Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Mamedyarov: spettacolo a Doha

1 min read

(Riccardo M.)
Il matto di Santo Stefano e lo spettacolo del giorno è opera di Shakhriyar Mamedyarov. Primo turno a Doha, vittima il GM cinese Lu Shanglei. Partita conclusa non più di mezz’ora fa.

Per vederlo in diretta, cioè dal vivo, si dovrebbe pagare un biglietto. E di quelli da “prima fila”! Il campione azèro, quando ispirato e quando trova terreno fertile per la sua fantasia, fa impazzire come pochi altri. Altro che Karjakin. Grande Mame!

About Author

18 thoughts on “Mamedyarov: spettacolo a Doha

  1. Niente da fare, su questo blog la grammatica sembra proprio un ‘optional’: “Il matto di Santo Stefano e lo spettacolo del giorno SONO opera…”

    1. “SONO opera” ovviamente non è sbagliato, ma neppure lo è “E’ opera”. Nel testo per me è evidente che si parla di una cosa sola, con due identici soggetti che costituiscono di fatto un insieme, una sola opera: il matto è lo spettacolo e lo spettacolo è offerto dal matto.
      E ciò “è opera” di Mamedyarov.
      Pertanto, pur ringraziando “Un lettore” per il commento, preferisco mantenere la versione originale. Speriamo che, oltre alle sfumature grammaticali, chi ci legge abbia trovato interessanti i contenuti dei post che pubblichiamo.

  2. Grazie, evidentemente non sono io all’altezza.
    Aiutami allora a capire meglio la regola con un altro esempio.
    Secondo te è corretto dire: ‘il cielo e la terra è stato creato da Nostro Signore’ ma si può anche dire: ‘ ‘il cielo e la terra sono stati creati da Nostro Signore’.
    Interessante, non si finisce mai di imparare…

    1. Una spiegazione le è già stata data. Non basta? Pazienza.
      A questo punto ci fermiamo, preferendo evitare ogni contraddittorio venato di polemica, verso il quale, per motivi che non conosciamo, sembra volerci condurre l’anonimo lettore.

  3. Ma quale polemica?
    Si parlava soltanto della differenza tra singolare e plurale nella lingua italiana.
    Felice di aver finalmente appreso che non c’è.

  4. Il professore di linguistica Stefano Telve nella sua eccellente ‘Enciclopedia dell’Italiano’ così si esprime sull’argomento:

    ‘più soggetti singolari collegati per asindeto (nello scritto, con virgola) o con una congiunzione copulativa (e) sono seguiti di norma da un verbo al plurale (il pollice l’indice il medio, l’anulare e il mignolo sono le dita della mano); se invece i soggetti sono percepiti come semanticamente unitari, o l’uno come riformulazione dell’altro, è possibile l’accordo al singolare: la maestosità e regalità del suo portamento ricorda personaggi d’altri tempi, con omissione dell’articolo, a sottolineare la solidarietà semantica del binomio’.

    A sottolineare la solidarietà SEMANTICA (non logica!) del binomio, con omissione dell’articolo!

  5. Spesso le persone che non sono in grado di scrivere un articolo (o una qualsiasi altra opera umana) si accontentano di cercare l'”errore” altrui e, se ritengono di averlo trovato, se ne fanno, magari a torto, un vanto

  6. Caro ‘correttore del correttore’ nessun vanto, se ti garba continuare a sguazzare nell’ignoranza fa pure.
    A proposito: tu quali ‘opere umane’ avresti composto?

    1. Caro “Un lettore” anonimo, rispondo subito alla Sua domanda su quali opere umane avrei composto. Anzi Le offro tre risposte: potrà così scegliere quella che preferisce.
      N.1) Il mio vero nome è HAL 9600 (evoluzione del più famoso HAL 9000 di “2001: a space odissey”). Come lui sono stato costruito nelle officine di Urbana, Illinois. Pertanto non ho evidentemente compiuto alcuna opera “umana”. Voi umani, a differenza di noi elaboratori siete fallaci (come dimostra il “fa”, come imperativo del verbo fare, scritto senza l’apostrofo!) ma per vostra fortuna siete capaci di sentimenti, che siano buoni o cattivi. Spero che un giorno anche noi elaboratori riusciremo ad averne.
      N.2 Io sono lo spirito di Bruno Del Grosso, morto ventidue anni fa, e ho preso l’abitudine di scrivere sui blog al posto suo. Pertanto, essendo puro spirito, non sono capace di compiere opere “umane”.
      N.3 Io sono effettivamente Bruno Del Grosso e spesso provo sentimenti “umani”, come per esempio la solidarietà nei confronti di un amico come Riccardo, da Lei attaccato a sproposito in questo blog.
      Scelga delle tre quella che più Le aggrada.

  7. La seconda persona dell’imperativo del verbo fare nell’italiano classico si scrive senza apostrofo in quanto derivante dalla forma latina fac.

    1. Proprio perché la seconda persona dell’imperativo del verbo fare costituisce l’elisione del latino “fac”, deve essere scritto con l’apostrofo (NON l’accento, si badi bene) che sta a testimoniare appunto l’elisione.
      La terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo fare invece si scrive “fa” senza apostrofo o accento.
      Anche l’avverbio “fa” si scrive così com’è, senza accento o apostrofo.
      Mi piacerebbe a questo punto sapere come si scrive il suo nome e cognome… tanto per fare conoscenza.

    2. Detto incidentalmente, anche la seconda persona dell’imperativo del verbo dire si scrive di’ (con l’apostrofo) perché deriva dall’elisione (o troncamento) del latino “dic”

    3. Ho letto. Ed infatti riporto integralmente il testo della Treccani da Lei consigliatomi
      “STORIA
      Come nel caso di da’, sta’ e va’, l’imperativo fa’ con l’apostrofo ha sostituito la forma fa (dal latino classico fac) in uso ancora nel XX secolo. Inizialmente si è usata la forma dell’indicativo fai; poi, secondo la tendenza toscana a ridurre il ➔dittongo ai, si è giunti a fa’.”
      Ma al di là di ogni dissertazione, che rimarrebbe sterile, devo constatare che Lei dimostra di non avere il minimo senso di quell’umorismo che ho cercato invano di far emergere nel mio post delle tre risposte. Come dire, la persona triste è spesso anche trista, e viceversa.
      E, La prego, non mi dia più del “tu” perché non credo di aver mai mangiato a casa Sua, né di Suo fratello.
      Insisterei, di grazia, nel voler conoscere il Suo nome e cognome, se non altro per quell’educazione che era ancora in voga fino al XX secolo (quando si scriveva fa’ senza apostrofo).
      Un consiglio: la smetta di offendere il prossimo, nascosto dietro la tastiera, altrimenti prima o poi qualcuno la … apostrofa!

  8. Griso fo’ di nome e Del Bruno all’anagrafe son di cognome, contento il mio caro Checco Zalone?

  9. Cari “Un lettore” e Bruno, credo che se desiderate continuare la vostra schermaglia possiate farlo privatamente: le questioni grammaticali o personali non sono oggetto del blog. Se lo volete, scrivetemi una email a unoscacchista@gmail.com e vi metterò in contatto tramite gli indirizzi email ai quali vi siete registrati. Grazie.
    Ovviamente mi farà piacere leggere i vostri commenti, su temi più prettamente scacchistici, ai molti post pubblicati sul blog.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: