisti (e partiva elencando una serie di nominativi di giovani promesse scacchistiche, fra l’altro allettati dal riconoscimento dei crediti sportivi e dalle interessanti prospettive professionali) che si fossero iscritti, dopo il Liceo, alla facoltà di Scienze Motorie, piuttosto che a Giurisprudenza o Filosofia.
Dopo la prematura scomparsa di Alvise, gli obiettivi e le politiche federali mutarono e me ne resi conto in ritardo. Ma ciò non riguarda più Alvise e tanto meno la mia persona”.
D – “Ci puoi raccontare qualcosa su di lui, un aneddoto o altro?”
“Ne avrei tanti e di speciali, da narrare, ma ne riporto solo uno, un volontario “reato” che mi riguarda. Ad un incontro, prima di sederci ad un bar, Alvise mi porge un ponderoso volume: “Studia !” mi dice. “Ci sono troppi invidiosi in giro, è meglio che diventi bravo!” E ride di gusto.
Autodenuncio pertanto il possesso di “Instructive Modern Chess Masterpieces di Igor Stohl”. Gli eredi possono reclamarlo in qualsiasi momento, ma avverto che non sarà facile ottenere ciò che per me rappresenta un caro, inestimabile, Ricordo”.