Preparazione o esperienza?
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GIbraltar Masters 2011 - Caruana-Korchnoi dopo 7... 0-0 (foto di Stewart Reuben)
(Uberto D.)
Sulla scacchiera le battaglie tra giocatori di generazioni diverse vedono sempre contrapposte non solo la freschezza alla lunga pratica, ma anche una tipica diversa attitudine: i giovani giocatori confidano molto nella loro preparazione in apertura, mentre i giocatori più… stagionati tendono a cercare di sopravvivere all’inizio puntando sulla loro abilità nel navigare gli aspetti strategici. Vediamo all’opera, nel bene e nel male, due “vecchie glorie”, Short e Gelfand, alle prese con due giovani e rampanti giovanotti russi.
[Una partita che fece notizia: a Gibilterra nel 2011, l’80enne Viktor Korchnoi batté Fabiano Caruana, allora 18enne e italiano, giocando con un dinamismo da ragazzino – Foto di Stewart Reuben]
Nel suo sempre godibile “Scacchi – Storia, controstoria e altre cose ancora“, Paolo Bagnoli definisce tre categorie di giocatori: il giovane, il maturo e l’anziano. Le loro caratteristiche si sposano bene con un’altra tipizzazione descritta nello stesso libro: il teorico e l’anti-teorico.
Ora, volendo parlare di giocatori da circolo non mancheranno esempi personali a nessuno di noi, ma parlando di Grandi Maestri le cose sono un po’ più complicate e le categorie più sfumate.
Rimane comunque il fatto che passata una certa età la capacità di rimanere aggiornati con gli sviluppi della teoria delle aperture diminuisce; l’avvento dei programmi e la rapidità con la quale le novità si diffondono rendono poi la preparazione sempre più onerosa, sia in termini di ampiezza e profondità, sia per la necessità di memorizzare varianti che talvolta si differenziano per minuzie.
E’ poi innegabile che la capacità di memorizzare e catalogare non vada necessariamente di pari passo con la capacità di comprendere a fondo i risvolti strategici delle posizioni raggiunte e valutate freddamente come +0,41 dal programma di turno: questi piccoli vantaggi sono spesso difficili da mantenere e da trasformare in punti sul tabellone, specialmente quando sono dovuti a motivazioni strategiche e non tattiche.
Ma bando alle ciance e guardiamo insieme due partite tratte dal recente torneo “Schiaccianoci” di Mosca. Il torneo è tradizionalmente organizzato in due incontri a squadre: “Re” contro “Principi” e “Ragazze” contro “Ragazzi”. La finalità è evidente: far acquisire esperienza a giovani GM russi, mettendoli alla prova in un torneo dove possono incontrare forti giocatori non più al loro massimo.
Le due partite che vi voglio mostrare esemplificano il bello e il brutto delle nuove generazioni di giocatori (“i Principi”) quando incontrano gli over 50 (“i Re”). I giovani conoscono tutta la teoria e anche un po’ di più, mentre gli “esperti” conoscono meglio le strutture pedonali e le strategie conseguenti. Qui vediamo due ex-sfidanti al titolo di campione del mondo contrapposti a due giovani GM, promesse del movimento scacchistico russo: le partite sono la Sarana-Gelfand e la Short-Paravyan, entrambe giocate al terzo turno.

Povero Gelfand. Solo 3 mosse oltre la sua preparazione casalinga e la partita è andata. Quanti di noi hanno sperimentato la stessa sensazione… Ma vediamo come i vecchi leoni sappiano ancora mostrare la loro classe.

Non ho grandi conclusioni filosofiche da offrirvi, se non che gli scacchi lasciano possibilità a qualunque età: l’importante per noi “over” è superare la fase di apertura. Dopo, tutto è ancora possibile, ragazzini 🙂
PS: sarà anche tutto possibile, ma intanto a Mosca i “Principi” hanno battuto i “Re”. Lo hanno fatto, però, solamente perché hanno vinto la sezione a cadenza lenta. Ecco il risultato finale del torneo:
Grande prestazione di Sarana (9,5 punti sui 16 disponibili, nonostante due sconfitte negli ultimi due blitz), ma anche eccellenti risultati per Gelfand e Leko (9 punti ciascuno). Quanto a Short, ecco come si è giudicato da solo:
Played like a FIDE Vice President today. And that is NOT a compliment. Simply awful.
— Nigel Short (@nigelshortchess) December 21, 2018
“Oggi ho giocato come un vice-Presidente della FIDE. E NON è un complimento. Semplicemente terribile.” E se lo dice lui…