Uno Scacchista

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#CarlsenCaruana – R6: altra patta, ma che patta!

4 min read

(Uberto D.)
La partita di ieri è stata veramente la partita che non ti aspetti. Un’altra apertura poco ambiziosa (stavolta una variante rarissima della Russa), un mediogioco nel quale Caruana surclassa un irriconoscibile e incerto Carlsen, un finale in cui lo sfidante, con un pezzo in più, non riesce a demolire la fortezza creata dal Campione, la chiusura con la patta e, in conferenza stampa, la notizia che in realtà la vittoria per Caruana a un certo punto c’era! Oggi un giorno di riposo e di recupero dell’equilibrio per i due giocatori: si riprende domenica sul 3 a 3, con Carlsen che avrà di nuovo il Bianco.

Dopo una Partita di Donna ed una Inglese, dalle quali Carlsen non aveva ottenuto un granché, tutti si attendevano 1.e4. E così è stato, con Caruana che, come previsto, ha risposto con la sua recente arma preferita, la Russa.

Caruana all’inizio della sesta partita (Foto WorldChess)

L’inizio è stato interessante per gli spettatori, con i 4 Cavalli che scorrazzavano per scacchiera in una variante che Caruana ha poi definito “forse divertente, ma che porta solo ad una posizione sterile“. E così è stato: Donne cambiate e struttura pedonale simmetrica, peggio che in una Francese di cambio. Eppure…


Le analisi del GM Sergio Mariotti e della manovra vincente trovata dal computer sono pubblicate in un post a parte



La conferenza stampa è stata comprensibilmente breve dopo le molte ore alla scacchiera, ma tre cose sono risultate chiare.

Come prima cosa, Carlsen non ha visto molte delle continuazioni giocate da Caruana, in particolare per ben due volte non ha previsto la mossa Aa3. La prima volta (35… Aa3) in pratica gli è costata un pedone, ma la seconda è stata molto più grave: avendo deciso di sacrificare un pezzo per 3 pedoni contando di avere due pedoni passati sul lato di Donna, ha visto solo dopo 48… Aa3 che ne avrebbe perso uno rapidamente.

La seconda cosa è che Carlsen (che aveva dichiarato in passato di non credere nelle fortezze) ha dovuto cercare e, diamogliene atto, trovare una fortezza che resistesse nonostante il pezzo in meno. Carlsen non è nuovo a miracoli di questo genere (famosa la sua patta con un pezzo in meno contro Kramnik al London Chess Classic del 2010), ma questa volta la posta in palio era così alta e la difficoltà nel costruire la fortezza così alta che la patta dovrebbe essere considerata come un eccellente risultato. Solo che…

… la terza cosa è che nessuno dei giocatori ha realizzato durante la partita che dopo 67. Rg6 e 68. Ac4, Caruana aveva a disposizione una continuazione vincente grazie a un complicato zugzwang. Dopo che Caruana aveva detto di essere stato sicuro che fosse una fortezza inespugnabile e che Carlsen si era detto contento di sapere che le fortezze esistono, Ian Rogers ha comunicato ai giocatori l’esistenza di una continuazione vincente. In apertura di articolo potete vedere la faccia che ha fatto Carlsen quando lo ha sentito, esclamando: “Non è che non credo al computer, è che non capisco perché quella continuazione vince” (la foto è presa dall’account Twitter della Federazione USA)

Poi i due hanno eseguito una rapida analisi che li ha lasciati più abbattuti di quanto, per opposti motivi, dovevano essere. La giornata di riposo capita a proposito per entrambi. Per Carlsen perché deve trovare di nuovo il suo equilibrio e la fiducia nei propri mezzi: va bene cercare di evitare la preparazione teorica dell’avversario, ma non va bene giocare varianti che, se sono giocate poco, ci sarà un motivo, no? Per Caruana per superare la delusione e per continuare quello che sembra il tema dominante del match fino ad ora: la capacità del Nero di uscire bene dalle aperture.

Vedremo Domenica pomeriggio come si saranno preparati i due giocatori alla replica della partita di ieri, ovvero con Carlsen che avrà di nuovo il Bianco.

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1 thought on “#CarlsenCaruana – R6: altra patta, ma che patta!

  1. Qualcuno va dicendo che da quando i computer riescono a vedere meglio degli umani (“ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”), gli scacchi siano finiti. Come dire che la gara olimpica dei cento metri piani è finita perché anche un’utilitaria riesce a battere Usain Bolt

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