Uno Scacchista

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Il fenomenale Mian Sultan Khan diventa Grande Maestro!

(Riccardo Moneta)
Esiste ancora qualcuno che non conosce Sultan Khan? Se siete affezionati e vecchi lettori del nostro Blog, non potete non conoscerlo. Parlammo di lui già in “Quel fenomeno di Malik Sultan Khan” e “Mir Malik Sultan Khan“.
Non posso che esultare alla notizia che la FIDE ha deciso di assegnare finalmente il titolo di Grande Maestro “ad honorem” ad uno dei più incredibili fenomeni di tutti i tempi, forse al più grande di tutti. Sia pure onorario, Sultan Khan diventa il primo Grande Maestro nella storia del Pakistan.

Una delegazione della FIDE, con il presidente Dvorkovich, ha incontrato in questi giorni a Islamabad, la capitale del Pakistan, il presidente Arig Alvi. Per il governo pachistano, che conta evidentemente di ripetere le orme di altri Paesi asiatici enormemente cresciuti negli scacchi in questo ultimo secolo, l’assegnazione di questo titolo a Sultan Khan rappresenta un primo grosso passo volto a colmare quel gap che attualmente divide il Paese dagli altri competitor asiatici: si legge nel sito della FIDE che in Pakistan, che ha la bellezza di 236 milioni di abitanti, il giocatore col più alto punteggio Elo è il quasi sconosciuto Zohain Hassan, che vanta appena 2269 punti. Di strada da fare ce n’è indubbiamente tanta, ma le tappe saranno presumibilmente bruciate, dal momento che presto (pare) l’insegnamento degli scacchi sarà inserito in ben 10.000 scuole del Paese. Quasi come in Italia, insomma … o no?

In questa foto, tratta dal sito FIDE, il presidente Dvorkovich consegna ai funzionari del Pakistan la targa che rappresenta il conferimento a Sultan Khan del meritatissimo titolo onorario di “Grande Maestro”

Riepilogando in poche battute la irripetibile e fantastica storia di Sultan Khan, mi piace ricordare che era nato nel 1905 nella regione del Punjab, in quella parte del Punjab che allora era India ed oggi è Pakistan, che suo padre era un leader religioso e gli insegnò all’età di 9 anni a giocare a “scacchi indiani”, così come era accaduto ai suoi 9 fratelli.

Ricordo poi che fu portato come proprio domestico personale a Londra nel 1928 dal colonnello Umar Hayat, e ricordo che Sultan Khan nemmeno conosceva tutte le regole degli scacchi europei ma che già due e tre anni dopo strabiliava alle Olimpiadi di Amburgo 1930 e di Praga 1931, giocando in prima scacchiera per la squadra britannica (era divenuto nel frattempo campione britannico) e ottenendo complessivamente 17 vittorie e 11 patte a fronte di sole 6 sconfitte.

Senza mai aver letto un solo libro di scacchi, il talentuoso Sultan compì l’impresa di vincere il torneo di Londra nel 1932 e quello di Hastings nel 1933, e di battere tutti i più forti giocatori del suo tempo, compreso il campione del mondo Capablanca, che lo definì “un genio”. Giocava le aperture piuttosto improvvisando, ma aveva pochi o nessuno che gli potessero tener testa nel mediogioco e nel finale.

Sultan Khan sparì d’improvviso così come era arrivato, nel 1933, quando il suo ‘padrone’ lo riportò dall’Inghilterra in India. Lì nel 1934 la sua ultima impresa: affrontò in un match il campione indiano Khadilkar e lo strapazzò con l’inusitato punteggio di 9,5 a 0,5. E poi attaccò definitivamente la scacchiera al chiodo. Nessuno mai come lui.

Il suo ‘padrone’ (che morì nel 1944) gli regalò una fattoria e Sultan Khan si mise a fare l’agricoltore, abbandonando gli scacchi per sempre e rifiutandosi persino di insegnare il gioco ai figli. Diventato nel 1947 cittadino pakistano, morì di tubercolosi il 25 aprile del 1966. Chi ne scrisse, ad esempio R.N. Coles, riferì che Sultan Khan era pressoché analfabeta e non lesse mai un libro europeo sugli scacchi. Come spiegare allora la sua straordinaria forza? Mah! Può anche essere che l’Intelligenza Artificiale abbia deciso un giorno di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, dal 2050 al 1930, e abbia voluto sperimentare in Sultan Khan la genialità degli scacchi mettendolo a confronto per un paio d’anni o poco più con i migliori giocatori di quel tempo.

Si legge in questi giorni su Chess.com che la nipote di Sultan Khan, Atiyab Khan, nel ringraziare del riconoscimento alla memoria del nonno, ci ha ricordato che il suo vero nome per esteso non era Mir Sultan Khan o Mir Malik Sultan Khan (come spesso veniva scritto qui in Europa e come è stato a volte riportato anche da me e anche ieri sul sito della FIDE), bensì Mian Sultan Khan.

Non possiamo adesso che augurarci che un editore voglia accogliere il desiderio di Atiyab e di suo padre Ather di pubblicare la biografia di Mian che essi stessi hanno preparato sul loro padre e nonno. Prenotatene una copia, perché sarà certamente un’opera imperdibile per un vero appassionato di scacchi, pachistano e non!

Fino ad oggi il libro più noto su Sultan Khan è quello del Grande Maestro inglese Daniel King dal titolo: “Sultan Khan, il servitore indiano che divenne campione di scacchi dell’Impero britannico“. A Daniel King un intervistatore per ChessBase chiese quali fossero secondo lui le partite migliori di Sultan Khan, e lui indicò quella vinta contro Capablanca ad Hastings 1930-31 e quella vinta di nero al belga Soultanbeieff a Liegi nell’agosto 1930.

Evviva Sultan Khan nuovo Grande Maestro, l’umile, modesto e generoso servitore che seppe in silenzio e con le sue sole forze affrontare ed eguagliare i più grandi ed affermati giocatori del suo tempo, lasciando un segno immortale nella storia emozionante del nostro gioco!

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2 thoughts on “Il fenomenale Mian Sultan Khan diventa Grande Maestro!

  1. Ciao una curiosità,
    Ma non c’è modo di stimare un punteggio ELO? In base alle partite fatte? Ce ne dovrebbero essere abbastanza

    1. Ciao Antonio. No, questa impresa si è rivelata impossibile, anche se alcuni statistici (come Jeff Sonas o Rod Edwards) ci provarono.

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