Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Capablanca e l’esempio n.8

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(Uberto D.)
Chi ci legge da tempo sa che circa un anno fa sono stato a Baku. Ho raccontato della mia visita in uno dei miei post, ma avevo tenuto ancora qualcosa da parte per un articolo meno turistico, che nasce da un incontro casuale all’aeroporto Heydar Aliyev di Baku sulla via del rientro: l’incontro con i “Chess Fundamentals” di Josè Raul Capablanca.

[Immagine di apertura dalla scansione digitale della ristampa USA del 1934 della versione del 1921 di “Chess Fundamentals”, edito da Harcourt, Brace and Company]

In attesa di imbarcare, avevo fatto colazione da Xurcun, una delizia per chi ama frutta secca e dolci in stile turco. Il negozio è posto all’interno dei “bozzoli“, che caratterizzano l’area partenze dell’aeroporto e dispone di alcuni piccoli tavolini dove sorbire il caffé, con molti libri disponibili per ingannare l’attesa.

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Senza particolari interessi e immaginando di trovare solo libri di scarso valore, iniziai a scorrere i titoli sugli scaffali, fino a quando con una certa emozione trovai il classico “libro che non ti aspetti”: una copia dei “Chess Fundamentals” del 1946, in ottime condizioni e addirittura con una firma che immagino fosse di uno dei proprietari.

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Sfogliai qualche pagina del libro, riguardando quelle posizioni sulle quali comincia molti anni fa a costruire le personali fondamenta del mio gioco. La notazione era ovviamente descrittiva, ma, anche se arrugginito nella pratica, riuscii a ripercorrere qualcuno dei primi esempi (così li intitolò il Campione cubano) esposti nel libro.

Avevo letto qualche anno prima in uno degli articoli di Edward Winter di un probabile errore nell’esercizio numero 8 e, in effetti, la versione del 1946 che stavo sfogliando riportava la combinazione di diagramma e testo qui sotto.

Capablanca usa questo diagramma per spiegare il concetto di opposizione e come essa sia un’arma potente nei finali di Re e pedoni, ma qui l’esempio non è usato bene. Nella posizione del diagramma c’è una sola mossa che NON vince ed è 1. g5 a causa di 1. … g6. Sbaglia quindi Capablanca quando scrive che “Nella posizione qui sopra il Bianco non può vincere con 1. f5. La risposta corretta del Nero sarebbe 1. … g6, che patta (lo studente lo dimostri da solo).” Sbaglia perché il Bianco vince con il seguito sotto riportato, proprio facendo un buon uso del concetto di opposizione.

Come mostra Winter, la versione del testo tra le edizioni inglese (edita da G. Bell and Sons, Ltd.) e statunitense (edita da Harcourt, Brace and Company) del 1921 è diversa. Nella versione USA si legge addirittura “”Nella posizione qui sopra il Bianco può vincere con 1. f5. La risposta corretta del Nero sarebbe 1. … g6, che patta (lo studente lo dimostri da solo).” con una evidente contraddizione, evidenziata dal grassetto che ho aggiunto. Il risultato delle successive numerose ristampe, però, fu quello che lessi a Baku nella versione inglese del 1946: lo studente viene invitato da Capablanca a dimostrare che 1. f5 patta a causa di 1. … g6.

IFdS - Giunti

Una volta rientrato a Roma, sono andato a recuperare la mia versione del 1978 de “I Fondamenti degli Scacchi” edita da Giunti-Martello. Questo è quanto si legge, nella traduzione dall’inglese di Carlo Coates e Arnaldo Pace, in merito all’esempio n.8.

Escludendo quell’incongruo “Tuttavia”, il testo su cui avevo studiato è corretto, con grande sollievo mio e, sono certo, di intere generazioni di scacchisti italiani pre-tablebases.

Ma guarda te che razza di incontri si rischia di fare in aeroporto!

[Le foto sono dell’autore]

 

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