Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

L’ascesa di un problema

6 min read

(Daniel Perone)
Sin dai primi tempi l’umanità si domanda “Chi siamo ?” e “Da dove veniamo ?” Sono  misteri irrisolti e forse irrisolvibili della storia dell’uomo, giacché finora la risposta vera è: “Nessuno lo sa”.

Parallelamente l’universo scacchistico possiede due domande simili (sebbene di minore importanza): “Come nasce un problema ?” e “Da dove viene ?”. Qui la risposta vera può essere: “Il fenomeno di nascita di un problema è tutto particolare, impossibile da individuare con precisione”.

Talvolta sorgono in maniera spontanea; sì perché, a volte, un determinato progetto capita  improvvisamente – direi – nella mente del compositore ed “Eureka”, con piccole  rifiniture, il progetto è già concretizzato! Però non sempre accade così, la maggior parte delle volte il compositore deve stuzzicarsi il cervello in cerca dell’idea.

È anche possibile studiare una matrice mostrata in un’altra creazione ed il modo in cui è stata realizzata; pertanto non è strano trovare un problema che sia stato aggiornato  grazie a qualche modifica diventando così una nuova opera, giacché occasionalmente noi compositori, scopriamo qualche linea creativa che permette di comporre più di un lavoro scaturito da quella scintilla iniziale; in questo caso il problema si evolve accogliendo le  nuove idee.

Per dire il vero è sufficiente lo spostamento di un pedone, l’aggiunta di un pezzo, lo slittamento della posizione o la soppressione di una mossa, a volta sono sufficienti per cambiare il tema strategico del  problema, che nella maggioranza dei casi, continua ad avere comunque “un’aria di famiglia”.

Certamente è un lavoro complesso e anche un po’ faticoso, che può  includere l’utilizzo del computer allo scopo di rendere più completa e gradevole la sua trasformazione, perché “l’arte scacchistica” non solo viene distinta dall’originalità e la bellezza, ma anche dall’esattezza.

Questo è il punto. Intendo dire che negli scacchi, i problemi sono senza dubbio un’espressione d’arte e  la valutazione  riguarda appunto l’essenza artistica.

Dunque, non è consigliabile fare un’analisi a freddo, sottoponendolo solo alla matematica ed alla cibernetica [1], perché sarebbe come ricercare e criticare i dipinti di Caravaggio e gli stratagemmi da lui usati, senza approfondire  le qualità artistiche delle sue opere!

Ora, senza nessuna pretesa di paragone con i grandi della composizione, cito qui una mia esperienza.


Durante l’anno 2007 venne organizzato dalla rivista Best Problems un concorso di composizione per il biennio 2007/8 ed io partecipai con un problema diretto di matto in due mosse (#2) che ottenne la Lode, la n.6, quasi il fanalino di coda…

Certamente  l’idea, più o meno valida, era quella di realizzare un problema col tema DOMBROVSKIS [2] in cui il bianco sacrifica un pezzo, ma… c’è sempre un ma!

Ecco quella prima composizione e la sua soluzione:

Daniel Perone 2007
Lode n.6

#2                                                                                                      (9+5)

Il gioco Apparente (GA) è il gioco che proviene dall’analisi della posizione in diagramma, supponendo che il Bianco abbia già eseguito il primo tratto.

Gioco Apparente (GA):

1. … Rxd4 2. Dd5#

Il gioco virtuale (GV) è dato da mosse che risultano risolutive soltanto in apparenza, in quanto possono generare una minaccia, seguita da alcune varianti, e vengono rintuzzate da una sola difesa.

Gioco Virtuale (GV):

1.Ah4? minaccia 2.Dd5≠ (A) ma salva 1. … Rxd4! (a)

1.e3?   minaccia 2.Ag3≠ (B) se: 1. … Ah6 2.De7≠ ma salva 1. …cxd4! (b)

Il gioco reale (GR) è la soluzione del problema ed è il gioco che scaturisce dalla mossa chiave.

Gioco Reale (GR):

1.e4! (la mossa chiave del problema) minaccia 2.Cf3≠

se: 1. … Rxd4 (a) 2.Dd5≠ (A)

se: 1. … cxd4 (b) 2.Ag3≠ (B)

1. … cxd4 (n’est pas pourvu avant la clé, qui en plus, est très évidente.)

Il giudice della gara di composizione, Abdelaziz Onkoud, nonostante assegnò una Lode, penalizzò il problema con l’affermazione che la chiave del problema è sin “troppo evidente”.


Passa il tempo…

Nell’anno 2016 sono stato invitato a partecipare ad un altro concorso: il TT 17, in Ucraina. Quell’idea d’immolare l’equino tornò a frullare nella mia testa. Cosicché, conoscendo la difficoltà che avevo già provato con la prima composizione, ho elaborato una nuova opera, una miniatura (cioè un problema con al massimo 7 pezzi) adatta a partecipare al concorso. Adesso il sacrificio non sarà passivo, bensì, attivo! Inoltre il numero di pezzi diminuisce mentre il numero di mosse aumenta diventando così un problema diretto di matto in tre mosse (#3).

Ancora mi sto domandando: se la prima volta non avessi sbagliato, non si sarebbe accesa la famosa lampadina?

Daniel Perone 2016
Menzione Onorevole Speciale

#3                                                                                                     (5+2)

Gioco Virtuale (GV):

1. C~ ? Rg3 2. Ad6+ Rh3 3. Th2# ma salva 1. … h3!

1. Cd6 ? h3 2. Ah4 h2 3. Te4# ma salva 1. … Rg3! (2. Ad6 ??)

1. Axh4/Rg6 ? ma salva 1. … Re5!

Gioco Reale (GR):

1. Cg3! (la mossa chiave del problema)

1. … Rxg3 2. Ad6+ Rh3 3. Th2#

1. … hxg3 2. Rg6 g2 3. Ad6#

1. … h3 2. Ah4 ~ 3. Te4#

A fine entry, with a nice white correction in the try play. Also some nice, different variants with beautyful mates, and also silent play in 2 of the 3 variants. This entry would had reached much higher, if it had not been for a suboptimal key – it takes 2 flights, including the vital flight route via e5, and only gives one. Therefore, unfortunately, I can’t give this entry more than a Special Honorable Mention, even though it is a very nice problem.

Comunque, ancora una volta, sono stato tradito dalla chiave! Ovvero, ancora un’altra volta il sogno infranto!

Ebbene, pur avendo vissuto due ‘frustrazioni’, continuavo ad essere fedele al tema del sacrificio. Ero convinto che sarebbe stato possibile – mediante una migliore mossa chiave – arrivare alla sommità di un concorso. Quindi, ho  deciso di riprendere l’idea già mostrata, migliorando la mossa iniziale.

Senz’altro la spinta, l’impulso per tentare di ottenerlo, venne dai concetti del giudice: “it is a very nice problem” cioè un bel problema. (Chissà, se proprio questo ha contribuito l’aumento dell’autostima?)

Ero consapevole che è importante “l’aggiornamento del problema”, da effettuare sempre, però, con uno sguardo artistico, come un’espressione di emozioni, di sentimenti, delle utopie  dello spirito umano.


Di certo non c’è due senza tre ed il concorso di composizione H. Musante 100th Memorial del 2017 era una nuova  opportunità!

È stato così che dopo parecchie prove mi sono deciso per uno schema semplice e vivace. Adesso, la nuova posizione dei pezzi (solamente 6) rende la soluzione un po’ più complicata e bisogna fare attenzione: la sequenza da scegliere risulta alla fine decisiva per concludere con lo scacco matto.

Ecco la posizione iniziale del problema con cui – grazie alla dea Fortuna – il sogno si è realizzato.

Daniel Perone 2017
1°-2° Premio ex-aequo

#3                                                                                                      (4+2)

Gioco Virtuale (GV):

1. Dc3?+ ma sventa 1. … Rb5!

1. Dd5?+ ma sventa 1. … Rxb4!

Gioco Reale (GR):

1. Dd3!          1. … axb4 2. Rb7 b3 3. Ad6#

1. … a4 2. Ad6+ Rb6 3. Da6#

1. … Rxb4 2. Ad6+ Ra4 3. Dc4#

1. … Rb6 2. Dc4 axb4/a4 3. Ac7#

Dopo la Lode, la Menzione Onorevole e la vittoria ex-aequo mi sembra siamo arrivati al finale della storia di questo problema, ciò nonostante a volte mi domando: questa linea creativa  sarà davvero esaurita… ?


[1] Cibernetica: scienza che studia la realizzazione di macchine automatiche in grado di simulare le funzioni del cervello umano. Dal greco kybernetiké ‘arte di guidare, di pilotare’. Il nome si deve al matematico statunitense Norbert Wiener (1894-1964), che è stato il fondatore. (L’autore: “Io uso questa  parola assegnandogli il senso di artificioso”).

[2] Tema DOMBROVSKIS: Due o più tentativi (nel GA) introducono ciascuno una minaccia di matto che viene eliminata da una difesa particolare. Dopo la mossa chiave (nel GR) ognuna di queste difese consente al Bianco di utilizzare come varianti le stesse minacce dei tentativi.


Daniel Perone è nato a Moquehuá, un paesino delle Pampas, nel 1952. Insegna Educazione Fisica nella scuola media. Da sempre interessato agli scacchi: giocatore attivo a tavolino e per corrispondenza fino agli anni ’90 quando è passato dall’agonismo alla composizione. E’ socio vitalizio di LADAC (Liga Argentina de Ajedrez por Correspondencia) e socio onorario dell’API (Associazione Problemistica Italiana). Ha scritto il libro “El otro ajedrez” e l’e-book “Pensieri in bianco e nero”, una rassegna degli articoli scacchistici pubblicati su Rivista Scacchi, Sinfonie Scacchistiche e le Newsletter ASIAS e ASIGC.

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