Uno Scacchista

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Le avventure del napoletano E. De Biase

(Claudio Sericano)
Il primo ventennio del Novecento, nonostante il proliferare di tornei nazionali ed internazionali in tutto il mondo, e così anche in Italia, fu ancora caratterizzato da quello spirito amatoriale tipico dell’ottocento, che rendeva impossibile comparare la reale forza di molti giocatori.

A questo riguardo, uno degli episodi più sorprendenti avvenne proprio nel primo torneo internazionale disputatosi in Italia, che si tenne a Sanremo nel febbraio del 1911.
Tra gli undici partecipanti, affiancati a maestri stranieri del calibro di Gunsberg, Reti, Kostic, Forgacs, Von Scheve, Fahrni, Przepiorka e Lovtzky (a cui va aggiunto il modesto inglese Pinkerton), vi erano due italiani, il marchese Stefano Rosselli ed il napoletano E. De Biase.
Quest’ultimo era un personaggio scacchistico misterioso, se pensiamo che non ci è rimasto il suo nome di battesimo, ed era stato invitato al grande torneo in virtù di due partite “da caffè” vinte ai grandi maestri Duras e Schlechter.

I partecipanti a Sanremo 1911

Di lui le cronache d’epoca ci raccontano un “De Biase dall’allegria meridionale squillante, comunicativa e simpatica, accompagnato dalla fama delle sue vittorie su Duras e Schlechter“, e poi giustificano il suo infelice risultato ( ha diviso l’ultimo con Pinkerton, solamente mezzo punto in dieci partite per entrambi) perchè “il De Biase poi si è trovato evidentemente anche in condizioni fisiche deficenti, molto egli poteva e doveva dare in una lotta di impegno qual’era la presente, è un giocatore che ha una fama assodata nel mondo scacchistico e non può attribuirsi il suo insuccesso a soverchia presunzione delle proprie forze“.

Dopo questo torneo del De Biase non si seppe più nulla, ma interessante è lo scoprire come sia riuscito questo curioso personaggio ad avere un invito per il primo torneo internazionale italiano.
Torniamo indietro di un paio d’anni, esattamente al novembre del 1909, quando il grande maestro boemo Oldrich Duras fece una visita scacchistica di tre giorni a Fiume, in Istria.

Qui avvenne l’impensabile, come raccontano le cronache: “Come si vede il successo del valente maestro non poteva essere più completo e sarebbe stato addirittura trionfale se ad attenuarlo alquanto non fosse avvenuta la sua disfatta in una partita giocata al Caffè Grande contro il signor De Biase di Napoli, il nostro valente professore di scherma. Questa bellissima partita, che durò circa tre ore, venne condotta dal professor de Biase in uno stile veramente magistrale per la chiarezza e correttezza delle mosse che generarono la stupenda chiusa finale veramente degna di ammirazione. Partita che lo stesso Duras dichiarò una delle più belle giuocate da lui“.

Ecco la partita, tratta dalla “Rivista Scacchistica Italiana“:

De Biase – Duras
Fiume, Novembre 1909


Un episodio molto simile avvenne l’anno seguente, nel 1910: “Il grande maestro Carl Schlechter, in una recente visita al Circolo scacchistico di Fiume, giocò fra l’altro una partita col signor E. De Biase, napoletano, e, forse ignaro della forza del suo avversario, giuocò leggermente l’apertura, si trovò in una posizione difficile e finì col perdere. Partita molto ben giuocata dall’italiano e che costituisce una buona prova di lui allo scacchiere“:

Ed ecco la partita, tratta dalla “Rivista Scacchistica Italiana“:

De Biase – Schlechter
Fiume, 1910


Non ci dobbiamo quindi meravigliare se una così buona pubblicità, fattagli dall’unica rivista italiana di scacchi, abbia dato al De Biase una fama tale da ottenere l’invito a Sanremo. Guardando le due partite giocate contro Duras e Schlechter, appare comunque evidente che il giocatore napoletano, pur con tutti i suoi difetti, fosse dotato di buona tecnica ed inventiva sulla scacchiera, e quindi è probabile che il risultato di Sanremo fosse realmente stato inferiore alle sue possibilità.

Voglio terminare questo breve racconto immaginandomi per un attimo questo napoletano, “dall’ allegria meridionale squillante, comunicativa e simpatica”, in mezzo ad impettiti professionisti stranieri, che probabilmente non capivano una parola delle sue stravaganti analisi.

E questa sua immagine è rafforzata dalla fotografia del torneo di Sanremo, dove il De Biase, è ritratto con mani in tasca e giacca spalancata.

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2 thoughts on “Le avventure del napoletano E. De Biase

  1. Negli ann ’80 frequentava l’Accademia scacchistica napoletanaun De Biase (nonricordo il nome) di professione giudice. Forse un nipote??

    1. Ciao Roberto, purtroppo non ho idea. Direi che è possibile, anche se quel cognome è abbastanza frequente.

Rispondi a ROBERTO CERRATOAnnulla risposta

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